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Martedì 28 marzo 2017 ore 18.00 presso Associazione Ya Basta Via Barbarigo 17 Padova
Con Serena Alborghetti - Osservatrice per l’Onu, la Ue, l’Osce in missioni per il cessate il fuoco, il rispetto delle tregue, la tutela dei diritti umani, il controllo delle elezioni.
Serena Alborghetti
Osservatrice per conto dell’Onu, della Ue, dell’Osce e di altri organismi internazionali (dall’Iri, l’International republican institute, all’Iom, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni).
Dal 1997 è stata in una trentina di Paesi: tre volte in Bosnia, tre volte in Nigeria, tre volte in Mali, tre volte in Costa d’Avorio, e poi in Zimbabwe, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Madagascar, Kenya, Ghana, Malawi, Togo, Burundi, Tunisia, Indonesia, Ecuador, Bulgaria.
Nel 2005 ha monitorato in Iran le operazioni di voto dei rifugiati iracheni che dovevano eleggere il nuovo Parlamento di Baghdad.
Per un anno e mezzo ha lavorato in Congo con l’Unpdp, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.
Tra 2011 e 2012 ha operato in Egitto con la Fondazione Jimmy Carter e nel 2012 ha seguito le elezioni politiche in Algeria.
Nel 2013 ha monitorato le elezioni in Mali dopo il colpo di stato che ha rischiato di aprire le porte ai gruppi estremisti islamici.
Nel 2014 ha monitorato le elezioni presidenziali in Tunisia.
Osservatori elettorali
Meglio definiti con il termine Election monitoring, ovvero volontari che, sotto l’egida di un organismo internazionale, osservano e registrano la regolarità delle elezioni
tenute in un determinato paese straniero.
In quanto ai loro poteri reali, va subito detto che un osservatore elettorale internazionale non può né convalidare né invalidare il risultato di uno scrutinio. Le sue due armi sono essenzialmente morali: il suo potere di denuncia, che serve da deterrente contro i tentativi di frode elettorale più clamorosi, e le sue conoscenze giuridiche internazionali e del paese in cui opera, grazie alle quali può monitorare i contendenti elettorali quando cercano di giustificare pratiche fraudolente o di rivendicare diritti inesistenti.
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Iniziativa finanziata con il contributo dell’Università di Padova sui fondi previsti per le iniziative culturali degli studenti, come previsto dall’art. 4, comma 5 dello Statuto.
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