In questo articolo si parla di:
Il mese di novembre si svolgerà la consueta riunione della Cop. Questa volta ad ospitare la Conferenza dell’Onu sul Clima sarà il continente africano , uno dei territori devastati dai cambiamenti climatici.
Sul tavolo tutte le questioni lasciate in sospeso a Parigi:
la revisione degli obiettii nazionali sulla quantità d’emissione è stabilita nel 2018-2023
sparita completamente qualunque data per l’azzeramento delle emissioni e men che meno quella per la progressiva, ma totale sostituzione delle fonti energetiche fossili. Hanno vinto i grandi interessi su petrolio e gas e l’uscita dal carbone resta ben distante.
ogni stato dovrà verificare le sue emissioni
DICHIARAZIONE DI CASABLANCA
(APPELLO ALLA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE)
I record di calore, superati tutti durante l’anno 2016, e la successione di cicloni, di uragani, di inondazioni, di incendi boschivi, di siccità ci ricordano che il cambiamento climatico è una realtà, che colpisce ora e già centinaia di milioni di persone.
Noi, movimenti sociali e organizzazioni della società civile, riuniti in tutta la nostra diversità a Casablanca per lanciare la mobilitazione in vista della COP22 che si terrà dal 7 al 18 novembre prossimi, riaffermiamo la nostra determinazione ad agire per mantenere il riscaldamento climatico sotto il livello di 1,5°C, conformemente all’accordo preso a Parigi dall’insieme dei capi di Stato e di governo.
Durante la COP21, ci eravamo da parte nostra impegnati a mobilitarci, ovunque ce ne fosse stata necessità, affinché la linea rossa di un futuro giusto e vivibile non sia giammai attraversate. Abbiamo onorato e continueremo ad onorare la nostra promessa.
L’Africa, ospite della COP22, subisce le conseguenze più drammatiche e brutali del riscaldamento: degrado dell’ambiente e delle risorse naturali, insicurezza alimentare, stress idrico, aumento della povertà, rischi sanitari, spostamenti forzati e massivi di popolazione. Gli africani e le africane non sono i responsabili del riscaldamento. Il nostro impegno è, conseguentemente, in nome della giustizia - climatica, ma anche sociale.
Ci impegniamo dunque a proseguire la nostra mobilitazione, per:
uscire dall’era dei combustibili fossili, e accelerare la transizione giusta verso un furto 100% rinnovabile
difendere i diritti umani e l’uguaglianza reale, contro tutte le forme di dominazione e di oppressione, che siano basate sul genere, o l’origine ecc.
difendere la piccola agricoltura contadina e la sovranità alimentare, e lottare contro le false soluzione che tolgono le loro terre ai contadini e alle contadine
riconoscere e riparare il debito ecologico che i paesi più industrializzati hanno contratto verso i paesi più poveri, e rompere con il modello di sviluppo basato sullo sfruttamento delle risorse naturali
garantire che i paesi del nord assumano le loro responsabilità, perchè le nostre comunità possano adattarsi e fare fronte alle conseguenze del riscaldamento-
Il tempo stringe: non abbiamo che qualche anno per preservare la possibilità di un futuro libero dal caos climatico. Insieme, dobbiamo fare della COP22 una tappa determinante per il rafforzamento del movimento per la giustizia climatica.
(sottoscritto a Casablanca, il 24 settembre 2016, in occasione dell’incontro internazionale convocato dalla Coalizione Marocchina per la Giustizia Climatica)
Materiali di approfondimento
Dopo Parigi - Tocca a noi con intervista a Naomi Klein curata da Beppe Caccia
Il mondo dopo Parigi - L’accordo sul clima visto dall’Italia- Edizioni Ambiente
L’accordo di Parigi non ci salverà dal climate change di Marica Di Pierri