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Nella giornata del 26 ottobre, ad un anno esatto dal massacro di Iguala, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Messico e nel resto del mondo reclamando veritá e giustizia per i crimini ancora impuniti: l’uccisione e la tortura di sei persone e la desaparición forzada di 43 giovani studenti della Scuola Normale Rurale per maestri di Ayotzinapa.
In Chiapas dopo aver fatto sentire la loro voce con un comunicato dell’EZLN, gli zapatisti hanno manifestato nel Caracol di Oventic.
Migliaia di Bases de Apoyo del Ejército Zapatista de Liberación Nacional (BAEZLN), hanno manifestato fin dalla mattina del 26 settembre in diversi punti del Chiapas, in solidarietà con i familiari e i compagni dei 43 normalistas desaparecidos della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa ad Iguala, Guerrero.
Come avevano annunciato si sono poi ritrovati nella strada di fronte al Caracol di Oventic “Corazón céntrico de los zapatistas delante del mundo”, con striscioni, cartelli, candele, portando il nome di ognuno dei 43 studenti.
A mezzogiorno le BAEZLN sono entrate nel Caracol per realizzare un atto dedicato a “Ayotzinapa y todos los Ayotzinapas que hieren los calendarios y geografías de abajo”.
Sotto la pioggia costante, la manifestazione è continuata nel contesto delle mobilitazioni nazionale ed internazionali per chiedere, come da un anno a questa parte, la "presentación con vida" degli studenti.
Radio Pozol y Regeneración Radio - Tratto da Radio Zapatista
La manifiestazione più numerosa, a Cittá del Messico, è stata aperta da una delegazione dei familiari degli studenti. All’indignazione popolare si sono unite, nei giorni scorsi, le richieste della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) e del rappresentante delle Nazioni Unite in Messico. Entrambe le organizzazioni hanno chiesto al governo federale di fare chiarezza sui fatti, rivedere le indagini svolte finora e rispondere puntualmente alle richieste espresse dai familiari degli scomparsi durante l’incontro con il presidente Peña Nieto, avvenuto il 24 settembre.
Video da Desinformemonos
Le ultime settimane hanno apportato molti nuovi elementi, tanto sul piano giuridico che politico, alla vicenda di Ayotzinapa. Il rapporto finale del Gruppo di Esperti Internazionali (GIEI) inviati dalla CIDH ed un nuovo comunicato del Equipo Argentino de Antropología Forense (EAAF) ribadiscono l’inconsistenza della versione dei fatti presentata dal governo come “verità storica”.
La versione ufficiale, che permette di chiudere il caso in assenza di prove, afferma che i 43 corpi sono stati bruciati dai delinquenti in una sola notte, nella discarica di Cocula, e le ceneri poi gettate nell’adiacente fiume San Juan. Scienziati di fama internazionale, ed esperti in dinamiche del fuoco, tra gli altri, hanno dimostrato l’impossibilità fisica di realizzare un’azione simile.
Tanto i familiari ed i loro avvocati, che le equipe di esperti ribadiscono, basabdosi sugli elementi forniti da lunghi mesi di indagini, che i fatti di Iguala sono un vero e proprio crimine di Stato a cui hanno partecipato istanze governative a livello locale, statale e federale, assieme ai corpi di polizia statale e federale e ad elementi dell’Esercito.
Di fronte all’esigenza reiterata di verità e giustizia, il 25 settembre è stata annunciata la creazione di una Fiscalía Especializada (Commissione di Indagine Specializzata) dedicata ad indagare sui desaparecidos, non solo quelli di Iguala, ma anche sui piú di 20.000 registrati in tutto il Messico.
La riunione avvenuta tra i familiari, i compagni, gli avvocati degli studenti desaparecidos ed il presidente Peña Nieto è stata emblematica della non volontà ufficiale di rispondere alle richieste di chiarimento e giustizia.
Il presidente ha rifiutato le otto petizioni avanzate dai familiari, e la riunione ha dimostrato ancora una volta il disprezzo delle autorità nei confronti del dramma umano e politico che il crimine di Iguala rappresenta.
Il documento indirizzato al presidente dai familiari contiene le loro richieste, che sono:
* 1. Riconoscimento della legittimità della ricerca di giustizia e che il caso è ancora aperto.
* 2. Permanenza del GIEI in Messico, accettazione piena del Rapporto del GIEI e delle sue raccomandazioni.
* 3. Riformulazione dell’indagine in un’unità specializzata di indagine, con supervisione internazionale, composta da due istanze: una che indaghi in profondità dove sono i nostri figli, ed un altra che indachi la montatura con la quali si è cercato di ingannarci.
* 4. Rilanciare e concentrare le ricerche con un uso immediato della tecnologia.
* 5. Attenzione degna ed immediata ai feriti ed i familiari dei nostri compagni vittime di esecuzione extra-giudiziaria. Trattamento degno alle vittime.
* 6. Rispetto alla scuola Normal Rural Raúl Isidro Burgos e fine della criminalizzzazione degli studenti normalisti.
* 7. Meccanismi di comunicazione permanente, degna e con rispetto ai nostri diritti.
* 8. Riconoscimento ed azioni di fondo a fronte dell’impunità, la corruzione e le violazioni ad i diritti umani che vive il Messico”.
Il documento si conclude con una chiara denuncia: “Presidente, non ci fidiamo delle sue istituzioni e del suo governo, che dolosamente ha cercato di ingannarci, ma il desiderio di abbracciare nuovamente i nostri figli ci porta qui oggi per esigere ancora una volta che li trovi, che li trovi subito. Finché non siamo a conoscenza con prove irrefutabili del luogo dove si trovano i nostri figli; finchè le vittime non siamo trattate con dignità, finchè gli assasini non siano arrestati e castigati; finchè i narcopolitici continuino a governare; finchè non ci sia verità, la nostra ricerca legittima segnerà il suo governo ed il suo nome si associerà a quello di Ayotzinapa come simbolo dell’impunità e della corruzione che regna nel paese.
Mentre non sappiamo dove sono i nostri figli, il nostro grido continuerà a risuonare in tutto il paese: ¡VIVOS SE LOS LLEVARON, VIVOS LOS QUEREMOS!”
Per approfondimenti sul narcostato in Messico consulta:
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