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Per il secondo giorno consecutivo centinaia di migliaia di persone riempiono le strade e le piazze in tutto il Messico, al grido di “Vivos se los llevaron, vivos los queremos!”, in riferimento ai 43 studenti dell’Universitá per maestri rurali di Ayotzinapa, nello stato del Guerrero, sequestrati e desaparecidos dalla polizia della cittá di Iguala in collusione con il cartello del narcotraffico locale lo scorso 26 settembre.
Mercoledí 22 ottobre le mainfestazioni si sono susseguite in tutta la giornata, sia nelle grandi cittá che in piccoli paesi, in diciotto stati del Messico. Un corteo di piú di cinquantamila persone, aperto dai familiari e dai compagni degli studenti sequestrati, ha raggiunto lo Zocalo di Cittá del Messico, dove l’enorme piazza si é riempita soprattutto di studenti di tutte le universitá e scuole presenti nella cittá.
Ad Iguala, luogo della strage, hanno marciato piú di ventimila persone, ripercorrendo i luoghi dove sono stati uccisi e sequestrati gli studenti ormai quasi un mese fa; giunti di fronte al palazzo municipale, sede fino a poche settimane fa del narcosindaco José Abarca, un gruppo di manifestanti vi ha appiccato fuoco, come era successo al Palazzo del Governo nella capitale dello stato del Guerrero, Chilpancingo, nella manifestazione di due settimane fa.
In Chiapas gli zapatisti hanno manifestato concentrandosi lungo gli incroci che portano alle loro comunità e caracol con candele e striscioni per denunciare il massacro degli studenti e richiedere la libertà dei prigionieri politici della Tribù Yaqui, mentre a San Cristobal si svolgeva una manifestazione di aderenti alla Sesta, di studenti e di maestri che raggiungevano la Cattedrale centrale.
Da Ciudad Juarez alla Selva Lacandona, sono incontabili le iniziative di denuncia che reclamano veritá e giustizia per gli studenti e per le centinaia di migliaia di vittime di questa guerra che il governo ed i poteri forti del Messico, dietro la maschera della lotta al narcotraffico, hanno intrapreso contro l’intera societá messicana.
Nella giornata di giovedí 23 ottobre, sono le universitá e le organizzazioni studentesche che sono state protagoniste delle proteste.
A Cittá del Messico prosegue lo sciopero (il secondo in due settimane) di due giorni proclamato dai collettivi stdenteschi, i professori e le stesse autoritá accademiche delle principali universitá, a cui si sono unite le Scuole Normali (universitá per maestri con una forte tradizione di movimento e lotta sociale) della capitale e del Chiapas.
In Guerrero tutte le Scuole Normali sono in sciopero da settimane, e nella mattinata di giovedí gli studenti, assieme al sindacato dei maestri, la CETEG (Coordinadora Estatal de Trabajadores de la Educación), hanno occupato per tempo indefinito il palazzo municipale di Acapulco e di altre 25 cittá.
Nel contempo, si profila la rinuncia del governatore dello stato del Guerrero, Angel Aguirre, misura necessaria e rimandata il piú possibile dal partito di sinistra che lo sostiene, il PRD, che é stato travolto dallo scandalo quando é emersa pubblicamente la penetrazione oramai inarrestabile degli interessi illegali nelle amministrazioni governate dalla sinistra nello stato, come nel caso della stesa Iguala.
Tra il dolore e la speranza, il Messico, laboratorio ed esempio della perversione dell’economia globale, in cui una vita umana vale molto meno di un grammo di cocaina, di un grammo di oro o di un litro di petrolio, grida la propria indignazione e chiede giustizia.
Giovanna Gasparello
Di seguito il Comunicato del Congresso Nazionale Indigeno e dell’EZLN
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E DELL’EZLN SUL CRIMINE DI AYOTZINAPA E PER LA LIBERTA’ DEI LEADER YAQUI.
(NOTA: questo testo è stato letto da membri del Congresso Nazionale Indigeno durante una delle mobilitazioni che sono state realizzate in Messico il 22 ottobre 2014 e non, come riportato da qualche media prezzolato, da rappresentanti dell’EZLN).
Messico, 22 ottobre 2014.
Agli studenti della Normale Rurale Isidro Burgos, di Ayotzinapa, Guerrero
Alla Tribù Yaqui
Alla Sexta Nazionale e Internazionale
Ai popoli del mondo
PERCHE’ E’ CON RABBIA E RIBELLIONE,
E NON CON RASSEGNAZIONE O CONFORMISMO,
CHE CI DOGLIAMO NOI DI SOTTO.
EZLN. 19 ottobre 2014
Da popoli che siamo a partire dalle nostre lotte di resistenza e ribellione, inviamo la nostra parola che rispecchia quella parte di questo paese che nominiamo Congresso Nazionale Indigeno, riuniti perché il dolore e la rabbia ci chiamano giacché ci fanno male.
La scomparsa dei 43 compagni studenti della Normale Rurale Isidro Burgos di Ayotzinapa, Guerrero, sequestrati-fatti sparire dai Malgoverni, impone una penombra di lutto, di angoscia e di rabbia. La speranza della ricomparsa dei compagni è il dolore che ci unisce ed è la rabbia che si fa luce nella veglia che si mobilita in tutto il paese, portando con sé un grido di dignità e di ribellione nel Messico di Sotto.
Sappiamo che, mentre i criminali governano questo paese guidati dal capo supremo dei paramilitari Enrique Peña Nieto, coloro che forgiano la coscienza esercitando e difendendo l’educazione vengono assassinati e fatti sparire, e coloro che difendono l’acqua per un popolo eroico e millenario come la Tribù Yaqui sono in carcere.
Il governo messicano ha preteso di minimizzare la criminale repressione ai danni dei compagni normalisti come non fossero che vittime tra le tante della delinquenza, come ha fatto svariate volte in tutto il paese. Qualche morte in più per i mezzi di comunicazione… ma noi popoli che abbiamo sofferto la repressione sotto molte forme sappiamo che i delinquenti sono all’interno di tutti i partiti politici, nella camera dei deputati e senatori, nelle presidenze municipali, nei palazzi di governo.
A noi popoli originari fa male Ayotzinapa; i 43 compagni normalisti sono ancora scomparsi e lo Stato fa finta di non sapere dove siano, come se non fosse stato lo Stato che se li è presi: pretendono di far scomparire anche la coscienza. Oggi gli scomparsi sono presenti nel pensiero di questo paese, nello sguardo attento e nel cuore di noi che siamo il Congresso Nazionale Indigeno.
In questo paese ci sono mafie pericolose e si fanno chiamare Stato Messicano; sono loro che molestano noi popoli in lotta, noi che non siamo stati senza volto e perché ci risulti chiaro arrivano a strapparcelo, noi che siamo i nessuno, coloro che vedono e sentono la violenza, che subiscono attacchi multipli e simultanei, che sanno che in questo paese sta accadendo qualcosa di brutto, molto brutto: si chiama guerra ed è contro tutti. Una guerra che di sotto si vede e si soffre nella sua interezza.
Oggi reiteriamo che finché non riappariranno in vita i nostri compagni normalisti di Ayotzinapa, e nello stato di Sonora i nostri fratelli Mario Luna Romero e Fernando Jiménez si troveranno in carcere per aver difeso l’acqua sacra del fiume Yaqui, finché saranno sequestrati dai malgoverni continueremo a rispondere di conseguenza.
Come nel Guerrero, la repressione contro i popoli, il saccheggio delle risorse naturali, la distruzione dei territori, sono operati in tutto il paese dal NarcoStato senza scrupoli, che nel governare usa il terrorismo per fabbricare dolore e paura.
Tale dolore e rabbia si sono convertiti in dignità e ribellione contro la guerra di sterminio, perché altrimenti non sarebbe che aspettare la morte, la spoliazione e ancora più dolore e più rabbia.
Esigiamo la presentazione in vita dei 43 normalisti scomparsi e lo smantellamento di tutta la struttura di Stato che sostiene il crimine organizzato!
Esigiamo l’immediata liberazione dei compagni Mario Luna e Fernando Jiménez!
Il vostro dolore è il nostro, la vostra rabbia è la nostra!
22 ottobre 2014
Mai Più un Messico senza di Noi
Congresso Nazionale Indigeno
Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
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Traduzione a cura dell’Associazione Ya Basta! Milano