A volte le recensioni si fanno “per dovere”, a volte sono un taglia/incolla di altre note, a volte ti lasciano il sapore amaro perché ti chiede dov’è quello che ti aspettavi visto che non ce n’è traccia nel libro che hai appena finito di leggere …
La recensione che vi proponiamo di “Rivoluzioni violate – Cinque anni dopo: attivismo e diritti umani in Medio Oriente ed Africa” è soprattutto un consiglio spassionato alla lettura del libro curato da Osservatorio Iraq e Un ponte per … , perché questo libro è utile.
E’ utile perché i capitoli ci portano attraverso quello che è successo dal 2011, dall’apparire della “Primavera arabra” in Tunisia, Egitto, Siria, Iraq, Marocco e Libia, Palestina. Lo fanno in maniera semplice, diretta con una cronologia dei fatti che offre continui spunti di riflessione, negandosi ad essere una semplice serie di date, ma invece tracciando un percorso di approfondimento.
E’ utile perché chi lo ha scritto, si sente, che è mosso dalla passione di comprendere. Che sia attivista, giornalista, cooperante, ricercatore quello di cui parla lo appassiona. Non per aprioristiche scelte ideologiche di campo, ma per volontà di andare oltre ai luoghi comuni, di non fermarsi a quelli che vengono presentati come dati di fatto.
Ogni capitolo, ogni analisi dei singoli paesi racconta storie e una realtà che molte volte scompare dentro la superficialità convulsa di questi tempi portatori di grandi cambiamenti.
E’ proprio questo sguardo attivo, che permette che la scelta brevità dei pezzi , ne facciano un’occasione non scontata, che compone uno quadro, certo non facile né ottimistico, del concatenarsi di storie locali con l’azione di attori regionali, internazionali, di interessi di vecchi e nuovi poteri.
E’ un libro che nel complesso fa una scelta. La scelta di essere di parte. Dalla parte delle donne e degli uomini che in questi paesi scelgono, a rischio anche della vita, di cercare di contribuire ad aprire spazi di libertà, di diritti, di autodeterminazione.
Sono avvocatesse e avvocati, giornalisti, attivisti, blogger, militanti, giovani e vecchi, manifestanti, membri di comitati, reti, gruppi, sindacati … . Sono quelli che vengono comunemente definiti “difensori dei diritti umani”. Diritti che non si possono riassumere in una lista chiusa di vocaboli, che non bastano certo le definizioni internazionali, in molti casi frutto di un’epoca passata, a descrivere nella pienezza che assumono nel nostro presente.
Nel libro sono la traccia sottesa, raccontata senza esaltazioni o semplificazioni, che riempie un’altra parola a volte svuotata di significato: “società civile”.
Un libro che dicevamo è utile perché per prima cosa solo attraverso la conoscenza, lo sforzo di non fermarsi alla superficie, si può evitare di indossare le lenti della miopia e vedere solo quello che fa comodo, astraendolo dalla complessità ed utilizzandolo per rafforzare le proprie certezze.
Non ci sono soluzioni semplici, o già prestabilite, che escono dalla lettura dei capitoli. C’è invece la capacità di riconsegnarci la realtà di questi paesi per quello che è: un pezzo del rompicapo globale nel quale tutti siamo immersi.
Un rompicapo in cui echeggiano domande che ci riguardano: cos’è e come si costruisce un’alternativa, che nuove forme deve assumere la democrazia, come si costruisce la forza del cambiamento radicale, quali sono le nuove forme del potere, del controllo sociale? Il tutto lottando per liberarsi dalla stretta strangolante di autoritarismi ed integralismi, due facce della stessa medaglia che si alimentano a vicenda in ogni dove.
Le storie del Medioriente e del Nord Africa ci riguardano, non solo per l’umanità migrante che arriva nella nostra Europa, ma perché non c’è possibilità di costruire un cambiamento qui dove viviamo senza un cambiamento, agito sull’altra sponda.
Non è certo un cammino facile, ma “Rivoluzioni violate” ci racconta che abbiamo dei compagni di strada e che vale la pena di conoscerli e per quello che possiamo fare sostenerli, perché significa sostenere anche noi stessi.
Buona lettura.
Indice
Introduzione
“Uno spazio comune da tenere aperto” di Francesco Martone
Prefazione
“Il respiro breve di una modernità non elitaria” di Marina Calculli
Analisi
“Tunisia. Tra aspettative di riscatto e controrivoluzione” di Debora Del Pistoia e Damiano Duchemin
“Egitto. Da esempio a scempio del sogno democratico” di Giovanni Piazzese
“Siria. C’era una volta un paese” di Fouad Roueiha
“Iraq. La linea sottile tra guerre e libertà” di Joseph Zarlingo
“Palestina. I “ribelli scomodi” di una rivoluzione imperfetta” di Cecilia Dalla Negra
“Marocco. Cambiamento o conservazione?” di Sara Borrillo e Christian Elia
“Libia. Un paese sull’orlo della spartizione” di Lamia Ledrisi
Voci dal campo
Charfeddine (Tunisia)
Mohanad (Egitto)
Razan (Siria)
Nibras (Iraq)
Bassem (Palestina)
Khadija (Marocco)
Riad (Libia)
Il volume è disponibile presso le sedi di Un Ponte Per … ( a Padova lo puoi trovare in Via Barbarigo 17)
Ed è acquistabile da gennaio nelle librerie e al sito di Edizioni dell’asino