Diritti al Futuro – Formazione di giovani Promotori dei diritti umani nello stato di Morelos, Messico

“La partecipazione a questo corso mi ha fatto prendere coscenza della responsabilità che abbiamo noi giovani nella costruzione di un futuro migliore, per noi e per i nostri figli. La partecipazione attiva di tutti noi nella sensibilizzazione e la difesa dei diritti umani è la migliore maniera per permettere che, nel futuro, questi vengano davvero rispettati.”

La testimonianza di Alicia, giovane studentessa originaria della comunità di Amayuca, mette in luce alcuni dei punti di forza del progetto Diritti al Futuro, svoltosi in diverse località dello stato di Morelos, nel Messico centrale.

Il progetto Diritti al futuro, finanziato dal fondo Otto per Mille della Tavola Valdese, è stato coordinato dall’Associazione Ya Basta di Padova con la partecipazione di Ya Basta Bologna e della Coordinadora de Grupos Culturales, Indigenas y Populares, associazione che da più di dieci anni realizza attività di promozione culturale e di sviluppo sociale con la popolazione indigena dello stato di Morelos.

Proprio dai membri della Coordinadora, nel 2014, è stata espressa la necessità di iniziare un percorso di formazione e sensibilizzazione sulla tematica dei diritti umani, i meccanismi per la loro applicazione e gli strumenti per la difesa.

Nella situazione di violenza generalizzata che vive il Messico attualmente, e la connessa crisi dei diritti umani legata alla presenza militare in molte regioni ed alla capillare corruzione della polizia, lo stato del Morelos è tra le zone più sensibili. Secondo l’Atlante della sicurezza e della violenza in Morelos (pubblicato nel 2014 dall’Università Autonoma dello stato del Morelos, UAEM), questo stato è, in numeri relativi rapportati al numero di abitanti, quello con il maggior numero di sequestri, esecuzioni, estorsioni e furti del paese. Quasi la metà dei municipi del Morelos si trovano compresi nella “frangia della violenza”, territorio che condivide con lo stato del Guerrero, una zona di transito e smistamento per il narcotraffico e le attività illecite. I giovani sono obiettivo particolare della violenza; secondo la Rete per i Diritti dell’Infanzia in Messico, i bambini e gli adolescenti “sono una fonte di entrate miliardarie per il crimine organizzato, che li vede come un gruppo totalmente vulnerabile per il reclutamento forzato nelle reti della delinquenza, il lavoro in schiavitù e la tratta con fini di sfruttamento sessuale, come parte di un fenomeno poco studiato in cui le autorità non aiutano le vittime, ma le criminalizzano” (quotidiano La Jornada, 9/11/2014).

Proprio ai giovani si è rivolta l’azione di Diritti al Futuro, puntando sulla promozione e protezione dei diritti umani come un elemento necessario per la costruzione di una società futura più equa. Grazie alla capillare presenza sul territorio della Coordinadora, sono stati organizzati dei corsi di formazione aperti e gratuiti, della durata di quattro sessioni (durante tutti i fine settimana di un mese), in tre località: la Colonia Universo di Cuernavaca, Amayuca e San Miguel 30. Mentre gli ultimi due sono piccoli paesi a maggioranza indigena, la Colonia Universo è una zona rurale alla periferia della capitale dello stato, Cuernavaca, città profondamente colpita dalla violenza.

Il sostegno delle autorità locali e di associazioni presenti sul territorio è stato molto importante, dimostrando quanto la problematica sia sentita nella zona. Allo stesso tempo, i corsi si sono rivelati un’opportunità per i giovani di conoscersi e momenti di convivenza festosa con gli abitanti della località che li ospitava. Zona ricca di tradizioni musicali – terra del corrido, genere di canzone accompagnata dalla chitarra che racconta di personaggi e avvenimento realmente accadutim- spesso, alla fine della prima giornata del corso, i giovani sono stati raggiunti dai musicisti locali improvvisando dei convivi all’insegna della condivisone di tradizioni e conoscenze.

Nel corso degli incontri i partecipanti, in maggioranza giovani–studenti, giovani famiglie che hanno partecipato anche con i loro bambini, o attivisti di realtà di base hanno approfondito tematiche diverse: l’organizzazione del potere giudiziario, i diritti umani, le garanzie individuali e, alla fine, cosa fare in caso di detenzione.
L’affluenza ai corsi è stata importante: quasi cinquanta persone provenienti da diverse zone dello stato si sono riunite, sabato dopo sabato, con un obiettivo concreto: formarsi per poter successivamente dar vita alla Rete di Promotori Comunitari dei Diritti Umani.
Un’antecedente importante per quest’iniziativa è l’analoga Rete formata in Chiapas qualche anno dopo l’insurrezione zapatista, dove decine di abitanti delle comunità indigene nella zona di conflitto si organizzarono per documentare in loco e sul momento le violazioni ai diritti umani, un lavoro preziosissimo che, in coordinazione con le organizzazioni di difesa dei diritti, ha permesso di fare giustizia su molti abusi.

Le informazioni apprese durante la formazione Diritti al Futuro sono stati elaborati dai partecipanti insieme ad un gruppo di artisti legati alla Casa della Cultura di San Miguel 30. Appassionati di arti grafiche e fumetti, i giovani hanno raccolto la sfida di creare due opuscoli di “diritto penale”, illustrati a fumetti per facilitare la comprensione anche da parte di coloro che abbiano difficoltà di lettura.

Nel primo opuscolo “Diritto Penale” si illustrano i fondamenti in riferimento ai delitti contro l’individuo, contro la libertà e altre garanzie, contro la libertà e il normale sviluppo psicosessuale, contro il prestigio, contro il patrimonio, contro la famiglia. Concludendo con la diversificazione della qualità dei delitti.
Questo opuscolo ha lo scopo di chiarire la definizione dei delitti in modo di approfondire le conoscenze del sistema giuridico nazionale per difendere i diritti e per la punizione di tutti i delitti ed ingiustizie in maniera giusta ed appropriata.
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Il secondo opuscolo “Diritto penale e giurisprudenza” rappresenta una situazione comune – l’uccisione di un uomo e le peripezie della moglie nel dedalo della burocrazia giudiziaria – fornendo consigli pratici sui diritti dell’individuo e la maniera di esigerne il rispetto. Vi è descritta la corretta procedura per denunciare i reati e quali sono le figure dell’autorità giudiziaria.
Questo opuscolo ha lo scopo di contrastare le innumerevoli difficoltà. che gli indigeni e gli abitanti di contesti più poveri affrontano nel momento in cui vogliono denunciare un reato. Una situazione dovuta all’ignoranza delle procedure e alla corruzione che purtroppo esiste nell’amministrazione della giustizia.
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A questi due opuscoli si è aggiunto un documento dedicato al Decreto 728 con cui si inserisce Articolo 2 bis e si riforma la frazione XLVIII dell’articolo 40 della Costituzione Politica dello Stato Libero e Sovrano del Morelos riconoscendo i diritti indigeni.
Questo materiale è stato pensato per divulgare la normativa esistente dello Stato del Morelos a protezione dei diritti indigeni.
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La distribuzione degli opuscoli e del depliant è stata l’occasione per i giovani promotori di sensibilizzare la popolazione, “disseminando” le conoscenze apprese. Con quest’obiettivo i giovani promotori hanno organizzato, nelle proprie città o comunità di origine, otto incontri pubblici e aperti a tutti. Nelle località di Jantetelco, Tlaltizapan, Cuernavaca, Xoxocotla, Tetela del Volcán, Tepoztlán, Temimilcingo, Cuautla, Tlaquiltenago, Jojutla e Tetelpa molti cittadini hanno raccolto l’invito e, nel contesto delle affollate assemblee sono stati distribuiti gli opuscoli e in molti hanno potuto conoscere quali sono i diritti fondamentali di ognuno, come riconoscere se una persona è oggetto di violazione dei diritti umani ed a chi rivolgersi per la denuncia.

giovani promotori sono così stati riconosciuti pubblicamente dalle proprie comunità, che in molti casi hanno conferito loro “formalmente” il ruolo. Questo mostra la capacità delle strutture di governo indigene di trasformarsi per rispondere ai nuovi problemi sociali che le attraversano, senza perdere la propria identità. Il ruolo di Promotori di Diritti Umani, infatti, è stato inserito nella struttura delle responsabilità collettive che caratterizza la vita quotidiana ed il governo interno delle comunità indigene, conquistandosi così un riconoscimento importante tra la popolazione.

“Questi corsi sono stati solo l’inizio. Molte altre realtà, in comunità rurali ma anche urbane, ci stanno contattando invitandoci a ripetere i Corsi di Diritti Umani nella loro regione”, racconta Guillermo Hernandez, il coordinatore del progetto.
“Chi ci invita si impegna a invitare le persone che si formeranno sul tema, e questo rappresenta gia dall’inizio una presa in carico attiva della responsabilità da parte del gruppo, collettivo o comunità. Pensiamo che l’iniziativa sia stata un grande successo e stiamo già organizzando un nuovo corso. I diritti hanno futuro quando esiste l’organizzazione collettiva che li conosce e li difende”, conclude.

Il Progetto si è concluso positivamente contribuendo al protagonismo diretto di giovani indigeni nella promozione dei diritti umani. Il protagonismo diretto dei giovani è enormemente importante in Messico visto il perdurare di forme di sistematica violazione dei diritti in particolare nelle comunità indigene e nelle zone svantaggiate.

La preoccupazione per la situazione che vive il paese continua ad essere presente.
Proprio nel mese di ottobre 2016 diverse organizzazioni messicane (ARTICLE 19, Oficina para México y Centroamérica, Centro de Derechos Humanos Miguel Agustín Pro Juárez, Fundar, Centro de Análisis e Investigación, Programa de Derechos Humanos, Universidad Iberoamericana, Campus Ciudad de México) in collaborazione con Instituto Nacional de Transparencia – Acceso a la Información y Protección de Datos Personales (Inai) hanno presentato la piattaforma Memoria y Verdad, come archivio digitale attorno ai 15 casi paradigmatici di violazione gravi dei diritti umani.

Sempre ad ottobre 2016 è stato avviato il Mecanismo de seguimiento especial de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH), che dovrà controllare che lo stato adempia alle indicazioni del Grupo Interdisciplinario de Expertos Independientes (GIEI) che si è occupato del caso dei 43 studenti della Normal di Ayozinapa, spariti due anni fa e di cui ancora non si conosce la sorte.

In questo quadro sostenere ed appoggiare il lavoro di formazione dei promotori dei diritti umani contribuisce a rompere il clima di impunità generalizzato, particolarmente pesante proprio in stati a forte presenza indigena, come il Morelos.

Chi non conosce i propri diritti non li può difendere.
Ampliare la conoscenza e l’informazione sui propri diritti è il primo passo per la loro difesa.

A cura di Giovanna Gasparello

Associazione Ya Basta – Bologna
Impegnata in progetti di cooperazione internazionale opera con continuità sia in America Latina, in particolare in Brasile e Messico oltre che nell’area euromediterranea. A livello locale è impegnata in progetti di solidarietà ed integrazione sociale.

Coordinato da Associazione Ya Basta – Padova
Per info: padova@yabasta.it
Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese


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