In tutte le riviste d’arredamento viene suggerito che con una mano di colore alle pareti si può dare un aspetto totalmente nuovo, cool e attraente ad una casa, ad un vecchio mobile, ad un oggetto. Gli esperti più saggi sottolineano però che, se vuoi qualcosa che resti e non solo un maquillage esterno, devi risanare, ristrutturare a fondo addirittura a volte abbattere e ricostruire le pareti o gli oggetti che vuoi trasformare.
Ad un mese circa dalle elezioni presidenziali, il 15 novembre 2019 il presidente della Repubblica Kais Saied, eletto con la speranza di molti cittadini di cambiare le cose, combattere la corruzione e trovare risposta alla crisi economica, ha conferito al Capo del governo Habib Jomli, proposto dal partito islamico Ennahdha, l’incarico per la formazione del nuovo Governo, che dovrebbe restare in carica fino al 2024.
Come in un testo teatrale riadattato, i vari partiti tunisini, si muovono nello scenario, auspicato anche dalle istituzioni internazionali, di una sorta di grande coalizione per governare visto che nessuno è in possesso dei seggi necessari per avere una maggioranza autonoma (Ennahdha ha 52 seggi, seguita da Qalb Tounes con 38 seggi).
Nell’evolversi della pièce teatrale i protagonisti si muovono tra un atto ed un altro, creando ad arte la suspence adatta ad intrattenere gli spettatori.
Rached Ghannouchi di Ennahdha è stato eletto Presidente dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo, anche con i voti del partito Qalb Tounes guidato da Nabil Karoui, il che faceva presagire l’alleanza governativa tra i due partiti.
Ma… a pochi giorni di distanza lo stesso Ennahdha ha affermato che non farà alleanze con Qalb Tounes e che spera che nel prossimo governo la scelta dei Ministri si basi su criteri di competenza e integrità e non sull’appartenenza politica.
Retoriche sulla competenza, la scelta di tecnici e non di politici, che oggi vanno per la maggiore, non solo in questa parte di mondo, riecheggiano nel dibattito politico tunisino, mentre Habib Jomli, incaricato per la formazione del Governo, giustappunto per “il suo percorso professionale nelle Istituzioni e nel settore privato”, dopo aver conferito con Youssef Chahed, incaricato degli Affari correnti, sta iniziando le consultazioni con tutti i partiti e poi passerà alle maggiori organizzazioni sindacali e sociali.
I tempi per lo svolgersi degli atti della pièce teatrale non sono stati fissati, per cui c’è tutto il tempo per colpi di scena e nuove trame dentro la sceneggiatura già decisa della “grande coalizione”.
La vita reale intanto continua alle prese con la crisi economica che perdura e le mille contraddizioni della quotidianità.
I dati macroeconomici parlano di un calo sia delle esportazioni del 3,8 % che delle importazioni del 7,8% nei primi 10 mesi del 2019 in relazione allo stesso periodo del 2018.
I prezzi sono aumentati del 14,9% per le esportazioni e del 17,3% per le importazioni.
Lo stato degli scambi commerciali verso l’estero attesta che alcuni settori di punta dell’economia tunisina mostrano segnali preoccupanti: calo nell’agricoltura e nell’industria agro-alimentare (-18,7%), del tessile, abbigliamento e cuoio (-4,6%) e dell’industria meccanica ed elettrica (-2,4%).
Ad aumentare significativamente solo il settore dell’energia (8,4%), grazie alla crescita delle estrazioni soprattutto di gas e petrolio a Tatouine e Kebili, zone dove peraltro si sono svolte numerose proteste contro il mancato uso di mano d’opera locale negli impianti e per il reinvestimento degli utili nell’economia locale.
La scelta dei precedenti governi di combattere l’aumento dei prezzi attraverso il controllo dell’inflazione, più che spingere su una reale crescita, ha portato al mantenimento di un alto tasso di disoccupazione, che non accenna a scendere.
Il debito pubblico resta altissimo. Il tutto accompagnato da una crescita del numero degli impiegati pubblici, dei funzionari, dell’apparato statale ed adesso anche locale, dopo l’avvio dei processi di decentramento, in molti casi con fini di clientelarismo politico.
Con una percezione complessiva negativa per i cittadini: più del 60% dei tunisini è insoddisfatto del funzionamento delle istituzioni.
Un assetto generale del paese che fa serpeggiare la disillusione in un cambiamento profondo, strutturale di cui invece si sente il bisogno, come peraltro sta emergendo con tutte le dovute differenze in tutti i paesi dell’area, dalla vicina Algeria, al Libano e al lontano Iraq.
Sempre nella vita reale, guardandosi intorno in Tunisia, in posti tra loro lontani e diversi, si vedono imbianchini, muratori al lavoro: negli Hotel si riverniciano le hall, le sale, nelle Maisons des Jeunes, sull’ondata dell’indicazione del Ministero si stanno pitturando e ristrutturando gli spazi e le pareti, dove si inaugurano eventi di ogni tipo prima passa l’impresa a tinteggiare.
La domanda che serpeggia è: una mano di colore basta a cambiare la realtà?
Laboratori di fumetti
Nel mese di novembre 2019 si sono svolti i primi due Laboratori di fumetti, che insieme ai Laboratori musicali, fanno parte delle attività pilota culturali del progetto JASMIN coordinato dalle ONG italiane Overseas e Cefa.
Lo spirito che ha animato questo percorso è quello di contribuire a stimolare i giovani tunisini a comprendere che la realizzazione di attività, a volte percepite come secondarie, in particolare i linguaggi artistici, rappresentano invece sia un arricchimento personale sia una potenzialità lavorativa innovativa da esplorare.
In particolare i molteplici linguaggi dell’arte possono permettere ai giovani di creare nuove esperienze in maniera autonoma ed indipendente, una attitudine che è uno degli scopi generali di Jasmin.
A svolgere i Laboratori il fumettista padovano Claudio Calia, che da diversi anni realizza attività laboratoriali, corsi e wokshop nel mondo mediorientale dal Marocco all’Iraq.
L’idea di promuovere e valorizzare il linguaggio dei fumetti nasce dalla convinzione che approfondire la conoscenza di questo specifico linguaggio artistico, oggi fruibile a livello universale, sia l’occasione per stimolare tra i giovani una modalità nuova di comunicare e di creare nuove opportunità per il futuro.
Nei Laboratori si riattraversa la storia del fumetto, proprio per farne conoscere l’evoluzione, partendo dalla consapevolezza che in Tunisia, come in altri paesi, a parte una piccola nicchia di appassionati, per la maggioranza il fumetto è associato a letture infantili, la visione di qualche cartone animato ed ora anche all’inizio della diffusione dei manga in traduzione francese. Questo non significa che nel paese non ci siano alcune esperienze d’avanguardia come l’Hub 619.
La proposizione in forma multimediale delle tappe fondamentali del fumetto porta a riflettere sul fatto che l’evoluzione di questo linguaggio artistico è stata, ed è, continuamente alimentata dalla ricerca di nuove possibilità, dal coraggio di sperimentare, di forzare l’orizzonte.
Cose che sembrano scontate nascono proprio da questa continua tensione all’innovazione nella costruzione di un linguaggio sempre più articolato e versatile, che ancora oggi continua a sfidare nuovi orizzonti.
In fondo pensare a Yellow Kid, tra i primi disegni parlanti, alla serialità del Little Nemo di Winsor McCay ed alle intuizioni contemporanee di Alan Moore è paradigmatico di come la creatività apra costantemente nuovi cammini, alimentandosi di quanto avviene nello spazio sociale complessivo.
Creatività che diventa potenza se accompagnata dall’innovazione di tecniche e stili.
Uno stimolo offerto ai partecipanti che va oltre la stessa dimensione dei Laboratori di fumetto e che si inserisce nell’humus generale che sottende al Progetto Jasmin, quello di offrire nuove opportunità di invenzione del proprio futuro alle nuove generazioni tunisine per contrastare le illusorie sirene di ogni forma di radicalismo ed estremismo.
I primi due Laboratori di fumetti si sono svolti a Manouba e Kairouan, tutti e due all’interno delle Maisons des Jeunes, quelle definite di “seconda generazione”.
Le Maisons des Jeunes sono sempre esistite fin dai tempi del vecchio regime e facevano parte della struttura stessa del potere. Dopo la Rivoluzione del 2001 le molte associazioni giovanili nate sull’onda del cambiamento in atto, all’inizio, a volte, preferivano svolgere le attività fuori da questi posti considerati come un retaggio del passato. Poi con il passare degli anni queste stesse strutture sono state riutilizzate ed in molti casi hanno ospitato attività associative, la nascita di radio comunitarie o web ed altre iniziative culturali e sociali.
Negli ultimi tempi è stato avviato un programma dal Ministero della Jeunesse et Sport in alcune sedi pilota, che prevede che le Maisons des Jeunes vengano ristrutturate, dotate di spazi attrezzati per attività sportive e culturali, per radio web e con personale di coordinamento. Sono, queste che vengono definite di “seconda generazione”.
E’ come se le istanze di base post rivoluzione fossero state acquisite dalle istituzioni. Resta da capire, ed in molti casi questo dipende dalle condizioni specifiche locali, se questo può rappresentare una occasione in più per le realtà associative o se invece questo porti ad uno snaturamento della carica di cittadinanza attiva che è stata alla base di molte iniziative più interessanti nate dopo la rivoluzione.
Laboratorio di fumetti alla Maison de Jeunes Oued Ellil – Governatorato di Manouba dal 14 al 18 novembre 2019.
Il Governatorato di Manouba si trova a nord ovest di Tunisi e fa parte dell’area metropolitana della “Grand Tunis”, l’area metropolitana, che comprende Tunisi, Araiana e Ben Arous.
La capitale Manouba faceva parte delle residenze estive del bey di Tunisi, il governatore dell’Impero Ottomano. Per questo nella zona si contano numerosi palazzi e parchi storici. Per il resto la maggioranza dell’area è agricola. Un pezzo di mondo rurale povero nella periferia urbana.
L’area intera è interessata da un vasto progetto di edificazione di nuove strutture tra cui alcuni Ministeri.
Il Laboratorio di fumetti in collaborazione con il partner Tunisian Forum For Youth Empowerment si è svolto nella Maisons des Jeunes di Oued Ellil, che è un punto di socialità per i giovani della zona.
I partecipanti sono stati una trentina, di varie età, dai ragazzini piccoli agli adulti. In un clima disteso e di socialità si è svolta la parte teorica sulla storia dei fumetti e sulle tecniche del linguaggio ad immagini insieme agli esercizi di disegno e alla realizzazione finale di racconti a fumetti, che sono stati esposti alla conclusione delle cinque giornate.
Una parte specifica del Laboratorio è stata indirizzata agli operatori della Maison, interessati a riprodurre attività con il fumetto nella programmazione culturale.
Laboratorio di fumetti alla Maisons des Jeunes Mansoura a Kairouan – Governatorato Kairouan dal 19 al 23 novembre 2019.
La città di Kairouan, capoluogo del Governatorato, è spesso definita come la quarta città santa dell’Islam. Con la sua Medina, i mercati organizzati in corporazioni, le sue Moschee, tra cui la Grande Moschea che costituisce il più anziano e prestigioso monumento islamico della Tunisia e del Maghreb, è iscritta dal 1988 nella lista mondiale dell’Unesco. Nel 2009 è stata tra le tre città scelte ogni anno come capitale della cultura islamica dall’Organizzazione islamica per l’educazione, le scienze e la cultura.
Una città tra tradizione e modernità, circondata da una vasta zona agricola che arriva fino alle montagne.
Una sorta di porta verso il sud e l’interno del paese, con cui condivide i problemi come l’alta disoccupazione, la carenza di infrastrutture accompagnate dalla cronica mancanza di investimenti mirati allo sviluppo delle potenzialità locali come il turismo e l’agricoltura. Mancanze strutturali, che si riflettono anche sul piano culturale.
A Kairouan, ad esempio, come in molte altre città del paese, manca ancora una vera sala cinema, come sottolineato dal regista Ibrahim Letaïef, durante l’inaugurazione dell’edizione 2019 di JCK Journées Cinématographiques de Kairouan in corso negli stessi giorni del Laboratorio di fumetti.
Il Laboratorio di fumetti in collaborazione con il partner locale AKAD Association Kairouan pour l’Auto Développement nella Maisons des Jeunes del quartiere di Mansoura. Vi hanno partecipato una trentina di ragazze e ragazzi, la maggioranza studenti oltre ad alcuni esponenti delle associazioni locali.
In questo caso il Laboratorio, dopo le parti più collettive, come la storia del fumetto e le esercitazioni tecniche di disegno, ha visto una particolare interazione specifica con ogni partecipante da parte dell’esperto Claudio Calia, a seconda delle capacità ed attitudini personali.
Chi si era già sperimentato nel disegnare fumetti ha avuto così la possibilità di approfondire il lettering e l’impaginazione, chi era alla prima esperienza ha potuto avvicinarsi positivamente a questo particolare linguaggio artistico.
Le tavole realizzate sono state esposte nella Maisons des Jeunes durante l’inaugurazione dei nuovi spazi.
Tutte le storie, realizzate in questi primi due Laboratori di fumetti come negli altri che saranno realizzati a Jendouba, Biserta e Medenin, saranno raccolti in un ebook ed una Mostra collettiva che sarà esposta in Tunisia ed in Italia.
Tanti racconti, tante storie tra loro diverse ma che permetteranno di comprendere i tanti desideri, le tante preoccupazioni e le tante emozioni che attraversano la Tunisia contemporanea.
Progetto JASMIN, Juenesse Active pour une Société capable de promouvoir l’employabilité e l’INclusion, coordinato dalle ONG italiane Overseas e Cefa, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale.