Walking Sounds a Padova la delegazione irachena – Racconto

Quarantotto ore possono essere un tempo lunghissimo oppure passare in un baleno. Le 48 ore della visita di Saman, Niwar e Zhalyan, giovani musicisti iracheni, il 6 e 7 novembre a Padova, sono state un’intenso momenti di scambio e condivisione con oltre mille persone di ogni genere ed età, in un turbinoso susseguirsi tra parole e musica.

Ascoltare da chi ci vive qual’è la complessità dell’attuale situazione, nel Kurdistan Iracheno e nell’intero Iraq, ha rappresentato un modo coinvolgente e particolarmente unico per approfondire, fuori da stereotipi e luoghi comuni, la conoscenza di territori che ci vengono presentati solo come luoghi di guerra e barbarie.

Attraverso i racconti dei giovani iracheni diventa più chiaro dipanare la nebbia di banalità, superficialità e mancanza di informazioni in cui siamo avvolti, anche senza volere.
Così la riflessione diventa più profonda e si possono approfondire molti temi.
La religione usata da gruppi di potere vecchi e nuovi per separare e radicalizzare le tensioni ed alimentare nuovi conflitti.
giochi politici delle varie potenze regionali che si scontrano per l’egemonia dell’area, come l’Iran, la Turchia, l’Arabia Saudita travolgendo in una sorte di guerra per procura intere comunità.
La drammatica situazione creata dalla guerra in Siria.
L’impatto violento e brutale dell’entrata in scena dell’Isis e le contraddizioni del periodo post liberazione delle zone occupate dagli uomini del Califfato.

Quello che sta succedendo è una sorte di brutale modificazioni nello scacchiere delle presenze territoriali delle varie comunità.

Prima gruppi religiosi, comunità etniche anche diverse vivevano l’una a fianco all’altra. Oggi a causa dei conflitti e della presenza di così tanti gruppi armati, non solo intere comunità si sono dovute spostare, ma hanno paura di tornare dove prima abitavano e soprattutto si guardano con diffidenza e sospetto.

Una profonda rottura dei legami sociali dell’intera regione che rende quanto mai fondamentale ricistruire la coesione, il rispetto dei diritti umani e delle differenze. Questa è la solo strada ardua e difficile di costruire una possibile speranza per il futuro.
Riflessioni che specchiandosi nei racconti dei ragazzi iracheni, forse, se ci pensiamo, sono utili anche a noi.
L’esperienza dei Centri giovanili, promossi da Un ponte …. nel Kurdistan iracheno, dove possono stare insieme rifugiati siriani, sfollati interni iracheni, sunniti, sciti, mussulmani, cristiani, zoroastri, ezidi etc …, insomma tutte le variegate comunità che arricchiscono questo pezzo di mondo, diventa per ciò non solo importante per il futuro dell’Iraq ma paradigmatica delle contraddizioni contemporanee globali.

Così come l’impegno e l’attivismo di giovani come Saman, Niwar e Zhalyan che insieme a molti altri ragazze e ragazzi cercano di costruire percorsi di cambiamenti sociale anche attraverso forme d’espressione artistiche come la musica, diventano uno stimolo anche per tutti noi, giovani e non.

La delegazione irachena è arrivata a Padova, dopo la prima tappa in Italia a Mogliano Veneto con Officina 31021, accompagnata da Luca Chiavinato, il musicista padovano che attraverso Laboratori e Residenze artistiche in Iraq ha contribuito a far nascere l’Ensemble Mshakht, che oggi conta oltre 100 giovani musicisti tra Douk, Erbil, Sulaymaniyah nel Kurdistan iracheno e Baghdad.

Durante la permanenza a Padova si sono svolti diversi incontri all’Università, al Master Human Rights and Multilevel Governace, condotto dal professore Paolo de Stefani, al Corso English is a global language con Francesca Helm e al Corso Movimenti Sociali nel Mediterraneo con Giuseppe Acconcia.
Un’occasione di scambio, arricchita dalle molte domande degli studenti presenti.

Si è parlato di come i Centri giovanili siano nati nel periodo dell’arrivo di migliaia di rifugiati siriani e poi di altre migliaia di sfollati interni in fuga dall’avanzata di Isis, proprio per creare dei luoghi d’incontro tra giovani diversi per lingua, cultura, appartenenza religiosa ed etnica.
Si è poi passati a descrivere la complessità politica e sociale del Kurdistan Iracheno e di tutto l’Iraq, alla luce delle guerre passate e presenti nell’intera regione.

Grazie all’intervento di Zhalian è stato possibile affrontare le molte problematiche connesse alle discriminazioni e violenze nei confronti delle donne.
In Iraq negli ultimi mesi sono state uccise diverse donne “colpevoli” di essere protagoniste della loro vita e della scena pubblica.
Tara Fares, ex Miss Iraq, blogger e influencer è stata uccisa un mese fa a Baghdad.
A fine settembre Su’ad Al-Ali è stata uccisa a Bassora. Presidente dell’ONG Al Weed AlAlaiami for Human Rights, che lavora per i diritti delle donne e dei bambini, Su’ad negli ultimi mesi aveva guidato e partecipato alle proteste contro le violazioni dei diritti umani nella città e contro la corruzione, la mancanza di infrastrutture e servizi igienici, e la crescente disoccupazione nella sua città. Con coraggio, Su’ad si batteva per i diritti del popolo iracheno e condannava la brutale repressione delle proteste e la violenza delle autorità.
La stessa sorte di altre donne o “famose” o attiviste impegnate nelle lotte sociali.
Dietro a queste violenze, destinate a restare impunite, c’è un back ground sociale, che vuole imporre alle donne di non uscire dai ruoli tradizionali in famiglia e nella società. Esiste un tacito e pericoloso consenso sociale: “se a una donna capita qualcosa di male, in qualche maniera se l’è voluta, non avendo fatto quello che deve”.
L’immenso lavoro, che associazioni e gruppi, come quelli a cui appartiene Zhalian, svolgono è volto a modificare le radici della violenza e discriminazione delle donne. Dare alle donne la possibilità di essere indipendenti anche economicamente, rafforzarne la presenza pubblica, denunciare i casi di discriminazione.

Un lavoro non certo facile, ostacolato in ogni maniera. Ma che avanza nonostante le enormi difficoltà.

I tratti differenti della situazione politica in Kurdistan, formalmente meno oppressiva di quella in Iraq, non impediscono che sia rischioso denunciare la corruzione, la gestione nelle mani di pochi delle istituzioni, le violazioni dei diritti umani.
Nonostante questo esiste una forte vitalità di gruppi di base, organizzazioni sindacali, di donne e di giovani, che trovano nell’Iraqi Social Forum, come nel Kurdish Social Forum la possibilità di rafforzarsi, discutendo insieme, costruendo campagne d’azione comuni.
Un altro tasto dolente, raccontato dalla delegazione irachena è la libertà di stampa e d’espressione. Il costante attacco verso le voci libere.

Alla conclusione degli incontri l’appassionato racconto di come le espressioni artistiche stiano costruendo un campo di libertà e di protagonismo comune da parte di tanti giovani si è accompagnato alle note degli strumenti tradizionali, accompagnati dai testi rielaborati dai giovani iracheni, che sono riecheggiate tra le mura delle nelle aule universitarie.

La delegazione irachena ha anche incontrato numerosi studenti delle scuole superiori padovane.
Al Liceo Marchesi l’incontro si è ben presto trasformato in un vero e proprio Laboratorio sulle sonorità e gli strumenti musicali arabi che ha coinvolto studenti e docenti.
Al Liceo Maria Ausiliatrice l’incontro con tutti gli studenti, che nei mesi scorsi avevano dato vita ad una manifestazione fino in Comune contro la guerra in Siria, e una breve esibizione musicale ha permesso ai ragazzi di conoscere la realtà quotidiana dei giovani in Iraq.

Gli incontri nell’Università e nelle scuole sono stati l’occasione semplice e diretta di scambio tra giovani, che al di là di vivere in Italia o in Iraq, condividono sogni e speranze, preoccupazioni e desideri.

L’informalità e la convivialità hanno caratterizzato sia l’incontro avvenuto presso la sede dell’Associazione in Via Barbarigo che l’esibizione dei giovani musicisti iracheni presso il Ristorante Peace and Spice. Una modalità meno formale ma altrettanto efficace per far conoscere la realtà irachena.

L’iniziativa Walking Sounds è stata finanziata dal Comune di Padova – Assessorato alla Cooperazione Internazionale. L’assessora Francesca Benciolini che ha potuto partecipare all’incontro in Via Barbarigo e al Liceo Maria Ausiliatrice ha avuto modo di confrontarsi direttamente con la delegazione irachena e di ribadire l’impegno di Padova all’interno della Rete dei Municipi Senza Frontiere dell’Anci, che sta portando avanti un progetto di sostegno ai Municipi del Kurdistan Iracheno e del Nord est della Siria, proprio scambiando competenze e buone pratiche di amministrazione.
Un percorso quanto mai importante per appoggiare chi anche da un punto di vista istituzionale sta cercando di creare un futuro di diritti per l’intera zona.

Il partecipato concerto presso il Teatro San Clemente con la partecipazione dei musicisti del Trio New Landscape ovvero Luca Chiavinato, Silvia Rinaldi e Francesco Ganassin insieme a Sergio Marchesini, Dario Bano e Aisha Ruggieri ed altri artisti è stato un forte momento in cui la creatività artistica di chi era sul palco ha saputo coinvolgere il pubblico in qualcosa più di una semplice esibizione.

La generosità artistica di tutti i musicisti sul palco
, che sono stati quelli che hanno permesso la realizzazione del CD Walking Sounds – Tracks From Iraqi to Italy, indica una strada: provare a sentirsi connessi con l’altro, il diverso da te.

Di fronte alle complesse contraddizioni del presente nessuno di noi può bastare da solo e nessuno può pensare da solo ad un futuro positivo.

La permanenza di Saman, Niwar e Zhalian è stata breve, ma ha lasciato tracce e percorsi da esplorare per rafforzare il ponte che ci lega ad una parte così lontana, ma così vicina a noi.

Durante i vari eventi è stata esposta la Mostra “Mesaha Comics – Storie a fumetti dall’Iraq” curata da Oblò-APS che propone tavole realizzate da giovani fumettisti iracheni che hanno partecipato ad un workshop presso la Tobacco Factory a Sulaymaniha con la presenza di Claudio Calia, fumettista padovano, che ha realizzato numerosi Laboratori di fumetti nel Kurdistan Iracheno. .. anche la strada del linguaggio del fumetto sta aprendo nuove piste per intrecciare sempre più relazioni tra le diverse sponde del Mediterraneo.

Iniziative con il contributo del Comune di Padova – Assessorato alla Cooperazione Internazionale

Partner: Un ponte per ..., Oblò APS, Xena-Centro scambi e dinaniche interculturali, Il Barrito.

L’iniziativa all’interno del Tavolo delle associazioni di cooperazione internazionale del Comune di Padova

Obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile 2015/2030: 10 Riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi e 16 Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, realizzare istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli.


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