Messico- La detenzione negli Usa di El Mayo Zambada e la fisica quantistica




Il 25 luglio 2024 viene detenuto negli Stati Uniti a El Paso in Texas Ismael Zambada Garcia, El Mayo Zambada, ovvero l’ultimo, ancora in circolazione, mega-boss della saga dei narcos messicani “old style”.

Come per molti eventi che accadono in questo tempi le conseguenze e gli antecedenti di questa detenzione, che bisogna definire storica, non sono né lineari né prevedibili.

È un pò come nella fisica quantistica: un evento scatena n possibili conseguenze, ben oltre ogni causa/effetto razionalmente prevedibili e però gli eventi sono connessi nella forma dell’entanglement al di là della loro lontananza o vicinanza, perchè comunque a valere è la relazione, anche in questo caso non lineare o verificabile.

Ed allora bisogna guardare oltre il dito verso la luna.

Il denaro del narcotraffico è una cifra sostanziale che si muove nell’algoritmo del capitale finanziario, denaro che produce denaro. I sottosistemi legali e illegali, che innervano le rotte globali delle vecchie e nuove sostanze proibite si scontrano, si alleano, si modificano per il controllo di questa parte di mercato.

Prodotti elaborati chimicamente come il fentanyl, con la loro scia di morti (centinaia di migliaia negli Usa, una “emergenza nazionale”) o il captagon nell’area mediorientale, garantiscono guadagni centuplicati ( più o meno, 1 kg di eroina pura = 800.000 $, 1 kg fentanyl = 20 kg di pastiglie e 1 kg di pastiglie = circa 2.000.000 $). Sono relativamente facili da produrre e trasportare. Alle vecchie filiere produttive dei campi coltivati ad oppio, coca e marijuana si sono aggiunti i nuovi laboratori chimici, riforniti di componenti dalla Cina. Agli spacciatori di strada si sono aggiunte le vendite a domicilio tramite il web, stile riders. Ai soldi contati a peso dei trafficanti si sono aggiunte le veloci criptomonete da lavare nei mercati finanziari.

Come la fisica quantistica accompagnata dalla fisica classica ci aiuta ad avanzare nella conoscenza della realtà così bisogna capire che il vecchio mercato si fonde con il nuovo generando insieme un flusso di denaro potente, globale, intrecciato, imprescindibile per l’algoritmo finanziario in cui navigano e si scontrano attraverso confini sempre ibridi e mobili cartelli, governi, parti delle istituzioni, eserciti ufficiali, milizie autonome, holding, uomini e donne di potere, etc etc …

Una cosa è certa non siamo più nel mondo passato anche per il narcotraffico siamo nell’oltre umano.

A fine luglio 2024 El Mayo Zambada, partendo da un non ben precisato luogo del Messico, a bordo di un aereo che ancora non si è capito da chi era guidato, è atterrato in un piccolo aereoporto di El Paso in Texas insieme a Joaquin Lopez Guzman, uno dei Chapitos, ovvero i figli di El Chapo, storico boss detenuto dal 2017 negli Usa, dove è stato estradato, dopo la rocambolesca cattura in Messico nel 2016 e dove è stato condannato nel 2019 all’ergastolo dal Tribunale di New York.

El Mayo Zambada, indiscusso boss dalla fine degli anni settanta, mai detenuto, è stato compagno d’avventura di tutti i boss i cui nomi hanno accompagnato la storia dei narcos in Messico e non solo.

El Mayo Zambada, tra i fondatori del Cartello di Sinaloa, storico cartello che ha segnato la storia degli ultimi decenni è ritenuto l’uomo più potente dei vecchi narcos ancora vivi, più del suo socio El Chapo.

A quasi un mese di distanza ancora non è chiaro se si è consegnato sua sponte o se a tradirlo è stato il Chapito , che oltre a consegnarsi ha portato in regalo alle autorità americane anche El Mayo.

Si è consegnato per entrare nel programma testimoni protetti, come suo figlio Vicente Zambada Niebla, Vicentillo, che da tempo collabora con le autorità americane ed è stato testimone nel processo in America contro El Chapo?

Al di là di come ci è finito in America, collaborerà con le autorità?

Lo ha tradito il Chapito, Joaquin anche lui in trattativa con le autorità americane come suo fratello Ovidio, che pare collabori con le autorità americane, dopo la sua estradizione dal Messico nel 2023? 

Lo stesso Ovidio che, fermato nel 2019 a Culiacan, era stato rimesso in libertà dal Presidente messicano AMLO, Andres Manuel Lopez Obrador, durante l’operativo di cattura per “evitare altri morti” (la politica Abrazos y no balazos) , visto che decine di uomini armati avevano preso in ostaggio la cittadina del nord del Messico (una decisione che fece discutere non poco), riarrestato nel 2023 e poi estradato.

Poco si sa con certezza di quanto avvenuto tra una X località del Messico ( Hermosillo, Sonora, Culiacan???) e El Paso negli Usa, ad opera degli apparati americani.

  • Gli americani in poche righe avvisano solo che Ismael Mayo Zambada è detenuto punto e stop, ufficialmente. 
  • Il governo messicano di AMLO si è trincerato dietro la versione ufficiale e cioè “siamo in attesa che gli americani ci spieghino”.
  • El Mayo ha affidato la sua versione ufficiale ad una dichiarazione fatta conoscere dal suo avvocato il 10 agosto 2024 in cui dice che è stato portato a forza negli Usa .

A grandi linee El Mayo ha dichiarato che i Chapitos lo avevano invitato a partecipare ad una riunione per dirimere la controversia politica sulla scelta dell’autorità universitaria tra l’attuale governatore di Sinaloa, Ruben Rocha Moya (del partito Morena, molto legato al presidente AMLO) e l’ex deputato, sindaco di Culiacan, attuale Rettore dell’Università di Sinaloa, Hector Melecio Cuen Oyeda, trovato morto in circostanze molto strane nella stessa giornata della detenzione di El Mayo. Arrivato all’appuntamento in un rancho a Culiacan, c’era el Chapito Joaquin Guzman e alcuni uomini armati, che lo hanno impacchettato in malo modo, caricato su un aereo e portato con la forza negli Usa. Sempre il Mayo denuncia che sono stati fatti sparire durante la sua cattura alcuni degli uomini della sua scorta , tra cui un Comandante della Polizia Giudiziaria di Sinaloa (i corpi per ora non sono stati ancora trovati ) e ucciso lo stesso Rettore.

Dopo la dichiarazione di El Mayo Zambada, il 12 agosto 2024 la Procura Generale Messicana ha aperto un’inchiesta nei confronti del Governatore di Sinaloa per i possibili reati di “volo illegale, uso illecito di strutture aeree, violazione della legislazione sull’immigrazione e doganale, sequestro di persona, tradimento, omicidio e privazione illegale della libertà, il Governatore ha subito dichiarato “non c’è nulla che mi possa collegare a questa vicenda …”. Vedremo come continua questa parte della storia.

  • I commentatori esperti, che abbondano in Messico, danno versioni da contrapporre nei talk show e si avventurano, ognuno contando su fonti ben informate in Messico e negli Usa, su varie piste che diventano grovigli di nomi e fatti sempre più attorcigliati ed arzigogolati.

Al di là della verità vera su quanto è successo durante la detenzione di El Mayo restano alcune cose semplici da tenere in considerazione.

Il sistema del narcotraffico con tutto quello che comporta, dalla tratta degli esseri umani, al controllo violento dei territori, agli affari in ogni settore etc.. etc… in un paese come il Messico, ma anche negli Usa e ovunque nel mondo, non si gestisce al di fuori degli apparti istituzionali e finanziari.

Non è una escrescenza dannosa ma una parte consustanziale della struttura

Non ci sono “i buoni contro i cattivi”, il bianco e il nero ma un unicum grigio con vari attori che giocano ruoli distinti tra lotte e alleanze nel valzer del potere.


Il Messico negli ultimi anni è a dir poco in una costante e violenta ebollizione.

  • Nel Cartello di Sinaloa sono state costanti le tensioni tra El Mayo, la sua cerchia e i figli di El Chapo, i Chapitos, che hanno puntato molto sul fentanyl, guidati da Ivan Archibaldo e Jesus Alfredo, visto che il fratello Ovidio è negli States oggi insieme a Joaquin e al padre.
  • Il Cartello di Sinaloa è in guerra con il Cartello Jalisco Nueva Generation per il controllo delle rotte delle nuove e vecchie droghe. Una guerra estesa a tutto il Messico e ben oltre basta pensare agli effetti che ha portato in Ecuador, diventato importante come luogo di sbarco delle componenti chimiche in arrivo dalla Cina per il fentanyl.
  • Attorno a queste contese agiscono con violenza altre aggregazioni criminali, resti dei vecchi cartelli e nuove formazioni, che si alleano con l’uno o l’altro in maniera molto mobile.
  • Il governo di AMLO, ormai al termine visto che tra poco si insedierà la nuova presidente morenista Claudia Sheinbaum, è sotto i riflettori perché, come riportato da alcune inchieste giornalistiche, non è certo normale che il presidente sia andato ad abbracciare la madre del Chapo o che i figli di AMLO pare frequentino in feste e affari i figli di El Chapo o che lo stesso Mayo Zambada pare abbia finanziato la sua campagna elettorale. D’altronde è credibile che uno governi il Messico senza avere rapporto con i narcos? Questa si che è fantascienza. Lo stesso governo di AMLO, non dimentichiamoci, che ha cercato di rituffare nell’oblio omertoso le responsabilità dell’Esercito in combutta con i narcos in Guerrero nel massacro degli studenti di Ayotzinapa, in nome degli accordi stretti con l’Esercito, nella versione Guardia Nazionale, che oggi oltre all’apparato militare controlla anche ampi settori dei nuovi business come il treno Maya, gli aereoporti civili e molto altro.

Per cui impunità corruzione complicità sono le cifre stesse del potere.

Giusto per capire di cosa stiamo parlando nel novembre scorso, al vertice APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) a San Francisco, tra il presidente statunitense Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping si è parlato del fentanyl cosi come nell’incontro tra Biden e AMLO e in quello di AMLO con Xi Jinping.

Per cui la “questione narcos” fa parte della materia del contendere tra vecchi e nuovi sottosistemi, nel tempo in cui è finita da un pezzo l’egemonia scontata degli Stati Uniti, perfino nei confronti di quello che prima era il “cortile di casa” ovvero l’America Latina ad iniziare dal Messico.

Questo non significa che l’economia messicana non dipenda ancora dalle rimesse dei migranti negli States o che le filiere produttive tra le due parti della frontiera siamo venute meno, ma sono inserite in un contesto diverso.

E’ il nuovo scenario globale che fa dire oggi in Messico che non è accettabile che gli americani tengano detenuto un cittadino messicano, Mayo Zambada, “rapito” dal territorio messicano, in una sorte di rinnovato orgoglio nazionale, che via via è stato coltivato da AMLO, seguendo un trend molto di moda in tutto il mondo.

E’ in questo nuovo scenario globale che gli apparati a stelle e strisce si stanno coccolando i narcos messicani che collaborano per accumulare dossier aggiornati con cui condizionare/relazionarsi con i vari personaggi politici ed influenti del vicino di casa.

Certo sono utili i dossier già archiviati come quello di Gennaro Garcia Luna, ma ci vogliono informazioni fresche ed attualizzate, meglio se confermate da narcos messicani in Tribunali americani. Per chi non segue costantemente le vicende messicane ricordiamo che Genaro Garcia Luna, ex Ministro della Sicurezza messicano dal 2006 al 2012 con il Governo Calderon (quello della cosidetta guerra al narcos, costata migliaia di morti e che ha favorito una parte dei Cartelli) è stato arrestato nel 2019 in America e condannato nel 2023 dal Tribunale di New York per legami con il Cartello di Sinaloa.

Le filiere lunghe, politiche e finanziarie, che legano Usa e Messico, si riattualizzano costantemente sia a livello locale che globale, da una parte all’altra del confine, sia che ci sia il muro, sia che non ci sia.

Ogni giorno ci sono nuovi tasselli in queste intricate vicende ma l’importante è guardare la luna e non il dito.

Per questo l’ultima riflessione riguarda una componente fondamentale del sistema che, per comodità, chiamiamo del narcotraffico, è cioè i milioni di consumatori che, come per ogni merce reale o virtuale che sia, rappresentano un tassello fondamentale del meccanismo.

Ovvio che siamo antiproibizionisti – ogni proibizione fa crescere il business- ovvio che siamo per le libertà individuali, ma ….. detto questo, in un periodo in cui, giustamente, si battaglia perchè i sacchetti di plastica uccidono la fauna marina che va protetta, in cui, fin troppo spesso, ci sentiamo dire che i consumi e le scelte individuali sarebbero la causa dei mali del mondo, come non interrogarci sul fatto che chi consuma sostanze prodotte dalle filiere del “narcotraffico”, con le dovute differenze tra desiderio e disperazione, contribuisce ai “mali” prodotti dal “narcotraffico”, che si nutre della schiavitù e la miseria di migliaia di esseri umani, sue vittime, non certo collaterali?

E’ una domanda che ci dobbiamo porre, a cui cercare nuove risposte senza voltare lo sguardo da un’altra parte per comodità.

E come sempre per farsi una domanda e iniziare a darsi una risposta bisogna cercare di capire di cosa si sta parlando realmente oggi, oltre gli schemi interpretativi e le ideologie del passato.

Ps: per il momento purtroppo nessuno ha ancora scritto una saga come la trilogia dei narcos di Dan Winslow che più di tanti saggi ha raccontato il vecchio mondo dei narcos tra Messico e Usa …


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