Nel mese di luglio 2019 il fumettista Claudio Calia si è recato in Iraq per svolgere tre Workshop sul linguaggio dei fumetti con Karge Comics Studio e un Laboratorio all’interno del progetto Dimmi di storie migranti curato da Un Ponte Per.
I Workshop si inseriscono nel percorso intrapreso dal fumettista padovano insieme a Shirwan Can per contribuire allo sviluppo della scena del fumetto iracheno.
Nel 2018 alla Tobacco Factory, innovativo spazio artistico culturale aperto a Sulyamaniyah, si era svolto il primo Wokshop per giovani fumettisti iracheni.
Karge Comics Studio, con il supporto di Hiwa Fondation e Goethe Institute, ha come scopo lo sviluppo del linguaggio artistico dei fumetti, “comics art”, dando la possibilità a ragazze e ragazzi interessati di poter mettere a valore le loro attitudini e formarsi nelle tecniche e negli strumenti del fumetto.
In Iraq ci sono giovani che vogliono sperimentarsi a raccontare storie a fumetti ma finora nessuno aveva iniziato un percorso organico per permettere a queste ragazze e ragazzi di approfondire l’arte dei fumetti e sviluppare una vera e propria scena fumettistica, fatta di appuntamenti, seminari, esposizioni e pubblicazioni.
Il terreno è fertile, come si è potuto vedere anche in Italia con la prima esposizione di fumetti iracheni presentata a Padova per il Festival Bee Comics e nella prima pubblicazione di storie dall’Iraq pubblicata da Oblò.
Nel luglio 2019 il ciclo di tre wokshop tra Erbil, Sulaymaniya e Baghdad, dove si è svolto la prima mostra di fumetti post-guerre, finanziato da Hiwa Foundation e Paia Agency, ha confermato l’intuizione di Shirwan e Claudio.
I workshop si sono articolati attraverso discussioni sulla storia del fumetto, per comprenderne radici e sviluppi e approfondimenti sulle attuali tecniche di editing, impaginazione e realizzazione.
L’ampia partecipazione di giovani e l’attenzione a sviluppare nella sua complessità il linguaggio dei fumetti dimostrano che l’Iraq potrebbe essere il motore di una nuova scena del fumetto mediorientale, in un’epoca che vede, attraverso sporadiche esposizioni e partecipazioni a festival in tutto il mondo, emergere una nuova voglia di raccontarsi da parte di un mondo ancora abbastanza sconosciuto al mondo delle nuvole disegnate.
In Iraq i #maledettifumetti ci sono e possono avere “lunga vita”.
Erbil
Il workshop si è svolta in un Centro Culturale ed ha visto la partecipazione di giovani da tutto il Nord Iraq, compreso alcune ragazze di Mosul. Infatti anche nella zona della Piana di Ninive, dove la vita sta lentamente riprendendo, dopo l’occupazione di Isis, ragazze e ragazzi stanno caparbiamente ricostruendo il tessuto artistico culturale, attraverso iniziative che coinvolgono le diverse comunità.
Baghdad
Nella capitale irachena le giornate di wokshop si sono concluse con un’ampia esposizione, la prima post- guerra, presso l’Istituto di Cultura Francese.
La Mostra che ha visto l’intervento dei Consoli di Germania e Francia ha raccolto le tavole di oltre 30 fumettisti. L’inaugurazione molto partecipata è stata un’importante occasione per vedere la crescita reale della scena dei fumetti iracheni, dove finora c’era una buona tradizione dal punto di vista delle caricature e del disegno di protesta politico ma l’idea di raccontare a fumetti storie compiute, anche di fantasia naturalmente, è molto più recente.
«Dopo tre anni di lavoro in Iraq, ci vediamo a essere coinvolti nell’organizzazione della prima mostra di fumetto iracheno a Baghdad, una grande soddisfazione», racconta Claudio Calia in un’ intervista con il quotidiano Padova Oggi.
Sulaymanihya
Il workshop si è svolto all’interno della Tobacco Factory, il luogo che si sta trasformando sempre più in un importante centro propulsore di attività artistiche ed in particolare di promozione del linguaggio dei fumetti.
Si è trattato di una sorta di corso di “secondo livello” con la presenza anche di diversi ragazzi che avevano partecipato al primo Workshop tenuto nel 2018 da Claudio Calia, a dimostrazione della continuità del lavoro che viene svolto.
Campo di Arbat
All’interno del Progetto Dimmi di storie migranti coordinato da Un ponte per si è svolto un Laboratorio con la partecipazione di rifugiati sia siriani che curdi iraniani, oltre a sfollati interni iracheni. L’attività si è inserita nel percorso portato avanti da UPP, in particolare con i Centri giovanili, per rafforzare la coesione sociale tra comunità diverse e contrastare le divisioni, frutto delle costanti tensioni sociali.
Nei prossimi mesi il camino del fumetto tra Italia ed Iraq continuerà in sinergia con la nascita dell’ONG irachena Walking Arts dedicata allo sviluppo dei linguaggi artistici dalla musica ai fumetti.
Ci saranno a breve nuove pubblicazioni in Italia grazie a sostegno di Lush e per le tappe di Walking Sounds Tour #2, tournee italiana di giovani musicisti iracheni,con il contributo del Comune di Padova e sostenuta dalla Fondazione Charle Magne.
Per il 2020 Claudio Calia tornerà in Iraq con Karge Comics Studio per nuovi Wokshop e si sta ragionando sulla prima Edizione di un Festival di fumetti Internazionale in Iraq.
Arriverci dal fumetto iracheno!