L@s Zapatistas y las ConCiencias por la Humanida – Videoracconto

Siamo in Chiapas per partecipare all’incontro dedicato alle scienze, proposte dall’EZLN dal 26 dicembre 2016 fino al 4 gennaio 2017.

L’incontro si sospenderà il 31 dicembre 2016 e il 1 gennaio 2017 per i lavori della seconda parte del V Congresso Nazionale Indigeno in cui è stata ratificata la proposta di costituire un Consiglio Indigeno di Governo

VIDEO DIARIO

  • 26 dicembre 2016 – Cideci San Cristobal

Il primo giorno si apre con l’intervento del SubComandante Moises in una sala gremita di base d’appoggio e di partecipanti giunti dal Messico e da tutto il mondo.

Il SubComandante Moises a nome dell’EZLN dice come l’incontro sia parte di un largo cammino per salvare il mondo. Un cammino comune da costruire insieme con “le arti degli artisti, le scienze degli scienziati e i popoli originari con quelli che stanno in basso”. Insieme uniti dalla responsabilità di capire che “siamo noi il sangue dei ricchi perchè vivano, siamo la carne e le ossa perchè restino vivi e vivano per farci del male in questo sistema capitalista. Gli altri organi che mancano, sono i consumatori. Scoperto da dove nasce il male in cui i tiene il sistema capitalista. Sta nelle nostre mani la nostra sopravvivenza o l’altra costruzione di un mondo nuovo”.

Prende poi la parola il SupGaleano, Alchimista, che partendo, accompagnato dalle statuette del GatoPerro, riassume cosa si prefiggono gli zapatisti dall’incontro con gli scienziati.


“Vogliamo capire il mondo, conoscerlo. Perchè solo così potremo fane uno nuovo, più grande, migliore”.
Nella seconda parte dell’intervento l’Alchimista illustra le tante domande che gli zapatisti hanno stilato durante le assemblee di preparazione dell’Incontro e nella parte finale del suo discorso, accompagnato da due pupazzi raffiguranti Einstein e Sherlock Holms, conclude dicendo ” vi sto mostrando che vi guardiamo e che il nostro sguardo è una forma per ascoltarvi e apprendere. Che il nostro sguardo è un misto di ammirazione ed invidia per quello che siete, per quello che, almeno per noi, vi rende speciali. Il nostro sguardo non sta aspettando o disperandosi.Il nostro sguardo vi sta chiedendo, E voi, che fate?”

Iniziano poi gli interventi dei relatori. Fin da subito è chiara l’ampiezza e pluralità di temi che saranno trattati nei giorni dell’incontro.

Adriana Raquel Aguilar Melo parla della nascita della parola stessa Accademia e descrive la situazione in Messico, Luis Malaret e Diana Rocheleau si inoltrano in alcune riflessioni sul cambiamento di interpretazione e pratica dell’ecologia negli ultimi trent’anni e raccontano alcune esperienze in relazione alla preservazione di ambiente e territorio tra Africa ed America Latina, Tonatiuh Matos Chassin parla della tecnologia come prodotto di mercato e di come i pochi investimenti messicani in scienza stiano portando il paese a regredire.

Eduardo Vizcaya Xilotl nel suo contributo elenca i punti criitici in relazione alle scienze e al progresso. Marco Antonio Sánchez Ramos nel suo vivace intervento analizza chiaramente i macigni che vengono imposti sulle scienza per cambiarne lo scopo da conoscenza a prassi per il mercato. Iván Alejandro Velasco-Dávalos sottolinea similitudini e sinergie che si devono creare tra arte e scienza.

  • 27 dicembre 2016 – Cideci San Cristobal

Si inizia puntuali alla mattina alle 10.00 per finire verso le 21.00 con l’intervento “La colpa è del fiore” del SupGaleano Alchimista.


Dopo aver ironizzato sulla veridicità scientifica di quel che viaggia sui social, il SupGaleano, oggi Alchimista, parla di come i 200 zapatisti che partecipano all’incontro con le loro domande, frutto della discussione collettiva dopo ogni intervento, ne rappresentino altre migliaia a cui relazioneranno su quanto viene detto in questi giorni al Cideci. Un percorso collettivo che affonda le sue radici in quello che sono oggi le comunità zapatiste, in come stanno costruendo una crescita di cui l’incontro è solo la prima tappa di un lavoro che continuerà, mantenendosi in contatto con chi oggi porta, in quanto scienziato, il proprio contributo.

Ma da dove nasce questa voglia di comprendere, di costruire una conoscenza nuova delle scienze?
Il SupGaleano dice che …. “la colpa sta nel fiore” … e racconta di come il SubComandante Moises si sia trovato a far fronte alla domanda che gli è stata fatta da una giovane zapatista: “Perchè questo fiore è di questo colore, perchè ha questa forma e perchè ha questo odore?” e di come la giovane ragazza abbia aggiunto ” .. e non voglio che tu mi risponda che la madre terra con la sua saggezza lo ha fatto così o che lo abbia fatto così Dio, o chissa chi. Voglio sapere quale è la risposta scientifica”.
Una domanda che non ammetteva più spiegazioni scontate e rituali.
Per questo è importante comprendere cosa c’è dietro le domande che oggi gli zapatisti pongono. Il perchè vengano fatte. Perchè sentano la necessità, arrivati all’attuale tappa della loro esperienza, di argomentare sempre più scelte e decisioni senza banalizzarle con slogan ma vogliano conoscere ed elaborare sempre più il loro presente per costruire un futuro diverso. Per questo vogliono approfondire le “scienze scientifiche”, anche perchè racconta il SupGaleano, nelle comunità arriva di tutto, compreso chi “in nome del rapporto con la natura”, proclamando la beltà di “camminare a piedi scalzi e vivere in case con il pavimento di terra battuta”, attacca e critica totalmente le scienze.
E’ dunque .. dal perchè di un fiore … che nasce l’incontro in corso in Chiapas.

Per tutta la giornata si alternano gli interventi che spaziano nei vari campi delle scienze. Si inizia con la plenaria in cui intervengono Alejo Stark, che spazia dall’energia quantistica al ruolo delle scienze nel supportare il potereTatiana Fiordelisio paragona quanto si tratta di fare per ridare alle scienze possibilità di rompere la frammentazione in cui vengono schiacciate alla costruzione di una zattera comune, che con la parola “balsa” riporta a molteplici altri significati. Fino a chiudere la prima parte della mattinata nell’auditorium con Luis Fernando Santis Espinosa che descrivendo il Sistema Nazionale dei Ricercatori in Messico, demolisce le gabbie costruite intorno alla ricerca per indirizzarla ai soli scopi del mercato e del vantaggio di pochi.

Il pomeriggio si apre con diversi incontri in contemporanea negli spazi, strapieni di partecipanti, messi a disposizione all’interno del Cideci.
Intervengono nella prima parte Jerome Leboeuf, Marco Antonio Sánchez Ramos e Patricia Ramos Morales. In particolre Leboeuf, affronta il tema dell’Intelligenza Artificiale in maniera ampia ed articolata, cogliendo la complessità dell’uso delle tecnologie e riaffermando la centralità delle scelte che vanno fatte in ogni uso degli avanzamenti tecnologici, che possono essere strumenti di controllo ma anche arnesi di emancipazione e liberazione.
il secondo giro di relazioni vede gli interventi di Karla Aguilar Lara, che approfondisce i temi collegati all’alimentazione, arrivando a Veronica Lopez Delgado, che descrive in maniera semplice e chiara i principi della fisica e la loro evoluzione, passando per gli interventi di Maria Alejandra Jimenez Zuniga e Fllorencia Cubria.

Il giorno si chiude di nuovo in plenaria nell’auditorio, La prima a prendere la parola è Kristen Vogeler, che racconta le esperienze berlinesi e riflette sulle mutazioni della fisica. Si passa poi a Mariana Blenitez Keinrad, che sostiene la necessità di sguardi plurimi per costruire un nuove conoscenze collettive.
L’ultimo a prendere la parola, è Claudio Martinez Debat. La giornata si chiude con l’intervento del SupGaleano .

  • 28 dicembre 2016 – Cideci San Cristobal

Il terzo giorno si è aperto con la quinta Sessione Generale in cui intervengono Elfuego Ruiz Gutierrez, Carlos Roman Zuniga e Igor Valencia Sanchez.
Negli interventi riverberano suggestioni già introdotte nei giorni precedenti. La scienza come ricerca, come valore del “mistero”, di conoscere quel che non si sa .
“Vedere il cielo in un fiore, il mondo in un grando di terra” dice l’astrofisico Zuniga facendo correre l’attenzione di tutti, attraverso le immagini del sole, alle mille domande aperte guardando al cosmo. Le scienza di base di cui si nutrono le scienze applicate, devono poter muoversi in forma autonoma fuori dai lacci che d’utilità di profitto che le sono imposte.
Un accesso libero alla conoscenza, riafferma nel suo intervento Sanchez. Il diritto all’accesso di quel che viene scoperto contro i meccanismi di appropriazione che arrivano fino alla biopirateria dei saperi territoriali e comunitari.
Sono gli scienziati stessi che però si devono porre la domanda di dove vogliono andare? Di quanto sono disposti a fare accettando che quello che indagano venga usato dal sistema di dominio.

Il primo gruppo di “Platica de Divulgacion” dislocate nei tre spazi allestiti nel Cideci con i relatori Natalia Ismene Pavon Martinez, Adriana Raquel Aguilar Melo, Eric Lopez Gonzales, sono l’occasione delle domande dirette degli zapatisti presenti.
Sono domande chiare, che continuamente tracciano la continuità tra comprensione ed azione. Capire, conoscere per fare, per costruire pratiche collettive. C’è una costante richiesta di apprendere con sempre maggior chiarezza e profondità che si parli di robotica, di estrogeni, di evoluzione.

C’è una crescita reale, tangibili che si racchiude dietro i 200 zapatisti che partecipano all’incontro. E’ la crescita costruita con il percorso di autonomia ed autogoverno faticosamente costruito in questi venti e più anni a partire da quel lontano 1 gennaio 1994. Allora pochi sapevano leggere e scrivere, oggi giovani ragazze e ragazzi, adulti, uomini e donne inviate dalle comunità prendono appunti, discutono tra loro prima di porre domande che nella maggioranza dei casi colgono nel centro. Capire per agire. Agire per cambiare.
Nelle registrazioni messe a disposizione si possono sentire relazioni e domande. Ascoltarle è utile anche per noi, per riflettere su cosa abbiamo di fronte come complessità dell’espropriazione dei saperi da parte del potere e come il cambiamento radicale passi attraverso la scelta di condividere saperi e conoscenze senza recinti ideologici ma invece con la passione della costruzione dell’alternativa.

Si passa poi al secondo giro di “Platica de Divulgacion” con Elisa Rocha Cardozo, Lev Jardon Barbolla, Gabriel Ramos Fernandez.

L’ultima parte della giornata si chiude con la Sesta sessione generale.
Jaime del Sagrado Corazon Morales Hernandez valorizza, proprio in questo tempo di crisi rurale dentro la crisi globale, i percorsi di agro ecologia contro l’imposizione dell’agrobusiness, intesi come capacità delle scienze di affrontare la complessità in maniera interdisciplinare. Una scienza capace di avere una coscienza. L’intervento continua con la descrizione di esperienze di agro ecologia fatte proprie da comunità locali e capaci di creare positivi legami tra realtà urbane e rurali in Messico per concludere riaffermando la necessità di una riscoperta delle conoscenze tradizionali da far interagire con le nuove conoscenze.

Yuri Nahmad Molinari descrive l’importanza di nuove forme di produzione di energia. La crisi causata dall’abbassamento del prezzo del petrolio può essere in Messico ed ovunque l’opportunità per un’inversione definitiva nella scelta di come produrre energia. Non è solo un’astrazione ma gli esempi già ci sono.

Gabriela Piccinelli Bocchi parla della situazione della ricerca in Messico. Per valorizzare come appropriarsi della scienza sia fondamentale è necessario che gli scienziati lavorino con la gente, per la gente, per il bene comune.

Il SupGaleano introducendo il SubComandante Moises.

L’Alchimista racconta come arte e scienze fossero ben poco presenti all’inizio del percorso zapatista. Ed è proprio il SubComandante Moises che illustra il percorso di questi venti anni, come la resistenza e l’organizzazione, alla base dell’autonomia e dell’autogoverno, abbiano creato le condizioni perché oggi nuove generazioni di zapatisti vogliano andare avanti, allargare i propri orizzonti, costruire nuove conoscenze.
Un cammino largo e profondo, inarrestabile nel suo divenire. Un cammino da continuare strutturando un confronto stabile con arti e scienze.

  • 29 e 30 dicembre 2016 – Cideci San Cristobal

Sono serratissimi i tempi nelle giornate dell’Incontro “L@s Zapatistas y las ConCiencias por la Humanidad”. Due sessioni plenarie al giorno e poi le sessioni di approfondimento. Dall’astronomia all’astrofisica, alla biologia, all’ecologia, alla matematica, all’informatica, gli scienziati relazionano e rispondono le domande incisive e puntuali delle 200 basi d’appoggio che sono al Cideci.

Un filo comune corre tra le tante relazioni e man mano che si va avanti la complicità reciproca cresce. E’ un dare da parte degli “scienziati”, nel senso di trovare le parole per condividere le proprie conoscenze ma anche il confronto con gli zapatisti impone una riflessione sul proprio ruolo.
La neutralità di per sè non esiste, può esistere invece la ricerca, la scienza come continua scoperta da rendere accessibile e da trasformare in pratica per il bene comune.
Una scienza che si nutre di complessità ed interazione di saperi, come si evidenzia nelle riflessioni sull’ecologia. Una scienza che è fatta di discontinuità, rotture e continuità ed accumulo.

Ma se le scienze di cui si discute nell’incontro sono il percorso comune da allargare e rafforzare, le scienze sono anche la base su cui il potere costruisce meccanismi di espropriazione, sfruttamento e saccheggio a cui i popoli indigeni si stanno opponendo in tutto il Messico e non solo.

GIORNATA DEL 29 DICEMBRE

Gli interventi nella plenaria sono di Adolfo Olea Franco, Fayez Mubarqui Guevara, Eva Jablonka, Melina Gómez Bock, Lev Jardón Borbolla, Octavio Valadez Blanco e le relazioni nelle “Pláticas de divulgación” di John Vandermeer, Carlos Román Zúñiga, Iván Domenzain del Castillo Cerecer, Alejandro Vásquez Arzola, Claudio Martínez , Grodecz Alfredo Ramírez Ovando.

A chiudere la giornata il SupGaleano con il suo intervento “El Gato-Perro y el Apocalipsis”.

Lintervento parte da un’ampia dissertazione sulla fantascienza, varie serie televisive tra cui Walking Death e gli stereotipi della salvazione dalle varie catastrofi che incombono sulla terra, di cui gli scienziati o sono causa o sono la soluzione. Nessuno fa niente perchè pensa che la disgrazia in arrivo sia destinata ad un altro, ognuno aspetta che qualcosa o qualcuno risolva il tutto.
Ma se nella finzione i protagonisti ad un certo punto, al culmine della tensione dicono inevitabilmente “tutto va bene, tutto andrà a finire bene” oggi nella realtà non tutto sta andando bene. Viviamo in un tempo di crisi strutturale, di disumanizzazione. E’ in corso un crimine e il criminale, il sistema, è disposto a tutto.
E’ una lotta tra la vita e la morte. E la morte non è raccomandabile per nessuno.
Per questo dobbiamo dire sì alla vita, no alla morte.
Solo in maniera collettiva c’è la possibilità di vincere. L’intervento si chiude con l’invito agli scienziati a organizzarsi, a continuare le proprie pratiche scientifiche, ad interagire con le arti.

GIORNATA DEL 30 DICEMBRE 2016

Gli interventi in plenaria sono di Jesús Vergara Huerta, Gibran Mubarqui Guevara, Jérôme Leboeuf, John Vandermeer e Ivette Perfecto e le relazioni nelle “Pláticas de divulgación” di Ivette Perfecto, Yuri Nahmad Molinari, Alejo Stark, Lilia Piélago García, Juan Manuel Malda Barrera e Remy Froissart.

Alla conclusione della giornata il Subcomandante Insurgente Moisés presenta due membri del Congreso Nacional Indígena.

Nell’affrontare il tema dei “Popoli Originari e le scienze per la Vita” fanno un racconto preciso degli “specchi” che riflettono le resistenze i Messico.
29 “specchi”, 29 resistenze emblematiche contro le scienze poste al servizio degli interessi imprenditoriali, alleati con i governi centrali e locali e con il crimine organizzato.
29 luoghi che racchiudono le logiche di devastazione dell’intero paese e dei territori dove i popoli indigeni difendono la vita contro la morte.

  • 1 gennaio 2017 – Caracol di Oventic

Splende un sole luminioso che da alla giornata una luce intensa e limpida nel Caracol di Oventic.

Nell’auditorium pieno all’inverosimile vengono letti i risultati della Consulta, che ha coinvolto 525 comunidades di 43 popoli in 25 stati: 430 comunità hanno approvato la proposta lanciata durante la prima parte del V Congresso Nazionale Indigeno. 80 comunità stanno ancora continuando la consulta, che in alcune zone non è stata possibile per la situazione di violenza in cui si trovano.

Alla luce dell’approvazione nella Consulta, vengono letti gli accordi raggiunti nella seconda sessione del V CNI, svoltasi in questi giorni al Cideci, che vengono ratificati tra gli applausi.
Creare un Consiglio Indigeno di Governo con rappresentanti, uomini e donne, di tutti i popoli, tribù e nazioni originari che fanno parte del CNI
Questo Consiglio sarà collettivo e si reggerà su sette principi: obbedire e non comandare, rappresentare e non sostituire, abbassarsi e non salire, servire e non servirsi, convincere e non vincere, costruire e non distruggere, proporre e non imporre.
Che la voce di questo Consiglio sia una donna indigena appartenente al CNi
Che questa donna sia proposta come candidata indipendente alle elezioni presidenziali nel 2018.

Per creare il Consiglio Indigeno di Governo ci sarà un’Assemblea Costituente nel maggio 2017.

Allargare l’azione oltre le comunità e popoli del CNI, costruire una comunicazione indipendente, darsi momenti di organizzazione territoriale, creare una cassa comune in poche parole organizzarsi. Questo il percorso che inizia nel paese. Cercare di sradicare ciò che divide rafforzare i percorsi autonomi, costruire cammino comune con altri. E’ l’ora che “tremi nel suo centro la terra”.

Dopo le esponenti del Cni la parola passa ai famigliari di Ayotzinapa. Perché la ferita della desaparcion dei 43 studenti è ancora aperta e la richiesta di verità è un impegno di tutti.

A chiudere l’assemblea arrivano le parole del SubComandante Moises a nome dell’Ezln: “avete il nostro appoggio con tutta la nostra forza … forse è l’ultima opportunità che questi suoli non spariscano tra tanta morte”. (Trovi la traduzione del discorso alla conclusione di questo articolo).

Dopo l’assemblea viene offerto un pranzo a tutti i partecipanti. Dal palco inizia la musica e la serata si chiude con la parata di centinaia di miliziani. Mentre scende la notte, si riparte tutt@ verso San Cristobal, dove da oggi ricomincia la Cideci l’ultima parte dell’Incontro che terminerà il 4 gennaio.

  • 2 e 3 Gennaio 2017 – Cideci San Cristobal

Nelle giornate ci sono stati numerosi interventi sia nella sessione plenaria che nelle sessioni di divulgazione.

Il 2 gennaio ha parlato anche Pablo González Casanova, ex rettore dell’UNAM è che è “lui stesso un Municipio Autónomo Rebelde Zapatista”, come ha detto il Sup Galeano. Negli interventi dell’Alchimista Sup Galeano e del SubComandante Moises ci si è soffermati a spiegare che la realtà degli zapatisti oggi è ben diversa da venti tre anni fa. Molte delle domande da cui è scaturito l’Incontro nascono proprio dalla volontà delle donne e uomini zapatisti di conoscere scientificamente la realtà. Che il tempo del Vecchio Antonio o delle conoscenze ancestrali non bastano più. La realtà stessa si è modificata. Il cambiamento climatico ha fatto variare lo stesso ciclo della natura. Conoscere per agire, per dare risposte ai bisogni che si determinano giorno dopo giorno costruendo l’autonomia. Conoscere scientificamente la realtà, ovvero comprenderne i reali meccanismi. Questo quello che le nuove generazioni zapatiste vogliono.
L’incontro di questi giorni non è stato deciso dalla Comandancia, ma invece è nato come necessità di chi affronta dalla salute, alla produzione, dall’educazione alla comunicazione nuove necessità e nuove sfide. Per questo l’Incontro vuole essere una prima tappa e l’invito, fatto dal SubComandante Moises è duplice. Da una parte a continuare l’interscambio tra scienziati e zapatisti andando direttamente nelle comunità. Dall’altro la proposta di organizzare a dicembre prossimo un momento in cui gli scienziati possano dibattere tra loro e raggiungere, se ne saranno capaci, dei punti di riflessione in comune.

GIORNATA DEL 2 GENNAIO 2017

Nelle sessioni generali hanno parlato Gertrudis Hortensia González Gómez, Alejandro Muñoz, Valeria Souza Saldívar, Luis Eguiarte Fruns, Kristin Mercer, Gabriel Ramos Fernández. Nella sessione serale ha preso la parola anche Pablo González Casanova.
Nelle sessioni di divulgazione hanno parlato Ramón Carrillo Bastos, Mariana Peimbert. Adolfo Olea, María Magdalena Tatter , Luis Concha Loyola, Azucena de León Murillo.

Alquimista SupGaleano: Alquimia Zapatista

GIORNATA DEL 3 GENNAIO 2017

Nelle sessioni generali hanno parlato Alejandra Arafat Angulo Perkins, Stuart Newman, Ernesto Hernández Daumas, Christian Abraham Enríquez Olguín, Juan Manuel Malda Barrera, Carlos Rodrigo Martínez Prieto, Fabiola Méndez Arriaga.
Nelle sessioni di divulgazione Felipe Gómez Noguez, Gustavo Magallanes Guijón, C. Jesús Vergara Huerta, Luis David Alcaraz, Manuel Fernández Guasti.

Subcomandante Insurgente Moisés e Subcomandante Insurgente Galeano: ¿Qué sigue?

Intervento del SubComandante Moises

Intervento Sup Galeano

  • 4 Gennaio 2017 – Cideci San Cristobal

Nell’ultima giornata dell’Incontro hanno parlato nelle sessioni plenarie: Celia Oliver, César Abarca, C. Hugo I. Cruz Rosas, Ma. del Pilar Martínez Téllez , Martha Patricia Mora Flores, Nelson Ravelo, Steven Rose. Nelle sessioni di divulgazione C. José Manuel Serrano Serrano, Mariana Patricia Jácome Paz , Marina Nolasca Valdés Navarrete.

Viene letto un pronunciamento congiunto del CNI e dell’EZLN per la liberazione della sorella Mapuche Machi Francisca Lincolao Huircapan.

Alla conclusione della giornata una zapatista alunna ha letto una valutazione comune di questa prima tappa di un percorso che è stato voluto per aprire la possibilità che gli scienziati possano condividere i loro saperi con le comunità delle montagne del sud est messicano. L’impegno per gli alunni zapatisti è quello di riportare le “parole dure” o “elevate” , che hanno ascoltato in questi 8 giorni nelle proprie comunità. Perchè questo era quello che si voleva fare: conoscere, avere accesso alle scienze per rafforzare l’autonomia e l’autogoverno. Segue l’intervento del SubComandante Moises e del SupGaleano.

Uscendo dall’auditorio la limpida notte chiapaneca brilla di stelle, a volte invisibili alle nostre latitudini … fa bene ogni tanto vedere qualcosa di diverso, può aiutare a costringerci ad andare al di là della normale quotidianità. E di questi tempi ce n’è bisogno!

Sono stati 8 giorni intensi, a volte incredibili per i temi trattati. Ma forse è proprio questo che si tratta di fare: sfidare il presente senza porsi barriere e mettendosi in discussione a partire da quel che ognuno fa e da dove ognuno si trova.

Gli zapatisti ci provano a non dare niente per scontato. Neppure la loro stessa identità, che non diviene mai una gabbia in cui guardare ad un passato che non tornerà più.
Lo hanno ripetuto più volte in queste giornate “certo possediamo saperi che vengono dalle nostre radici, ma oggi non bastano e non ci bastano più per affrontare il presente”.
La scommessa, il sogno servono per aprire nuovi orizzonti perchè “se l’umanità affronterà lo spazio nei viaggi interstellari porti con sè non il peggio di quel che ha costruito ma il meglio …”

Materiali originali disponibili presso:

Caminantes – Centro Studi e Documentazione sul Messico e l’America Latina

Napoli – Largo Banchi Nuovi NAPOLI Mail: csdm-caminantes@yabasta.it


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