Il 23 e 24 giugno si è svolto a Tunisi il seminario Finale del Progetto We Gov, coordinato dall’Ong italiana GVC.
Due giornate ricche di contenuti con la partecipazione non solo di tutti i partner ma anche delle associazioni e reti, che attraverso i molti progetti finanziati da We Gov hanno arricchito il percorso comune con interessanti sperimentazioni ed iniziative in Giordania, Palestina, Tunisia e Libia.
Al centro dell’intera progettualità il tema del rafforzamento della capacità di proporre buone pratiche di governance nell’interazione quanto mai necessaria tra società civile e forme di governo, in particolare locale.
Lo spirito con cui GVC ha coordinato il complesso piano di attività è stato quello dello scambio reciproco e della condivisione. Non si è trattato infatti di replicare in una maniera quasi meccanica le forme della “democrazia occidentale”, quasi come delle formulette preconfezionate, ma invece si è costruito un percorso in cui imparare l’uno dall’altro a costruire un clima favorevole alla giustizia sociale e ai diritti, a partire da esperienze innovative e calate nelle diverse realtà.
A questo scopo il progetto si è articolato attraverso varie tappe:
– l’acquisizione di competenze e conoscenze, attuato un ricco programma di formazione a più livelli in tutti i paesi,
– il finanziamento a cascata per attività realizzate in ogni paese da associazioni e reti mediante l’approvazione di 15 progetti, volti al rafforzamento della società civile nella capacità di organizzarsi, fare rete, incidere nella realtà locale, fare advocacy e svolgere con sempre maggiore incisività un ruolo di “watch dog” sui vari processi decisionali,
– lo scambio tra tutti i partecipanti dei percorsi realizzati, delle difficoltà incontrate, delle potenzialità emerse
– la condivisione di quanto realizzato attraverso lo spazio appositamente creato nella piattaforma web Jamaity, affermata realtà di informazione e comunicazione della società civile in Tunisia e non solo,
– la stesura in maniera partecipata, basandosi sull’esperienza acquisita in We Gov, di un libro bianco intitolato “Per una migliore partecipazione delle organizzazione della società civile nei processi decisionali”, di raccomandazioni destinato ai decisori politici perché migliorino politiche e strategie,
– la volontà di continuare il lavoro comune contenuto in una Carta d’impegno, sottoscritta da tutti i partecipanti.
Fin dai primi interventi l’incontro si è caratterizzato come un ricco momento d’approfondimento continuamente basato sulla realtà. Proprio perché il lavoro teorico si relazioni alla complessità del presente per poter elaborare conoscenze e strumenti d’azione condivisibili, al di là dei contesti specifici.
Questo movimento incessante tra la propria realtà locale, nazionale, regionale e l’individuazione di problematiche comuni è stato al centro di tutti gli interventi.
La ricerca di buone pratiche dirette della società civile, capaci di influenzare l’intero spazio pubblico ed anche la relazione con le istituzioni, è stato l’altro filo conduttore del racconto dei progetti realizzati nei vari paesi.
L’ampia gamma dei progetti realizzati con il finanziamento a cascata ha costruito un caleidoscopio di tensioni, contraddizioni, ma al tempo stesso di potenzialità e intelligenza collettiva. Una forte ricchezza sociale di questa parte di mondo, che interroga la modernità globale e il nostro stesso presente.
Se infatti i contesti ed i temi sembrano riferiti ad un’area o a un problema specifico, i percorsi, le soluzioni intraprese hanno alla base i grandi temi della contemporaneità.
Come costruire reale partecipazione sociale? Come contare nei meccanismi decisionali ad ogni livello? Come combattere arbitrarietà e violazioni, per costruire spazi di cittadinanza vera, basata su diritti e giustizia sociale, in un contesto generale in cui le decisioni sembrano definite in luoghi e da attori sempre più distanti ed irraggiungibili? Come costruire una nuova dialettica complessiva delle relazioni tra “governanti e governati”, a partire anche dal piano locale?
Tante domande ed aspirazioni sono sottese al vasto dibattito sulla governance, di cui si è ampiamente parlato nel Seminario, anche attraverso le stimolanti relazioni di M. Karim Ben Kahla sulla “governance pubblica” e di M. Mondher Bousnina sul “ruolo della società civile nella scala locale”.
Domande d’attualità ancor più di stringente in paesi in cui in cui la stessa decentralizzazione istituzionale muove i primi incerti passi, come nell’attuale Tunisia ancora attraversata da una crisi economica e sociale, oppure segnati da una generale precarietà politica come la Libia, oppure caratterizzati dalla drammatica relazione con l’occupazione come la Palestina ed infine come la Giordania, dove è quanto mai importante il rafforzamento della capacità di pressione della società civile in materia di diritti umani e politici.
Il valore dell’intero progetto We Gov sta proprio nel fatto che le realtà di base, le associazioni e reti di questi paesi, costantemente instabili come tutta la regione, non solo si pongano queste domande ma elaborino possibili risposte utili per la riflessione internazionale attuale e anche per la nostra Europa, andando ben oltre la riproduzione di una vuota modellistica.
La presentazione dei vari progetti, nelle due giornate di Tunisi hanno messo in luce, oltre la babele di lingue e appartenenze, sensibilità comuni, come la grande attenzione al fondamentale protagonismo delle donne a tutti i livelli nella società, l’assoluta importanza del ruolo attivo delle nuove generazioni, il cui presente è caratterizzato da una fortissima precarietà, per la costruzione di un futuro migliore e la necessità di pensare lo sviluppo dell’insieme sociale proprio a partire dalle zone a rischio, in particolare rurali per non lasciare spazi ancora maggiori all’esclusione e alla marginalizzazione, terreno favorevole alla radicalizzazione e alla conservazione.
Dopo la presentazione di ogni progetto, la discussione con domande e riflessioni, ha creato uno spazio di interazione tra tutti i partecipanti a dimostrazione di quanto sia fondamentale, al di là delle potenzialità di comunicazione offerte dal web, l’incontro diretto e lo scambio reale.
Uno scambio che si è sviluppato anche attraverso momenti di convivialità rendendo ancora più ricche le giornate di Tunisi, a cui purtroppo non hanno potuto partecipare alcuni delegati palestinesi per i consueti problemi di visti, questa volta da parte tunisina.
Alla conclusione del Seminario la firma della Carta d’impegno ha siglato la volontà di continuare un cammino comune, aperta dagli anni di collaborazione vissuti attraverso We gov
Per cui … alla prossima puntata!
A cura di Vilma Mazza Associazione Ya Basta – Padova
We Gov è un progetto coordinato da GVC, con il finanziamento della Commissione Europea.
Partners: Associazione Ya Basta – Italia, Accun – Tunisia, Human Appeal International e Ma’an – Palestina, Amman Centre for Human Right Studies – Giordania e Fal – Libia.