Giugno 1997 – Treno per Amsterdam

Aspettavamo l’occasione … ed è arrivata.

Per il 14 giugno è convocata ad Amsterdam la Marcia Europea.

Da tutta Europa ci si muove per raggiungere la capitale olandese. Dall’Italia scegliamo di concretizzare un sogno, un desiderio: andare ad Amsterdam sfidando le frontiere e riappropriandoci di una parte del nostro reddito.

“Libera circolazione degli esseri umani non solo delle merci”, “Reddito di cittadinanza per tutti contro disoccupazione e precarietà” se queste sono le parole d’ordine che vogliamo portare ad Amsterdam proviamo a renderle concrete.

Da tutta Italia raggiungiamo Milano, siamo in migliaia a e alla fine di una lunga occupazione della Stazione conquistiamo i treni per partire.

Raggiungiamo Amsterdam non senza incappare in un “benvenuto” repressivo della polizia locale che fermerà una parte delle carrozze ma il resto riesce a manifestare con tutte le altre delegazioni europee che ci guardano sbigottiti quando raccontiamo che siamo arrivati in treno “without ticket”.

Ad accoglierci ad Amsterdam ci sono anche gli zapatisti, infatti dal palco verrà letto un messaggio del Subcomandante Marcos.

Tre giorni dura la nostra trasferta. Sarà la prima di una lunga serie di viaggi tra frontiere, treni, manifestazioni nella nostra Europa.

RASSEGNA STAMPA

Una rete senza frontiere – Benedetto Vecchi da Il manifesto 17-6-1997

“ … La manifestazione di Amsterdam è considerata da molti uno spartiacque, tra l’ondata neoliberista e una fase nuova che si è aperta in Europa. A tutti è balzato agli occhi quell’incontro, avvenuto nella città olandese, tra la sinistra tradizionale e l’arcipelago di associazioni e gruppi di base cresciuto in questi ultimi dieci anni. Un arcipelago che spesso ha provato a innovare l’agire politico, misurandosi con un problema non da poco: l’allargamento dei diritti sociali di cittadinanza in una Europa dove la disoccupazione ha raggiunto cifre impressionanti. Venendo sempre più a mancare la base materiale (il lavoro) di quei diritti, come sviluppare una politica che faccia della cittadinanza il suo grimaldello per contrastare l’“Europa dei banchieri”? Una domanda da cifre a sei zeri. Ed è per questo che l’innovazione politica e culturale rimane il nodo che si vuole sciogliere. Anzi è il tema all’ordine del giorno da ora in poi. E non è poco che questa sia la posta in gioco scelta da un’area politica spesso rappresentata sulla carta stampata come l’ultima indesiderabile eredità degli anni Settanta. Sta di fatto che una scelta quest’area l’ha fatta: l’Europa è lo spazio politico commisurato alle trasformazioni produttive e sociali degli ultimi anni, senza per questo dimenticare la dimensione locale…..”

Un sogno si aggira per l’Europa di MilitantA da Il manifesto 24-6-1997

“ … Amsterdam, 14 giugno ’97 le cose più belle arrivano improvvise. E’ quella la prima manifestazione del futuro? Quattromila festosi arrabbiati partono dall’Italia e nessun documento viene esibito. Ogni vagone uno spezzone. Ogni frontiera un presidio da superare. Il corteo è il treno …. “


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