#Padovamondo. Raccontare cooperazione

Nato all’interno delle attività di Padova 2020 Capitale del volontariato, in particolare all’interno del Tavolo 7 promosso dal Centro Servizi Volontariato, il progetto Padovamondo prevedeva l’arrivo in città in contemporanea di numerosi ospiti dai molti paesi con cui le associazioni cittadine intrattengono rapporti di scambio e cooperazione.
Spazzata via dall’emergenza Coronavirus la possibilità di accogliere dal vivo la vasta delegazione internazionale, le associazioni, una ventina, animatrici del progetto non hanno voluto disperdere lo spirito alla base dell’iniziativa: rendere visibile e accessibile a tutti il forte intreccio e la reale condivisione, costruito in anni di progetti, viaggi, iniziative tra Padova e il mondo.

E’ nata così l’iniziativa Padovamondo Raccontare la cooperazione con lo scopo di aprire una finestra per raccontare con gli amici, oltre che partner, di tanti paesi diversi come si sta affrontando questo inedito presente in cui la pandemia colpisce ovunque e dove per “salvarsi” è necessario farlo tutti insieme.

Le associazioni hanno iniziato così a discutere cosa si voleva raccontare attraverso la messa a disposizione della pagina curata dall’Esecutivo dell’Area Pace Diritti Umani e Cooperazione in collegamento con l’Assessorato del Comune di Padova.
Usare un primo social network come trampolino per avviare la ricerca di un racconto che fosse costruito con un linguaggio comune da tante esperienze diverse.

Raccontare con non raccontare di

Ci si è interrogati sul quale fosse il filo che accomuna esperienze di cooperazione presenti in città tra loro diverse per appartenenze, strutturazione, specificità di intervento, trovandolo in un’idea di base che è quella di aver costruito, ognuno in forme specifiche, un rapporto di condivisione non di mero “aiuto”, una solidarietà a due sensi in cui nello scambio si riceve oltre che dare.
Una cooperazione basata sulla relazione con donne ed uomini, comunità locali, realtà di base che, in situazioni a volte estremamente difficili, operano per rafforzare la società, per mettere al primo piano i diritti, tutti i diritti.

Ne è nata quasi di getto una prima serie di contributi comunicativi multimediali che toccano più di una ventina di paesi di ogni parte del globo, in cui a parlare sono i protagonisti e i progetti e le azioni in corso.

Si è scelto di aprire a metà maggio 2020 la pubblicazione dei post con degli acquarelli giunti da Gaza come messaggio di solidarietà all’Italia e a tutti noi, simbolo dei tanti messaggi che nel periodo tra febbraio e marzo sono arrivati a tutte le associazioni. Un inedito rovesciamento in cui erano persone, che di certo soffrono una quotidianità costante ben più dura della nostra, che ci facevano coraggio e ci sostenevano, tante volte attraverso il linguaggio universale dell’arte. Un rovesciamento che è già una pista per un percorso della cooperazione in cui al centro c’è la cura dell’altro, la vicinanza e la relazione al di là di chi si è di dove si vive.

La limpidezza dello specchio

Video, testi, foto, audio si stanno trasformando in post che spaziando in un carosello di luoghi lontani ci fanno specchiare in cose anche a noi vicine.
Ecco che chi ci parla di come cercare di fare scuola on line in Brasile o in Rwanda ci aiuta a riflettere sulla centralità del diritto alla formazione intesa come crescita non solo nozionistica ma di relazione.
Chi ci racconta, dalla Giunea Bissau fino all’India, di come ci si organizza per sensibilizzare sulla prevenzione e l’importanza del distanziamento fisico riflette il tema di come costruire relazioni sociali di protezione, non basate sulla repressioni ma sulla consapevolezza individuale e collettiva che si accompagna ad una crescita reale della conoscenza.
Chi ci descrive dalla Striscia di Gaza così come dal Camerun o dalle Filippine la creazione di laboratori indipendenti di produzione di mascherine per far fronte alla carenze delle istituzioni ci invita a pensare all’importanza della cittadinanza attiva, ancora più centrale nella costruzione del nostro futuro globale.
Ed ancora ovunque dal Congo, al Messico, alla Siria, alla Bulgaria, passando per tutto il mondo le immagini di raccolte volontarie di cibo, di materiale di protezione ci fanno vedere come la pratica della solidarietà, dell’organizzazione comunitaria debbano essere uno dei pilastri della futura edificazione sociale.

Tutto questo accompagnato da uno sfondo globale in cui il diritto alle cure sanitarie è a dir poco un diritto dimenticato in cui medici, operatori di base, animatori si attrezzano da protagonisti per far fronte ad una violazione sistematica del diritto ad una salute di qualità, fatta di cura e prevenzione.

La nostra casa il pianeta

I racconti che arrivano da tutto il mondo sono chiari nel loro insieme.
Le diseguaglianze sociali, la logica delle guerre, il predominio di lobby vecchie e nuove di potere, la devastazione ambientale frutto di logiche di saccheggio delle risorse e della natura, ha costruito un presente inaccettabile in cui la vita di donne e uomini è ancora maggiormente messa a rischio dal Covid 19.
Ma allo stesso tempo donne e uomini, vecchi e giovani, con la pelle nera, ambrata, olivastra o bianca, vestiti di colori sgargianti o di umili vesti, in questo stesso istante in cui noi leggiamo questo pezzo stanno costruendo nuove pratiche sociali attente ai diritti e all’ambiente, animando relazioni di uguaglianza, condividendo saperi, arti e linguaggi, organizzando solidarietà e cioè stanno vivendo non solo sopravvivendo.

Padovamondo è una finestra per guardare a questo cortile di casa, della nostra casa che è il mondo, perchè, come si fa tra vicini, se serve ci si da una mano e quando si può ci si siede insieme a chiaccherare sui gradini del condominio comune.

Istruzioni per l’uso

I contributi comunicativi sono pubblicati in Padovanet e nel FB @AreaPaceDirittiUmaniCooperazione e raccolti nell’hastag #PadovaMondo

Sono giunti racconti da: Striscia di Gaza, Libano, Palestina, Iraq, Siria, Camerun, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Kenya, Cambogia, Tunisia, Somalia, Messico, Ecuador , Brasile, Filippine, Bosnia e altri paesi che si aggiungono a note dedicate ad iniziative con le comunità della diaspora e dei rifugiati presenti in città e a riflessioni sul tema pace e disarmo.

La redazione dei racconti è basata sulla ricerca di uno stile comune volto a valorizzare le relazioni create da tutte le associazioni grandi e piccole per far parlare non le singole esperienze ma l’intera patrimonio di contatti della e con la città.

Le associazioni che hanno promosso Padovamondo sono: MANITESE, ASEM Italia Onlus, ARTEMIGRANTE, ACS- ASSOCIAZIONE DI COOPERAZIONE E SOLIDARIETA’, AES-CCC Ong, Amici dei Popoli, Associazione per la pace, ASSOCIAZIONE GIShub – GIScience for Humanity, Urban spaces and Biosphere, Incontro fra i popoli, Jardin de los Ninos, Xena- Centro scambi e dinamiche interculturali, Associazione Ya Basta Caminantes ODV, ASF – Agronomi e forestali senza frontiere, Fondazione Fontana, Associazione Rosagala, WFWP Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo, Associazione Tetris e Architetti Senza frontiere, Associazione Popoli Insieme ODV. Con il sostegno di Cefa Onlus e Un ponte per.

Altre associazioni: Kito onlus


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