Rassegna Oblò #1 – Si è conclusa con successo la prima edizione

Quattro intense serate hanno racchiuso lo spirito della prima edizione di Oblò – Rassegna di docu-film e Graphic Novel: ovvero l’idea che per rispondere in termini di cambiamento alle sfide del presente serve un pensiero multiplo, collettivo, che interseca politica e cultura.
Una sfida non scontata e che ha visto una buona risposta in termini di partecipazione e attenzione.
La Rassegna ha offerto, come si prefiggeva, su quattro argomenti al centro della contemporaneità, la possibilità di sguardi a trecentosessanta gradi non certo per dare delle risposte esaustive ma per offrire invece delle piste, dei cammini d’analisi e d’azione.
Un ringraziamento va a tutt@ quelli che ci hanno aiutato, comprendendo come quello che ci ha mosso sia la possibilità di creare sinergie tra moduli espressivi, tra punti di vista trasformandoli in complicità collettiva. Un ringraziamento particolare a Giada con i suoi articoli, all’Osteria di Fuori Porta per l’ospitalità, a tutt@ i nostri ospiti e alla direzione ed al personale della MultiSala Astra.
Ci piace pensare che come abbiamo fatto in questa prima edizione sia possibile riproporre a Padova e non solo altri Oblò per guardare il mondo e costruire un futuro di diritti e dignità.
Tante sono le idee che “bollono in pentola”, come la prossima collaborazione con il Terra di Tutti i Film Festival – Edizione 2015.
La nostra strada non si ferma ed abbiamo intenzione di continuare a sperimentare e proporre nuovi appuntamenti di Oblò.
Per questo ci rivolgiamo a tutt@ per suggerimenti e perchè no anche per critiche e contributi.
Vogliamo ripercorrere le nostre quattro serate con voi per costruirne di nuove.

Conflitti contemporanei

Grande affluenza, grande partecipazione per la prima serata di Oblò che ha affrontato il tema della forme attuali della guerra soffermandosi in particolare intorno all’area tra Siria, Iraq e Turchia, Questo non solo perchè in questa zona del mondo la presenza di Isis, del Califfato incarna l’espressione reazionaria di nuove forme barbare di poteri che cercano di affermarmarsi ma anche per l’esperienza di resistenza e costruzione di alternativa che rappresentata da Kobane all’intera Rojava.
La discussione plurale tra Zerocalcare, Ivan Grozny, Gianfranco Bettin e Domenico Chirico ha offerto stimoli per capire che non si possono affrontare le guerre contemporanee, l’idea di pace, con le lenti del passato ma che invece bisogna affrontarle dentro il tempo attuale del mercato unico del capitalismo finanziario in cui vecchi e nuovi poteri cercano di ridisegnare la geopolitica globale.
I docufilm “Dentro Kobane. Gioia e Rivoluzione”, La guerra contro las mujeresAbout Gaza ci hanno mostrato il volto drammatico della guerra sui corpi delle donne, l’importanza dell’informazione libera e come a Kobane resistendo armati si costruisce una nuova sperimentazione di società.

Confini proibiti

Non era scontato affrontare il tema delle migrazioni partendo da stimoli capaci di portarci immediatamente “qui” e “là”.
“Qui” nel cuore di un Europa che deve ridare corpo a “uguaglianza, libertà e fraternità” per non restare prigioniera della fortezza che ha costruito ai suoi confini.
“Là” da dove si parte per migrare e dove corpi di uomini e donne si trasformano in altra merce per l’economia dei profitti costruiti sui confini.
Nicola Grigion, Musumeci, Mario Pizzali e Luca Bertolino, accompagnati dai disegni live di Marta Gerardi ci hanno portato contributi diversi per esperienza ma accomunati dalla consapevolezza che si possono cambiare le realtà qui e là per non essere schiavi di narrazioni che intossicano le relazioni sociali.
Dei tre docu-film, “Two at the border”, lucida testimonianza su chi accumula i guadagni del traffico di uomini, e “Legge 52” ci hanno mostrato l’ipocrisia del proibizionismo mentre “Sexy shopping” ci ha riportato ai confini multipli che avvinghiano da “là” a “qui” la vita dei migranti.


Questa terra è la mia terra – Cambiamo il sistema e non il clima

Ad aprire la serata il docu-film docu-film vionario “Second wind” del russo Sergey Tsyss. Un monito chiaro a non girare lo sguardo dal futuro prossimo che ci attende.
C’è un grande rimosso nella nostra contemporaneità: il tema del cambiamento climatico, perchè affrontarlo alla radice significa costruire una rivoluzione, un cambiamento radicale economico, politico e sociale, come dice Naomi Klein nel suo ultimo libro.
Pascoe Rescoe, Marica Di Pierri, Anna Iris Romans ci hanno accompagnato a squarciare il velo offrendoci spunti d’analisi ma anche occasioni di mobilitazione in Italia ed in Europa: dalla campagna contro gli OGM, alla mobilitazione contro l’Expo, fino alla COP 21 a Parigi. Contro l’estrattivismo, l’agrobusiness, il saccheggio di risorse ed ambiente esiste un orizzonte di cambiamento possibile che parte anche da esperienze concrete come quelle raccontate a parole e con i disegni live dal fumettista Paolo Castaldi. Azione e pensiero, conflitto e costruzione di alternativa per cambiare il sistema e non il clima sono urgenze globali come ci hanno mostrato i due docu-film, non a caso scelti da un continente a noi lontano come l’Asia, “When elephants dance the grass gets beaten” sulla Cambogia e “Endless road” sulla Cina.

Corpi differenti

E’ stato uno sguardio a trecentosessanta gradi quello offerto dall’ultima serata di Oblò intorno ai temi del corpo, del suo controllo ma anche delle lotte per un’autodeterminazione piena e con pieni diritti. Come ha ricordato Andra Nobili, che ha coordinato il dibattito, Oblò vuole servire proprio a questo: offrire degli squarci, dei flash che possano aprire multiple riflessioni.
Aperta dal docu-film “Chi vuoi che sia” e chiusa da “When I was a boy, I was a girl”, dedicati alla liberta di essere “chi si vuole”, la serata con i contributi delle ospiti, Stefania Piccinelli, Aurora D’Agostino, Carlotta Romagnoli ci ha portato a riflettere sulla centralità al sud come al nord del mondo, della difesa dei nuovi diritti, dell’autodeterminazione, della libertà vera e profonda. Perchè ancora troppe gabbie racchiudono i corpi, come ha sottolineato Alessia Di Giovanni nella denuncia racchiusa nel suo ultimo lavoro dedicato al tema dell’aborto mentre Carlotta Piccinini, regista di “Eco de femmes” ha chiuso gli interventi con uno sguardo verso la speranza rappresentata dalla caparbietá, la determinazione e la creatività con cui le donne dell’altra sponda del Mediterraneo, in condizioni certo diverse dalle nostre, costruiscono inediti percorsi di autodeterminazione e liberazione.

… alla prossima visione!

Gli organizzatori della prima edizione di Oblò – Rassegna di docu-film e graphic novel
Edizioni BeccoGiallo, GVC e Associazione Ya Basta – Caminantes


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