Nel 1997 Ya Basta inizia ad agire in diverse città italiane all’interno del mondo dei Centri sociali. Fin dall’inizio non si è mai pensato di creare un’unica associazione nazionale ma invece una “rete” di punti locali, indipendenti, autonomi ma federati.
Iniziamo a ragionare su come riproporre in Europa un secondo Incontro Intercontinentale, non per ripetere (cosa peraltro impossibile) quanto avvenuto un anno prima nel lontano Chiapas ma invece per attraversare lo spazio europeo partendo dalla nostra esperienza.
Da questa discussione nasce l’idea di invitare gli zapatisti anche in Italia. Ci sembra importante provarci.
Le lotte dei lavoratori della Renault, le mobilitazioni dei Sans Papier, le iniziative in Germania contro i treni della morte che trasportavano scorie nucleari ci parlano dell’Europa dal basso, dell’insofferenza ai parametri di Maastricht, del desiderio di essere cittadini europei e non schiavi dell’Europa dei capitali e del neoliberismo. A questo desiderio di assumere l’Europa come nostro spazio di azione si accompagna la ricerca nelle nostre comunità, nei nostri territori di praticare lo stimolo che viene dall’autonomia dei Municipi Autonomi Zapatisti.
Agire il piano europeo, liberarci dalla gabbia nazionale, proprio quando la modifica del ruolo degli stati nazione faceva sì che parole come comunità locale, municipalismo, federalismo potevano assumere un significato profondamente innovativo se accompagnate da nuove definizioni dei moderni diritti di cittadinanza e della solidarietà.
Un antidoto possibile e di rottura nei confronti di un localismo razzista, xenofobo e barbaro che inizia ad attraversare l’Europa, e che in Italia è ben interpretato da forze come la Lega.
Parlare di autonomia, di autogoverno, di disegnare i propri territori non delegando ad uno stato centrale il proprio destino può trovare un laboratorio naturale nel quadro di una Europa da costruire
Su queste basi per Ya Basta inizia un anno intenso.
DA VENEZIA A LA REALIDAD
Tra le prime iniziative dell’anno organizziamo una delegazione della società civile italiana per raggiungere il Chiapas, discutere con gli zapatisti ed invitarli in Italia.
Iniziamo a socializzare le nostre riflessioni sullo zapatismo, su quanto era successo in Perù con il massacro, ordinato dal presidente Fujimori, dei guerriglieri asseragliati dentro l’Ambasciata giapponese e lanciamo la proposta di partecipare alla Marcia europea che si terrà ad Amsterdam.
TRENO PER AMSTERDAM
Andare in Europa, partecipare ad Amsterdam alla Marcia Europea contro la precarietà, è il nostro obiettivo.
Vogliamo andare nella capitale olandese sfidando le frontiere e riappropriandoci di una parte del nostro reddito.
In migliaia arriviamo a Milano, al grido “Amsterdam, Amsterdam” occupiamo la stazione centrale. Ce la facciamo e alla fine di una lunga occupazione della Stazione Centrale conquistiamo i treni per partire. Raggiungiamo Amsterdam dove manifestiamo con tutte le altre delegazioni europee che ci guardano sbigottiti quando raccontiamo che siamo arrivati in treno “without ticket”.
Sarà la prima di una lunga serie di viaggi tra frontiere, treni, manifestazioni nella nostra Europa.
Nell’estate ci dedichiamo a concretizzare la possibilità di una visita dell’EZLN in Italia.
Ci rechiamo in Chiapas per consegnare i soldi raccolti con la colletta fatta durante il Treno per Amsterdam alle comunità zapatiste e partecipiamo al Secondo Incontro Intercontinentale in Spagna. E’ un incontro itinerante che tocca da Barcellona al Sud della Spagna attraversando con una sorte di carovana le realtà politiche spagnole. All’incontro partecipa una delegazione dell’EZLN a cui consegniamo l’invito ufficiale a venire in Italia per la metà di settembre.
Arriva la conferma dell’EZLN: gli zapatisti saranno in Italia con noi a settembre.
VENEZIA 12-13-14 SETTEMBRE UN MONDO MOLTI
La nostra idea è chiara: vogliamo creare un evento europeo negli stessi giorni in cui la Lega cercherà di essere a Venezia per portare avanti le sue posizioni razziste.
Pensiamo sia possibile con la presenza degli zapatisti affermare che un autonomia delle comunità è possibile a partire da valori diametralmente opposti alla Lega: quelli di diritti per tutti nel quadro di una Europa solidale.
Per tre giorni siamo in migliaia a Venezia e la grandissima manifestazione con più di 20.000 persone oscura il tentativo della Lega di portare la famosa ampolla fino a Venezia.
Insieme alla presenza degli zapatisti abbiamo voluto affermare un federalismo della solidarietà, un agire capace di parlare e di una parola che si fa azione in Europa.
PRIMO CONGRESSO
Il 1 ottobre 1997 si tiene a Roma il nostro primo Congresso.
Si fa un bilancio del primo anno di attività e si conferma la scelta di strutturarsi come una rete di punti locali. Questo non per riproporre una sorta di coordinamento ma per valorizzare un locale “capace di agire nel globale” e di agire in rete concentrando l’azione in campagne comuni.
Autonomia territoriale e condivisione progettuale saranno le forme di azione dell’Associazione vissuta come un bene comune condiviso.
Nel Congresso si discutono i prossimi appuntamenti e le campagne sia nazionali che europee oltre alla cooperazione con le comunità zapatiste.
Progetti come Cultura Maya, Turbina a La Realidad, l’inizio dell’idea della commercializzazione del caffè zapatista sono la concretezza di un modo di pensare la cooperazione in forma diretta, dal basso tra comunità che condividono sogni e speranze.
In particolare il progetto “Energia elettrica a La Realidad” con CIRSP e il LITA dell’Università di Roma, per installare una turbina in grado di garantire in forma autonoma la produzione di energia elettrica, sostenuto a partire dal Comune di Venezia da una cordata di amministrazioni italiane, si dimostrerà, ben presto, come un esempio di diplomazia dal basso, indipendente dal Governo italiano, che riconosce i Municipi Autonomi Zapatisti come interlocutore diretto.
Un modo per costruire un “municipalismo” che varchi le frontiere nel riconoscersi reciprocamente tra comunità.
Un modo per noi di ripensare la classica “cooperazione decentrata”, che assomiglia più ad una versione ridotta delle scelte di politica estera del governo che non ad una decisionalità indipendente delle realtà locali.
DICEMBRE
Mentre dal Chiapas giungono notizie sempre più gravi sull’azione dei gruppi paramilitari, l’8 dicembre l’Unione Europea si appresta a firmare un Trattato di commercio preferenziale tra Europa e Messico. Nel Trattato ci dovrebbe essere una “clausola democratica” che vincoli gli scambi economici alla salvaguardia dei diritti umani. Intorno alla firma del Trattato tutta la rete europea di solidarietà con gli zapatisti si mobilita: in Messico i diritti umani sono violati dunque niente rapporti preferenziali con il governo di Zedillo.
Questa campagna ci accompagnerà per gli anni seguenti nella convinzione che come cittadini europei dobbiamo contare nelle scelte di politica estera. Il governo messicano tra l’altro sta aumentando le espulsioni degli osservatori internazionali perché non vuole che occhi indiscreti vedano e denuncino quello che sta avvenendo.
STRAGE DI ACTEAL
Decine di paramilitari protetti dalla polizia locale e dall’Esercito messicano irrompono nel villaggio di Acteal e uccidono in maniera selvaggia 45 indigeni in maggioranza donne e bambini, appartenenti alla comunità de Las Abejas.
Un crimine che resterà sostanzialmente impunito.
La notizia della strage arriva in tutto il mondo ed ovunque si protesta. A Venezia viene convocata una manifestazione di fronte al Consolato. Viene lanciato un appuntamento mondiale di mobilitazione il 12 gennaio 1998 contro la politica sporca del governo messicano.