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Medio Oriente. Le reazioni internazionali al bombardamento di Gaza

Israele, Palestina; il mondo Arabo e l’Occidente reagiscono ai pesanti bombardamenti israeliani ancora in corso a Gaza. Mentre il mondo arabo chiede l’intervento dell’Onu e della comunità internazionale, Unione europea, Russia e Usa condannano fermamente l’azione di Israele.

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In questo articolo si parla di:

  • 62/677 Palestina

da Agenzia Multimediale Italiana

Israele e Palestina
Il presidente israeliano Shimon Peres ha assicurato che il suo paese non entrerà nella Striscia di Gaza. «Israele adotterà tutte le misure necessarie per fermare i lanci di razzi. Non entreremo a Gaza. Vi sono altri mezzi. Non abbiamo lasciato Gaza per farvi ritorno», ha detto Peres in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano pan arabo pubblicato a Londra "al Sharq al Awsat", sottolineando che Hamas sarebbe direttamente responsabile delle «sofferenze» dei palestinesi nella Striscia. Più diretto il ministro della difesa israeliano Ehud Barak, che ha detto oggi che per le forze armate sarebbe arrivato il momento della guerra per porre fine al fuoco di razzi da Gaza sulla popolazione israeliana: «È giunta l’ora di agire. Non permetteremo ai terroristi di colpire i nostri cittadini .... è giunta l’ora di combattere». «Non voglio illudere nessuno - ha concluso il ministro - non sarà una cosa facile e nemmeno breve».

L’Autorità palestinese, in un comunicato diffuso a Ramallah, ha duramente condannato il bombardamento della striscia di Gaza e ne ha chiesto l’immediata fine. In un comunicato, a nome del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), il portavoce palestinse Nimer Hamad, ha detto che l’ Autorità «condanna severamente l’ aggressione israeliana», «esprime solidarietà cone le vittime», e «chiede l’immediata fine di questa aggressione».
In una conferenza stampa nella sede della presidenza palestinese a Ramallah Yasser Abed Rabbo, consigliere del presidente Mahmoud Abbas che si trova in visita in Arabia Saudita, ha dichiarato che l’Anp «condanna nel modo più duro l’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza». «Chiediamo che fermino immediatamente e senza condizioni questa aggressione» ha aggiunto l’esponente di Fatah, il movimento di Abbas rivale del movimento islamico che da oltre un anno controlla Gaza.

La condanna del bombardamento arriva anche dalla Chiesa cattolica: «Quello in corso a Gaza è un massacro non è un bombardamento. È un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice». È quanto ha dichiarato padre Manuel Musallam, parroco della Santa Famiglia a Gaza City, contattato dall’agenzia dei missionari comboniani "Misna". «Io sto bene, la chiesa è intatta, ma la scuola delle suore del Rosario è distante solo pochi metri da un edificio centrato da uno dei razzi sparati dagli israeliani - ha raccontato ancora il religioso all’agenzia missionaria - la deflagrazione ha fatto esplodere tutte le finestre delle aule, ancora piene di alunni. Alcuni bambini hanno riportato lievi ferite a causa dei vetri. Subito dopo si sono barricati nei locali del Convento con le suore, finchè non sono arrivati i genitori a riportarli a casa».

Il mondo Arabo
La Lega Araba ha addossato sul Consiglio di Sicurezza dell’Onu «la responsabilità del massacro di Gaza contro il popolo palestinese» e gli ha chiesto «di adottare misure immediate per la cessazione di questo scatenamento della violenza israeliana e di creare meccanismi per la protezione del popolo palestinese dai crimini e dal terrorismo israeliani». La Lega Araba ha convocato poi una riunione d’emergenza. Il vertice dovrebbe iniziare già tra poche ore su richiesta della Giordania. Intanto il leader libico, Mouammar Gheddafi, ha tenuto pochi minuti fa un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, per discutere del raid aereo israeliano su Gaza e della possibilità di convocare un summit dei capi di stato arabi per l’occasione. Dopo il colloquio con Gheddafi, l’emiro del Qatar, Hamad ben Khalifa al Thani, ha continuato il suo giro di consultazioni per la convocazione del vertice.
«Stiamo assistendo ad una rappresentazione molto ben pianificata, perciò dobbiamo aspettarci molte vittime. Dobbiamo prevedere una grande catastrofe umanitaria». Ha poi dichiarato il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa,

Il ministro egli esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, ha convocato l’ambasciatore di Israele al Cairo, per «esprimere il rifiuto dell’Egitto all’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza e per chiedere l’arresto immediato di tutte le operazioni militari». Abul Gheit ha quindi inviato messaggi al segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon, al presidente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ai componenti del cosiddetto Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia) ed ai ministri dei paesi membri permanenti dello stesso Consiglio perchè «si assumano le proprie responsabilità per far cessare al più presto le operazioni militari israeliane».
L’Iran ha condannato gli attacchi israeliani contro Gaza ed il movimento integralista palestinese Hamas ed ha chiesto alla comunità internazionale un’azione immediata per fermarli. La Giordania intraprenderà «ogni sforzo possibile con le potenze della regione ed altre per mettere fine all’operazione militare israeliana a Gaza». È quanto ha dichiuarato il sottosegretario alla Comunicazione giordano, Nasser Judeh, condannando i raid.

Anche il governo libanese si è rivolto al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, chiedendo che «sia presa in fretta una posizione in merito alla brutale aggressione israeliana contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza»: «chiediamo all’Onu e al suo segretario generale che si prendano quanto prima le misure internazionali necessarie per fermare il massacro», ha aggiunto il premier Fuad Siniora citato dall’agenzia.
La Siria ha condannato i raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza definendoli «un atto di terrorismo» e parte della «guerra di sterminio». Il consigliere presidenziale per l’informazione, signora Buthayna Shaaban, ha affermato in un comunicato che il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni «sta ora gustando il sapore del sangue dei palestinesi per così poter diventare primo ministro grazie a questa sua azione terroristica».
A migliaia intanto, i palestinesi del campo profughi di Yarmuk, alla periferia di Damasco, sono intanto scesi in piazza oggi a Damasco per protestare contro i raid israeliani, mentre il presidente siriano Bashar al-Assad, presidente di turno al vertice arabo, ha discusso con i suoi omologhi di Qatar Libia della possibilità di convocare una riunione d’urgenza della Lega Araba.
E mentre i caccia israeliani bombardano ancora la striscia di Gaza, anche in diverse altre città del Medio Oriente stanno sfilando manifestazioni in solidarietà con la popolazione palestinese. Nel centro del Cairo, in Egitto, una grossa manifestazione è in marcia, mentre una seconda si sta tenendo nel centro di Amman, in Giordania. La guida suprema dei Fratelli Musulmani egiziani, Mohamed Mahdi Akef sostiene che «questi crimini, la corruzione, l’ingiustizia e la potenza degli invasori che uccidono e distruggono dimostrano che i sionisti godono della complicità totale dei leader arabi, musulmani, dell’Onu, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea».

L’Occidente
Il presidente della repubblica francese Nicolas Sarkozy è stato il primo leader occidentale ad intervenire, chiedendo la «cessazione immediata» delle violenze in Israele e a Gaza, «dei lanci di missili su Israele, così come dei bombardamenti israeliani su Gaza». Sarkozy ha espresso la sua «più viva preoccupazione per l’escalation della violenza nel sud d’Israele e nella striscia di Gaza», e «condanna le provocazioni irresponsabili che hanno portato a questa situazione così come l’ uso sproporzionato della forza».

L’Unione europea si è espressa attraverso la voce dell’Alto rappresentante per la politica Estera europea Javier Solana, che ha chiesto «un cessate il fuoco immediato a Gaza», e della Commissione Europea, che in un comunicato diffuso a Bruxelles chiede a israeliani e palestinesi il ritorno immediato a un cessate il fuoco. Il commissario Ue per le relazioni esterne, Benita Ferrero-Wadner, ha espresso in una nota «grande preoccupazione» per l’offensiva aerea lanciata da Israele sulla striscia di Gaza».

Mosca ha invitato Israele a fermare immediatamente «l’operazione in grande scala» contro Gaza e Hamas a cessare i lanci di razzi nel territorio israeliano: lo riferisce l’agenzia Itar-Tass citando Andrei Nesterenko, portavoce del ministero degli esteri russo. «Invitiamo nello stesso tempo la dirigenza di Hamas a cessare i lanci di razzi contro il territorio israeliano», ha proseguito Nesterenko. La Russia, che sta organizzando una conferenza di pace sul Medio Oriente, probabilmente in primavera, aveva già espresso nei giorni scorsi tutto il suo appoggio al presidente dell’ Autorità palestinese Abu Mazen, nel corso di una sua visita a Mosca.

La Casa Bianca ha chiesto a Israele di evitare perdite civili nei suoi attacchi contro Hamas a Gaza e ha aggiunto che i missili di Hamas contro Israele devono cessare se si vuole porre fine alla violenza. Secondo la Casa Bianca Hamas deve fermare le attività terroristiche se vuole avere un ruolo nel futuro dei palestinesi.
Nella dichiarazione del portavoce Gordon Johndroe la Casa Bianca non ha chiesto a Israele di interrompere i raid aerei che hanno ucciso almeno 155 persone a

Anche l’Italia è intervenuta nel dibattito onternazionale. Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è detto molto preoccupato per la situazione determinatasi a Gaza. «Nel condannare anzitutto con forza e senza riserve il lancio indiscriminato e senza alcuna giustificazione di razzi Qassam da parte di Hamas - chiedendone l’immediata cessazione - contro l’inerme popolazione civile israeliana», Frattini ha al contempo invitato Israele, nell’esercizio del suo diritto all’autodifesa, a tener conto della già difficile condizione di Gaza e della necessità di salvaguardare vite umane innocenti.

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