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Cartoons World Challenge: intervista a Claudio Calia

Alla conclusione del Corso online gratuito microstoria e tecniche del fumetto in 11 paesi

Associazione Ya Basta Padova

In questo articolo si parla di:

  • 16/700 CARTOON WORLD CHALLENGE
  • 70/700 Ecuador
  • 13/700 Etiopia
  • 20/700 Guatemala
  • 112/700 Iraq
  • 94/700 Italia
  • 15/700 Kenya
  • 24/700 Libia
  • 27/700 Marocco
  • 16/700 Mozambico
  • 15/700 Tanzania
  • 109/700 Tunisia

"... per utilizzare una metafora mista come il mezzo stesso, definire i fumetti implica tagliare un enigma annodato gordiano avvolto in un mistero ... "
R. C. Harvey

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Si è concluso il Corso on line all’interno di Cartoons World Challenge con partecipanti di 11 paesi dall’America Latina all’Africa, passando per il Maghreb ed arrivando in Iraq.

Ora è in preparazione l’ebook che raccoglierà i racconti a fumetti dedicati a #MyCovidinComic, frutto del percorso realizzato con Lezioni di storia e tecnica del fumetto, Live Meeting tra i partecipanti e esercizi, accompagnati dalla costante interazione con il fumettista Claudio Calia.

Un inedito modo di offrire la possibilità di approfondire il linguaggio dei fumetti che è stata un’occasione di forte condivisione tra latitudini diverse.

A Claudio Calia, per la prima volta alle prese con un’avventura di questa portata, abbiamo chiesto alcune prime impressioni.

Cartoon World Challenge, con 11 paesi partecipanti, è stata la mia prima esperienza di laboratorio a distanza.
E’ stato molto bello perchè ha permesso di coinvolgere molti più studenti di quelli che ho normalmente in un laboratorio in presenza. La contemporaneità di corsi in più nazioni ha creato un intenso melting pot di lingue, sia parlate che scritte.
Proprio dagli studenti sono nate delle iniziative per non perdersi di vista alla fine di questa esperienza e rimanere in contatto.

L’approccio degli studenti al lavoro è stato molto diverso da come è di solito. In presenza il disegnare insieme negli stessi tavoli, il disegno in pubblico, diventa anche una sorta di gioco mentre questa situazione, con il fatto di essere a distanza ed ognuno a casa sua, ha prodotto dei lavori immediatamente più meditati del solito. Questo anche da parte di chi è partito con meno nozioni di disegno.
Ho notato che la fruizione privata delle lezioni, vedendosele da soli allo schermo, fa cambiare qualcosa dal punto di vista degli elaborati finali.
Nel fare questo tipo di laboratori, si vede cosa cambia nell’esperienza di uno studente: questa volta ci sono stati dei cambiamenti dall’inizio alla fine.
Mi sembra che questa forma abbia facilitato maggiormente la concentrazione sul lavoro che si sta facendo.

Le differenze tra i vari paesi che hanno partecipato erano tantissime. Paesi in cui il fumetto c’è oppure no. Paesi in cui circolano fumetti diversi. In Tunisia si leggono fumetti francese. In America Latina se ne leggono altri. E altri ancora leggono fumetti in portoghese.
Erano diversi anche i partecipanti: gli studenti iracheni li conoscevo già, perchè sono stato lì più volte e li seguo e so che stanno facendo un percorso con i fumetti, peraltro in un paese in cui non esiste un’industria del fumetto.
Ho scoperto che in Tanzania c’è chi mantiene una scena del fumetto presente in internet.
Una cosa che mi ha colpito è anche ascoltare come loro ci vedono. Un ragazzo africano, per altro bravo come autore, ad esempio, durante una discussione ha sottolineato come, a differenza della loro situazione, in Europa "si possa vivere con l’arte", un’altro ancora ha voluto sapere come si fa ad andare a lavorare per un fumetto come Tex. Queste affermazioni e domande sono state l’occasione per affrontare diverse questioni: come il fumetto sia un lavoro, cosa significhi lavorare nel settore. Anche perchè fare fumetti è un mix di cose. Devi essere po’ designer, un po’ scrittore, un po’
stilista, un po’ architetto e di certo ci vuole del tempo e niente è scontato.

Una cosa che mi rende soddisfatto di questo Corso è che la qualità degli elaborati finali è alta.
E’ molto bello perchè nel Corso c’erano persone che avevano già esperienza, perchè fanno o vogliono fare fumetti, ed altre che, per la prima volta nella loro vita, hanno sperimentato il fumetto come linguaggio e hanno imparato in 20 giorni, facendo emergere delle cose.
Significa che il fumetto è un linguaggio che permette alle persone di comunicare anche se hanno lingue ed esperienze di vita diverse e di condividere le proprie storie.


INTERVISTA COMPLETA


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Per chi non ha partecipato al Corso e vuole condividere un contributo illustrato (tavola, striscia o vignetta) è possibile partecipare al Challenge #mycovidincomics.
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##Mycovidin comics
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@ifumettidicaludiocalia
@yaBastaCaminantes


Cartoon World Challenge My covid in comics è un progetto:
Coordinato da Cefa Onlus
in collaborazione con Associazione Ya Basta Caminantes

Finanziato da


Per lo svolgimento in Iraq l’iniziativa si inserisce nel Progetto Walking Arts - Arte per la coesione sociale - Con il contributo dell’azienda di cosmetici etici Lush Italia.

Vedi anche:
  • Cartoon World Challenge con Claudio Calia
  • Partecipanti da tutto il mondo per il Corso Cartoon World Challenge - #Mycovidincomics con Claudio Calia
  • CARTOON WORLD CHALLENGE
  • Cartoons World Challenge: interview with Claudio Calia
  • Cartoons World Challenge: entretien avec Claudio Calia
  • Cartoons World Challenge: entrevista con Claudio Calia

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