Nella comunicazione mainstream spenti i riflettori delle Olimpiadi sul Brasile resta accesa ad intermittenza qualche lucetta che illumina l’empechment della Presidente Dilma. Dopo l’ultima votazione del Senato la donna del PT decade definitivamente dalla carica, lasciando il posto a Michel Temer che sarà il 37esimo presidente della Repubblica brasiliano.
C’è chi grida al golpe della destra, chi inneggia alla restaurata democrazia, chi invoca la mannaia della magistratura (tra l’altro a dare consulenza ai colleghi brasiliani nel paese sono andati anche i nostrani magistrati di Mani pulite).
Il Brasile sta vivendo un cambiamento di pelle istituzionale che, se non si vuole essere miopi, va spiegato e compreso in un quadro globale: la crisi dei governi cosidetti “progressisti” dell’America Latina nel tempo del capitalismo finanziario.
C’è stato un tempo, quello della prima fase della globalizzazione, dell’avanzata dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che molti hanno pensato fosse destinato a durare per sempre. Allora i governi progressisti avrebbero, forse, potuto spingere sull’accelleratore per cambiare a fondo scelte strutturali come l’estrattivismo, l’agrobusiness, il gioco dell’import export ma in cambio non avrebbero potuto velocemente attuare politiche redistributive di carattere sociale ... ed il consenso si ottiene con la possibilità di far credere che si può garantire a tutti il raggiungimento del livello di vita incarnato dai beni che caratterizzano il nostro tempo presente. Il tutto senza resettare le regole di fondo.
In Brasile le politiche di Lula prima, nella passata fase della globalizzazione dei mercati, e di Dilma poi, si basavano sulla possibilità di far marciare insieme una crescita basata su esportazioni di materie prime, come minerali ferrosi, agrobusiness spinto anche con l’uso di OGM, come il caso della soia, commercio con potenze come la Cina, con iniziative di redistribuzione sociale, puntando sulla crescita interna. Senza dimenticare il petrolio.
Un mix che ha potuto funzionare ma che si è scontrato con le mutazioni del mercato unico globale.
Basta pensare alla Petrobras, al centro dello scandalo che sta sommergendo anche Dilma. Il prezzo del petrolio dai mitici 100 dollari al barile ora ondeggia intorno ai 40 dollari, per il perverso meccanismo che si combatte attorno all’oro nero tra i produttori come l’Arabia e i paesi del Golfo, Iran, ritornato sulla scena internazionale, la rinforzata presenza americana come produttore, gli interessi russi.
Quando il tempo cambia, il vento che soffia diventa una bufera per tutti.
Nuovi assetti di potere interni ed internazionali, determinano alleanze e conflitti. I giocatori hanno un unico obiettivo restare al tavolo da gioco. Dimostrare di essere i migliori per avere “un posto al sole” nel mercato finanziario globale, che macina in forma autonoma i suoi profitti.
"Nel 2014 il valore dell’economia finanziaria a livello mondiale ha toccato la cifra astronomica di circa un trilione di dollari (mille mila miliardi) contro un Pil globale (ricchezza materiale prodotta) di soli 78 bilioni (75 mila miliardi). Un rapporto di 13 a 1". (dato tratto da Il Manifesto articolo di Luigi Pandolfi)
Parlare del Brasile significa guardare oltre, entrare nella complessità delle vite. Ivan Grozny lo ha fatto.
I suoi reportage sono tasselli, cocci di quel che c’era e non tornerà più e frammenti di quel che già è. Tasselli che sono frammenti per permetterci di guardare la complessità del Brasile, come di ogni altro posto. Perchè fare analisi politica significa non solo guardare in alto, a quel che si muove nelle trasformazioni degli apparati del potere, alle prese con la crisi degli stati nazione e la ridefinizione degli assetti globali, ma capire le dinamiche sociali, le contraddizioni del presente così come le vivono milioni di esseri umani.
E’ uno sguardo di parte. Che sceglie un angolazione, che superficialmente, si potrebbe definire laterale ma che invece ci aiuta.
Le contraddizioni che vive il gigante brasiliano sono uno specchio spietato dei tempi che viviamo in cui l’alternativa per essere tale non può che essere globale, radicale ma per questo profondamemente difficile perchè significa mettere in discussione l’insieme della dimensione di vita personale e collettiva.
Nel tempo in cui i nostri destini sono interconnessi specchiarsi in altri luoghi, riconoscere i tratti sociali comuni, non è un optional ma l’unica strada per pensare un cambiamento per tutti e dovunque.
RACCOLTA COMPLETA DEI REPORTAGE MUTIMEDIALI ROAD TO RIO DI IVAN GROZNY COMPASSO - ESTATE 2016
* Raccolta articoli in RadiciFutureMagazine *
Vita, giochi e miracoli di Rio 2016
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Rio 2016 Olympics
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* Raccolta articoli in Il Manifesto *
«La cultura maschilista in Brasile non sparirà per magia»
I dati ufficiali dicono che in Brasile ogni 11 minuti una donna viene stuprata. Ma è lecito aspettarsi che i casi siano ancora più numerosi, perché non tutte le vittime hanno la forza di denunciare. Lo scorso maggio un’adolescente, è stata stuprata da un gruppo…
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Rio, la modella Gizele fa sempre notizia
Forse ricordate il caso di Gizele Bundchen, la top model paulista che durante la cerimonia d’apertura avrebbe dovuto essere scippata da un pivepe, il modo dispregiativo con cui chiamano i ragazzini delle favelas. Durante la nostra visita al Parco Olimpico, al ritiro dell’invito al botteghino,…
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Sicurezza olimpica e rissa Usa
Nell’ultima settimana di Giochi, a parte gli exploit dei grandi nomi (Bolt su tutti), spiccano soprattutto alcuni episodi in cui si è sfiorato il caso diplomatico. Del salto con l’asta si è già scritto molto, con il pubblico di casa che ha fischiato le prove…
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Olimpiadi, un mondo a parte
Come avviene per l’accesso al Parco Olimpico e ai vari impianti sparsi qua e là nella città, anche per prendere la nuova linea della metropolitana bisogna esibire pass o biglietti per uno o più eventi, altrimenti non si passa. Poi però, come è stato per…
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Vivere nelle favelas senza perdere il ritmo
Arrampicarsi su un morro è un’attività molto più comune di quanto si pensi. Nelle favelas più grandi, come Rocinha o Vidigal, è più facile, perché per quanto ripidi i percorsi si può sempre scegliere di prendere un van che collega la parte bassa con quella…
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Volontari, i campioni dei giochi
Volontari e rifiuti: nei Giochi dei grandi numeri rappresentano l’altra faccia della medaglia. Indispensabili, ma fuori dai riflettori. Preziosi, eppure considerati poco. A modo loro “campioni” in queste storiche Olimpiadi brasiliane. Sono sempre grandi i numeri, quando si parla di Rio 2106. Cifre in migliaia…
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Da Copacabana a Acari, come cambia il Brasile
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Black Lives United a Rio
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«Jihadisti arrestati» e Pokemon sbarcati. Zica invece non si è vista
Più si va verso il 5 agosto, giorno dell’inaugurazione, più aumentano i controlli e le esercitazioni di esercito e polizia nei luoghi potenzialmente a rischio. Ed è di ieri la notizia dell’arresto di dieci persone che secondo la polizia stavano preparando attacchi terroristici nel nome…
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EPISODI
#RoadToRio19
11 ago 2016
Nella favela di Rocinha vivono più di ducentomila persone, anche se i dati ufficiali direbbero qualcos’altro. Un giro tra panorami, suoni, musica, personaggi e le strette e ripide strade di questa che è la più grande favela del latino America.
#RoadToRio18
11 ago 2016
Una giornata olimpica. Da Phelps agli artificieri.
#RoadToRio17
09 ago 2016
Si deve arrivare a Rio Comprido per raggiungere la comunità di Turano, una favela che si arrampica su di un ripido morro. Siamo qui, in questa che è una comunità sotto continua pressione della polizia (UPP) che troviamo all’ingresso e poi vediamo spuntare di qua e di la. Ma non tutte le strade sono uguali, ecc ecc
Ma noi questa volta ci arrampichiamo fino quassù per un altro motivo. Il samba. Come nasce una canzone.
#RoadToRio16
08 ago 2016
Le chiamano contraddizioni. Prostituzione incentivata da una "cultura" machista e sessista, gli avventori dei locali dove ragazze che arrivano dai luoghi più poveri della città cercano facili guadagni. La guerra alla droga pretesto per controllare territori. La notte si fa alba, a Rio.
#RoadToRio15
07 ago 2016
La notte dopo la Cerimonia, la vita riprende come prima. Ma la musica non si è mai fermata. A Rio non può succedere. Così oggi ho deciso di seguire un musicista italiano, Simon, che si è formato suonando in diverse parti del mondo e oggi ci porta a scoprire altre cose di Rio. Tipo che amano Sergio Endrigo e che con la musica si può offrire qualcosa di positivo a bambini che crescono in ambienti pericolosi e violenti. E poi salire su una metro o su un bus e colpire al cuore gli astanti con canzoni d’amore senza tempo.
#RoadToRio14
06 ago 2016
Una giornata speciale di sicuro quella vissuta a Rio de Janeiro il giorno della cerimonia di apertura dei Giochi. La torcia che diventa fiamma, i controlli passati senza pass o biglietto, le difficoltà di chi vive nelle comunità attorno al Maracanà. Ma anche i fischi a Temer e una Rio ancora ritrosa al lasciarsi andare a questi Giochi.
#RoadToRio13
05 ago 2016
La torcia è arrivata a Copacabana. Se nella periferia Nord la fiamma olimpica è passata di tutta fretta, per le strade di Copacabana tutta un’altra musica. Qualche attimo di tensione arrivati alla fine di Nossa Senhora di Copacabana dove la polizia è stata fischiata. Qualche piccola scaramuccia e poco più. Arrivata a Leme la torcia è stata spenta e la fiamma messa a ... riposare.
#RoadToRio12
04 ago 2016
"Di già passo?", ironizzano nelle strade di Rio Nord. E’ passata, la torcia, su un mezzo talmente veloce che è un caso che non ha investito il pubblico. Ma in questo episodio ci sono gli artisti, inteso nel senso più lato più lato del termine, luoghi storie diverse, ma tutte nella stessa città, tutte nello stesso momento.
#RoadToRio11
02 ago 2016
Il racconto in tempo reale di donna Irone. Da una favela del compleixo da Maré, chiusa in un negozio non può uscire perché il Bope è nella favela e stanno sparando. Moriranno più di dieci persone quella notte del 25 luglio 2016.
#RoadToRio10
02 ago 2016
In questo decimo episodio, il "ripulisti" del lungomare, soprattutto, ma anche di tutte quelle zone che sono potenzialmente più turistiche. Spariti, come d’incanto, centinaia di senza dimora. Così, in una notte. Problemi anche per gli artigiani che vendono i loro prodotti sulle spiagge. Sequestrata la merce, manufatti, denunciati i lavoratori. Questa è gente che vive sulla spiaggia, ci lavora da anni ed è la loro unica forma di rendita con la quale mantengono le famiglie.
La colonna sonora ci conferma che i musicisti brasiliani possono suonare davvero qualsiasi cosa.
#RoadToRio9
31 lug 2016
A una settimana dai Giochi, un giro tra Botafogo, Leme e Copacabana. Qui si svolgeranno molti eventi legati alla manifestazione olimpica e la zona è assolutamente militarizzata.
Sulla musica di Beach Combers, che tornano dopo l’apparizione in Fora da Copa.
#RoadToRio8
29 lug 2016
Nell’aprile del 1996 un bambino di 2 anni, Maicon, è rimasto ucciso mentre giocava fuori dalla porta di casa, in un vicolo. La storia si svolge ad Acari, uno di quei posti che neppure la gente di qui frequenta. Per arrivarci bisogna camminare attraverso un altra comunità, dove anche per transitare bisogna chiedere il permesso. Amarelinho - Irajà termina e ci si trova al compleixo de Acari. Qui le strade non sono asfaltate, non sempre c’è la luce elettrica, figuriamoci le scuole o altri servizi. Anche qui per transitare bisogna chiedere il permesso, farsi amici chi controlla il territorio. E qui che incontro Zè Luis. Nei quinto episodio abbiamo conosciuto Aida, sua moglie, madre di Maicon. Quest’anno la loro causa contro i responsabili andrà in pensione. Gli agenti che hanno sparato a Maicon decorati.
Ze Luis ha deciso di mettere a disposizione la propria casa e farne un laboratorio artistico e un teatro per i ragazzi.
E’ il 26 luglio. Non una data qualsiasi per Acari. Sono esatti 26 dalla strage della Cachina di Acari (26 luglio 1990).
#RoadToRio7
28 lug 2016
Rio de Janeiro e la sua musica, Rio e i suoi angoli nascosti. Da quelli più spettacolari a quelli più periferici. Da Copacabana al Compleixo de Acari, da Lapa ad Amarelinho - Irajà passando per Piquerobi e Manguinhos, questa non è l’altra Rio, ma è Rio. Dove puoi vivere tutto o non vivere più.
#RoadToRio6
27 lug 2016
Black Lives Matter e associazioni di Rio de Janeiro insieme per una battaglia che percorre tutte le Americhe contro l’uccisione sistematica di neri e poveri. I dati sono talmente impressionanti che non si può più parlare di casi isolati o incidenti. Dal Rio a Orlando, da Sao Paulo a Los Angeles.
#RoadToRio5
26 lug 2016
Ogni giorno nelle favelas giovani neri vengono uccisi. E non è un fenomeno che si verifica solo a Rio de Janeiro, ma in tutto il Brasile. Alcune madri di vittime di abusi di polizia, nonostante il dolore lottano per ottenere, non solo verità e giustizia, ma anche la fine di questa carneficina che, alla luce dei fatti, è difficile definire come "incidentale". Quasi tutte queste storie sono state raccolte nella zona nord di Rio, quella dove non ci sono le spiagge...
#RoadToRio4
25 lug 2016
(Musica: IDGA - "No Glitter" Lucretio Remix)
Uno dei problemi di Rio de Janeiro è legato alla mobilità. Non è un problema di oggi, si intende. La città non è affatto ben servita, soprattutto nelle zone più periferiche, dove si compiono i crimini di cu
#RoadToRio3
24 lug 2016
Il Brasile e i diritti umani. Il Paese che ospiterà i Giochi detiene tristi primati. E’ il Paese con il maggior numero di omicidi e il Paese con il maggior numero di morti a seguito di operazioni di polizia. La maggior parte di queste sono vere e proprie esecuzioni per lo più perpetrate contro neri.
#RoadToRio2
23 lug 2016
Quando manca sempre meno all’inaugurazione dei Giochi Olimpici, Rio non ha ancora visto ultimati i cantieri aperti ormai da anni. Ecco alcuni esempi in quello che è il trionfo di gazebo e tubi innocenti.
#RoadToRio1
21 lug 2016
A ritmo di samba per le strade di Rio a pochi giorni dall’inaugurazione dei Giochi Olimpici, la prima volta in America Latina.
PLAYLIST COMPLETA