Ad aprire la giornata del Festival CompArte ad Oventic è il SubComandante Moises che legge un comunicato dell’Ezln, dedicato a quanto sta succedendo nel paese di San Juan Chamula, dove nei giorni scorsi è stato ucciso il Sindaco e sono morti diversi indigeni. Una notizia riportata nei giornali sia locali che nazionali e nella comunicazione mainstream come un’episodio di violenza di "indigeni selvaggi".
Il testo dell’Ezln è chiarissimo per comprendere a fondo cosa ci sta dietro la cronaca.
"Quello che è accaduto realmente, non quello che hanno raccontato i mezzi di comunicazione prezzolati che si vendono per pochi centesimi.
Sappiamo che dicono che è stato ucciso il presidente municipale del Partito Verde Ecologista. E siccome è il partito del capoccia Velasco, allora i media accorrono a piangere e dolersi. E non dicono niente degli altri morti, quelli che sono morti lì intorno, o i cui corpi sono stati recuperati dai parenti ancora feriti o già defunti. Per il governo ed i giornalisti quei morti non contano. E sono decine di morti, non solo i 5 che erano autorità corrotte.
Tutti in Chamula, ed in tutti i dintorni degli Altos del Chiapas, sanno quello che è successo. Sanno che è stata la guardia del presidente corrotto dei Verdi ad iniziare la sparatoria e che ha ucciso e ferito molte delle persone che erano in piazza. E che è andata avanti fino a dopo che è arrivato l’altro gruppo armato a finire quelle autorità. Finire, sì, perché erano morte a bastonate e machete.
Il governo ed i giornalisti suoi dipendenti vogliono presentarlo come un piccolo problema, dicono che il “povero” presidente municipale contestato voleva solo risolvere il problema ma i “selvaggi” chamula, così li hanno definiti sui media, l’hanno ucciso.
È una bugia. Tutto quello che hanno detto i media prezzolati è una bugia."
Moises continua dicedo che non spetta all’Ezln ricostrure i fatti.
"A noi non importa se nel villaggio di Chamula non sono zapatisti. Sono nostri fratelli. Sono indigeni e sono parte del nostro popolo originario, della nostra razza originaria, quelli che sono stati uccisi a San Juan Chamula. Non ci piace che si ammazzino tra indigeni, benché siano di partiti politici o di quello che sia. Non ci piace che si definiscano “selvaggi” gli indigeni mentre i veri selvaggi criminali sono i governi ed i partiti con la loro stampa prezzolata e obbediente.
A noi importa chi ha voluto questo, chi l’ha pianificato."
Proprio sulle responsabilità di fondo che si sofferma il comunicato.
"Perché tutto il male che subiamo nelle nostre comunità, villaggi, colonie, È SEMPRE PERCHÈ INTERVENGONO I PARTITI POLITICI e le RELIGIONI O IL NARCOTRAFFICO."
Una dura descrizione dei perversi meccanismi che i partiti, il sistema in generale utilizzano contro gli indigeni e non solo, accompagna la parte finale del testo che si chiude affermando che bisogna organizzarsi per cambiare.
"Questo sistema non funziona, è marcio, non c’è più rimedio, cade a pezzi e cadendo si porta dietro i morti.
È meglio se ne usciamo."
Vai al testo completo del comunicato
Dopo l’intervento del Subcomandante Moises le donne e gli uomini, basi d’appoggio, "orgogliosamente zapatista", hanno dato vita ad un’inedita e variegata rassegna di opere artistiche.
Da pezzi teatrali che hanno messo in scena la storia e l’attualità della situazione in Chiapas e Messico a poesie recitate con passione.
Le performance musicali hanno spaziato a 360 gradi: dalle musiche tradizionale fino all’hip hop e allo ska, passando attraverso interpretazioni molto particolari come quella della band completamente al femminile "Dignidad y Resistencia".
Sette ore initerrotte che come ha detto in conclusione il SubComandante Moises non sono che una piccola parte di quello che è stato preparato nelle comunità e che sarà possibile vedere nelle prossime giornate nei vari Caracol.
"Siamo un pò tuttologhi ... questa la definizione che, parlando nelle comunità, è venuta fuori. Noi zapatisti siamo maestri, miliziani, promotori di salute, facciamo comunicazione, un pò di tutto ed in mezzo a questo si è trovato per accordare le chitarre, provare la voce, scrivere testi. Ma c’è un altra arte, quella che non si vede, con cui si sono misurati gli zapatisti. L’arte della solidarietà .." ha detto Moises raccontando come le comunità si sono organizzate per portare cibo e sostegno ai maestri in lotta.
Ancora una volta gli zapatisti stupiscono.
In mezzo a mille difficoltà, in una situazione contradditoria e dura, come quella analizzata all’inizio dell’incontro con quanto sta succedendo attorno a San Juan Chamula ed in tutto il paese, il cammino complesso per costruire un’alternativa passa anche attraverso l’arte. Non l’arte come chiusa e privilegiata ma le diverse espressioni artistiche intese come crescita collettiva ed individuale, come costruzione di uno sguardo diverso .. perchè se viviamo già nel tempo della tormenta solo allargando la comprensione non scontata del presente possiamo costruire un futuro diverso.
E’ questo il segnale che esce da CompArte
CompArte a Oventic
Resistencia a tempo di ska
Semplicemente ... una poesia, orgogliosamente zapatista