In questo articolo si parla di:
“La crescita ad ogni costo sta uccidendo il pianeta. La rivoluzione non è piu una questione ideologica. È una questione di sopravvivenza”. In questo scenario, solo “una fede incrollabile nell’uguaglianza dei diritti di ogni persona [...] separeranno la civiltà dalla barbarie.”
Naomi Klein
Ad aprire, il 16 novembre alla Multisala Astra, la seconda serata di Oblò, in collaborazione con Legambiente, sarà un intervista esclusiva con Naomi Klein studiosa, giornalista e attivista, autrice di "No Logo", "Shock Economy" e dell’ultimo libro "Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è più sostenibile", uscito nell’autunno scorso.
Nel suo ultimo lavoro Naomi Klein affronta in maniera approfondita la centralità dei cambiamenti climatici nel nostro futuro e la necessità di non girare lo sguardo ma di affrontare la realtà.
A poche settimane dalla riunione della Cop21 rileggere il libro di Naomi Klein diventa uno strumento essenziale per capire cosa sarà in gioco a Parigi.
Non si tratta di scelte secondarie o di semplici ritocchi. C’è necessità di un cambio di marcia, di strutturare in altra maniera la convivenza sociale complessiva. Di una visione diversa della strada da intraprendere. Di politiche attuate dalle istituzioni ad ogni livello, locale e generale, accompagnate dalla costante pressione della società.
Naomi Klein ne parla in un articolo pubblicato da The Daily Best, commentando positivamente le elezioni nel suo paese, il Canada, che hanno visto la vittoria di Justin Trudeau, schierato per una diversa poltica energetica, contro Stephen Harper, sostenitore del mega oleodotto Keystone, del fracking e dell’estrattivismo, fortemente contestato da movimenti indigeni, ambientali e sociali.
"Queste vittorie elettorali non sono sufficienti. Il potere della gente può fermare grandi progetti devastanti ed avviare piccoli progetti puliti. Ma per una vera transizione - della grandezza e dell’urgenza segnalata dalle scienze climatiche - abbiamo bisogno di politiche. Grandi, audaci, politiche ambiziose in grado di trasformare le nostre economie con una precisa scadenza. Ne abbiamo bisogno ad ogni livello di governo, dal quello comunale a quello nazionale ed internazionale.
Per arrivarci, non sarà sufficiente abbattere i governi dei combustibili fossili. Anche leader progressisti non saranno sufficienti. Ci vorrà una combinazione di cambiamento elettorali e di pressione dal basso (così come di visione) per disperdere lo smog dell’influenza delle Big company del carbone, che avvolge i nostri sistemi politici.
Significa che abbiamo bisogno di politiche che galvanizzino un numero enorme di persone, che vedano benefici diretti nel difendere un tale cambiamento, una generale trasformazione. Questo è l’unico modo per costruire le enormi coincidenze necessarie per esercitare la pressione sufficiente sui governi". Per questo movimenti sociali, ambientali, indigeni, intellettuali e cittadini hanno sottoscritto in Canada The Leap Manifesto.
Tutto questo in gioco a Parigi con la Cop21.
Per essere protagonisti del nostro futuro bisogna inanzittutto non girare lo sguardo, comprendere che lo scenario non consente più ambiguità.
Centrare il problema: la lotta al cambiamento climatico, perchè finisca l’epoca dell’estrattivismo e del saccheggio, come orizzonte per la conquista di un nuovo modello di relazioni basato sulla giustizia sociale e ambientale, di un alternativa per migliaia di uomini e donne, che vivono con la disperazione della migrazione gli effetti della devastazione di interi territori che si intreccia con i moderni conflitti di potere.
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Prima mossa: comprendere, parlare, far circolare le informazioni per non limitarsi a dire " ... le stagioni non sono più quelle di una volta".
Nel avvicinarci alla serata del 16 novembre con Oblò questa settimana vi proponiamo dei semplici appunti da far circolare ...
ENERGETICO RISPARMIO
Il ripensare la relazione complessiva tra l’insieme della vita sociale individuale e collettiva e l’equilibrio ambientale sono oggi al centro di riflessioni ed azioni sempre più necessarie. I cambiamenti climatici, la crisi ambientale dimostrano che non è più il tempo di attendere.
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All’interno:
* Due è il numero magico per salvare il mondo
* Nutrirsi senza mangiarsi il pianeta
* Test: sei Attila o San Francesco? O semplicemente una persona consapevole?
* Gesti che salvano il pianeta
Progetto è realizzato da Associazione Ya Basta, con il finanziamento del Centro servizi Volontariato di Padova ed in collaborazione con Informambiente - Padova
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MATERIALI DA COALITION CLIMAT 21
Coalizione francese che sta coordinando le mobilitazioni a Parigi in occasione della Cop21
Cos’è il cambiamento climatico?
In tutto il pianeta si moltiplicano avvenimenti climatici: siccità da un lato, in particolare in Pakistan, Iran e Africa, uragani, tifoni e inondazioni dall’altra parte del globo. avvenimenti legati alle emissioni di gas effetto serra associate all’industrializzazione partita con il diciannovesimo secolo. Secondo una grande parte del mondo scientifico, il nostro pianeta nel futuro si troverà di fronte a scenari devastanti: l’arresto quasi totale della circolazione delle acque oceaniche nell’Atlantico, il disgelo di una grande parte della Groenlandia e dell’Antartide e l’innalzamento generale del livello dei mari. Questi fenomeni impatteranno in maniera pesante con la nostra vita di tutti i giorni, facendo crescere l’ineguaglianza sociale, rendendo disponibile l’accesso alle risorse naturali e lo sfruttamento della terra solo ai più ricchi tra noi e accentuando i movimenti di intere popolaioni. Questo sarà la conseguenza della nostra attuale mancanza d’azione.
Comprendre le réchauffement climatique en 4... di lemondefr
Cos’è la Cop21
I capi di stato del mondo intero si riuniranno dal 30 novembre al11 dicembre 2015 per la COP21, il ventunesimo summit mondiale dell’Onu sul cli,a, per siglare un accoro internazionale che si applicherà a partire dal 2020. Il quadro o di queste negoziazioni sul clima è stato definito dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (CCNUCC) adottata al Summit della Terra di Rio nel 1992. Ogni anno dal 1995, i paesi firmatari, 154 all’inizio ed oggi 196, si riuniscoono per una Conferenza delle Parti (COP).
Ma vent’anni di bocchi e avanzare lentissimo di queste negoziazioni internazionali ci hanno mostrato che non possiamo lasciare il nostro avvenire unicamente nelle mani dei capi di stato aperando che si trovi un accordo. Spetta a noi mobilitarci.
* foto di copertina: mobilitazioni in Canada contro il fracking e l’estrattivismo
OBLO 16 NOVEMBRE "Difendere la terra"