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Dalla Tunisia giungono notizie purtroppo prevedibili: la militarizzazione del territorio e l’accellerazione dell’approvazione delle leggi antiterrorismo di cui si discute da tempo, Il tutto sull’onda dell’odioso attacco terrorista di Sousse che ha colpito l turismo, risorsa vitale per l’economia del paese.
Non sono mancate anche le manifestazioni e le voci che, come dopo il Bardo continuano a dire che non si può affrontare il terrore con la limitazione delle libertà..
Nel suo articolo Damiano Duchemin, cooperante italiano da lungo tempo in Tunisia, sottolinea come sia proprio l’essere un laboratorio, che prova a mantenere aperta, grazie alla continua mobilitazione di donne, giovani, attivisti dei movimenti sociali, intellettuali, militanti di sindacati e partiti, una strada possibile di cambiamento basato su democrazia e diritti a fare della Tunisia in questo momento un obiettivo importante da destabilizzare .per Isis ed affini.
Tutti oggi nel paese e fuori si stracciano le vesti di fronte al massacro del resort, compresi personaggi come Rachid Ghanouchi, intervistato dal Corriere della Sera, leader di Ennadah, partito islamico moderato, che ha governato il paese fino alle scorse elezioni, vinte da Nida Tunes. Un esponente presentato come portavoce dell’islam moderato, che quando è stato al governo ha coperto in modo più o meno aperto lo sviluppo di organizzazioni salafiste e altri aggregati integralisti, che continuano ad operare nel paese, a reclutare tra giovani sia dei ceti medi che poveri per l’arruolamento verso il Califfato, a gestire basi nelle montagne al confine con l’Algeria e a mantenere i rapporti con i gruppi in Libia.
Sono complicità chiare e nette, da più parti denunciate come per l’omicidio di Chokri Belaïd, importanti per comprendere e criticare fino in fondo l’idea stessa dell’islam politico, basata sul presupposto che la convivenza sociale vada disegnata con norme religiose, sia presentato come moderato, basta pensare ad Erdogan, sia che arrivi a palesarsi con le effige nere del Califfato.
Per questo è oggi importante appoggiare chi lotta in Tunisia per la democrazia piena e la giustizia sociale, chi lo fa scontrandosi con autoritarismi, presentati come risoluzione alla ricerca di sicurezza ed integralismi religiosi, così come è importante appoggiare i curdi in Rojava e le altre esperienze di costruzione di resistenza e alternativa, anche se meno conosciute, dall’Iraq all’Africa.
Comprendere, conoscere, non itilizzare vecchi schemi d’analisi è necessario per essere in grado di costruire percorsi reali di condivisione sulle sponde del nostro euromediterraneo, solcato dal dolore di chi sfugge alla molte facce della moderna barbarie.
Film e libri possono essere spunti, occasioni per approfondire la realtà.
Per questo vi invitiamo il 6 e 7 luglio a due appuntamenti che ci possono offrire partendo da espressioni diverse, immagini e scrittura, un’occasione per discutere assieme.
All’interno della Rassegna Cinema Uno Estate 2015
ai Giardini della Rotonda, Piazza Mazzini (Padova)
Lunedì 6 luglio ore 21.30
ERA MEGLIO DOMANI- prima visione
di Hinde Boujemaa con Aida Kaabi (Tunisia, 2012 – 74’)
Premio per la migliore regia al Festival di Dubai. In anteprima dal Festival di Venezia, il ritratto di una donna audace e sfrontata nel caos della rivoluzione tunisina del 2011. Serata in collaborazione con Associazione Ya Basta- Caminantes.
Lìbrati. Libreria delle donne di Padova e la casa editriceIl Poligrafo
Martedì 7 luglio alle ore 19.00 in Via Barbarigo 91- Padova
Vi invitano alla presentazione del volume
Sulle piste d’Africa di Maria Serena Alborghetti
Edizioni Il Poligrafo, 2015
interverrà insieme all’autrice Wilma Mazza Associazione Ya Basta - Caminantes
L’autrice discuterà con il pubblico delle sue esperienze nei paesi musulmani e in particolare della situazione in Tunisia, luogo in cui ha recentemente “vissuto”.