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E’ arrivato al penultimo giorno il seminario, promosso dall’EZLN, e che si sta svolgendo al Cideci-Unitiera a San Cristobal in Chiapas.
La mattinata si è aperta con l’intervento in video di Philippe Corcuff, poi sono intervenuti Donovan Hernández, Jorge Alonso, Raul Zibechi, Carlos Aguirre Rojas ed ha concluso il Subcomandante Insurgente Moisés.
Nel pomeriggio è intervenuto in video il peruano Hugo Blanco, poi Xuno López, Juan Carlos Mijangos, Óscar Olivera in video ed ha concluso il Sup Galeano, con l’intervento Etcétera, in cui l’analisi critica si sofferma in paticolare sul ruolo attuale del capitalismo finanziario.
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Sup Galeano
“Quando si propone a qualcuno di essere autorità, è perchè appoggia e non perchè è in campagna”. Sub Moisés.
San Cristóbal de las Casas, Chiapas. 8 maggio.
“Quando si propone a qualcuno di essere autorità, è perchè appoggia e non perchè è in campagna”, ha detto il subcomandante Moisés, approfondendo le riflessioni sulla Resistenza e la Ribellione zapatista, durante l’inizio del sesto giorno del seminario “Il pensiero critico di fronte all’idra capitalista ”, dal Caracol, che è come lo considera l’ insurgente, del Cideci Unitierra a San Cristóbal.
“Non permetteremo che succeda quel che è successo nel 1910. Quelli che hanno approfittato della Revolución sono stati i carrancistas, i maderistas, e i loro nipoti sono quelli che governano adesso. Noi abbiamo deciso che siamo noi quelli che ci governiamo. Per questo non c’è un manuale, impariamo con l’immaginazione e con la pratica”, ha esposto il portavoce zapatista.
Le basi d’appoggio curano e vigilano le loro autorità delle Juntas de Buen Gobierno, ha spiegato l’indigeno chiapaneco, per questo oltre alle autorità ci sono le comisión de vigilancia e di información, che stanno attenti a quello che fa la giunta e realizzano le loro relazioni ogni 3 o 6 mesi ed ogni anno. I partidistas si sono accorti del buon funzionamento della giustizia zapatista e la preferiscono a quella ufficiale, perchè in quest’ultima spendono molto denaro, ha aggiunto. "I partidistas si convincono de fatto che gli zapatisti fanno meglio nei fatti non per argomenti politici”, ha aggiunto Moisés.
La stessa cosa succede con l’educazione, ha detto il subcomandante, se i partidistas vogliono mettere i propri figli alla scuola zapatista non pagano denaro, unicamente si realizza un lavoro collettivo. In materia di programmi scolastici, sono i pueblos che decidono come deve essere, "stiamo dimostrando che si può" ha aggiunto. Per quanto riguarda la salute, il fatto di avere una clinica non sempre è l’opzione migliore, ha argomentato Moisés, perchè quando è possibile, le bases zapatistas preferiscono curarsi con le piante.
Durante il suo intervento lo storico Carlos Aguirre Rojas, ha affermato che il pensiero non è frutto degli intellettuali, ma di riflessioni pratiche. Senza i movimenti sociali, le espressioni teoriche non ci sarebbero, ha assicurato. Aguirre Rojas ricorda che furono gli zapatisti che alcuni anni fa hanno sottolineato alcuni concetti come "esclusione sociale", quando si sono visti riflessi nelle difficili condizioni di vita di altri settori.
Riguardo alla desaparición degli studenti di Ayotzinapa Guerrero, Carlos Aguirre ha detto che “sono gente nobile e buona, che non meritano quello che hanno vissuto”, ed ha allertato sulla possibilità che qualcosa di simile possa riaccadere. “Vinceremo, loro senza di noi non esistono”, ha aggiunto il ricercatore rispetto al capitalismo, perchè senza dominatori i dominati possono esistere, ma al rovescio senza dominati, i dominanti non esistono.
Lo scrittore Raúl Zibechi ha parlato stamattina al seminario ed ha spiegato che le parole non sempre riescono a nominare quello che vogliono dire, per esempio il concetto di crisi non riesce a descrivere la catastrofe che sta arrivando. Zibechi ha commentato che l’idra capitalista non la si sconfigge in un colpo solo, e che anche non lo si può colpire in una sola forma.
Il lottatore sociale uruguayo ha anche allertato su come i governi denominati "progressisti" si vestono con abiti di sinistra e dal basso, nel prendere il discorso delle strade e farlo diventare ufficiale, cosa questa che è servita a rafforzare il capitalismo. Qualsasi critica a questi governi di “sinistra”, viene presa come il fatto di avvantaggiare l’ala destra, ha aggiunto.
L’accademico Jorge Alonzo, ha condiviso la sua esperienza nel riflettere con i giovani di Guadalajara che sono stati all’Escuelita Zapatista. “E’ necessario andare più in là dei partiti e dello Stato”, ha detto Alonzo, dopo aver visto i risultati dei gruppi come il Movimiento por la Paz con Justicia y Dignidad. “Le istituzioni sono servi dei poteri reali”, ha segnalato.
Anche il ricercatore Donovan Hernández ha portato il suo contributo, che si è pronunciato per lo sviluppo del Poder popular, perchè c’è una volontà popolare che articola una domanda amplia e porta alla sovranità popolare. Da parte sua il francese Philippe Corcuff, con un messaggio video ha parlato della caratterizzazione e delle contraddizioni del capitalismo.
“Indigeni e contadini si stanno trasformando in migranti nella propria terra”, Sub Galeano.
“Ochemotik ta komon uts´inel, p´ajel, ilbajinel,la´banel, bok´optayel”, Xuno López.
San Cristóbal de las Casas, Chiapas. 8 maggio.
“Indigeni e contadini si stanno trasformando in migranti nella propria terra”, ha affermato il subcomandante Galeano, nel penultimo giorno del seminario Pensiero critico di fronte all’idra del capitalismo. Per il riordinamento del loro territorio,le comunità sono straniere nella propria terra, ha detto. Nella stessa forma l’insurgente ha indicato che con la crisi che sta arrivando, paesi interi saranno bruciati e il 40 % delle popolazioni mondiali saranno lavoratori migranti, tre mila milioni di persone circa.
“Il capitalismo è il crimine più grande nella storia dell’umanità”, ha detto l’insurgente zapatista, ed ha aggiunto che questo sistema porta ad una guerra contro il pianeta. Citando lo scrittore, recentemente scomparso, Eduardo Galeano, ha commentato che nessuna guerra accetta di ammettere che uccide per rubare e che la guerra si vende mentendo. Prima durante le guerre si trattava di dare colpi chirurgici, adesso si cerca la maggior morte possibile, ha concluso il subcomandante.
Carlos González integrante del Congresso Nacional Indígena (CNI), ha letto due lettere di Rómulo Arias Mireles e Lorenzo Sánchez Berriozábal, prigionieri politici per aver difeso il diritto all’acqua, della comunità di Tlanixco, Estado de México. Rómulo è prigioniero da 9 anni, dei 54 a cui è stato condannato, per il falso delitto di omicidio. Da parte sua Lorenzo è prigioniero da otto anni e cinque mesi, senza essere stato ancora condannato.
Gli indigeni náhuatl di Tlanixco chiedono che ci sia qualcuno che li assista giuridicamente, per fare appello ai trattati internazionali dei diritti umani, per ottenere la libertà. Carlos González ha anche descritto le aggressioni e le provocazioni che soffrono i popoli originari che fanno parte del CNI in Messico, ed ha aggiunto che Ayotzinapa ha esibito con maggiore crudezza, la guerra che già c’è e che sta succedendo in tutto il paese.
“Stiamo cercando kich´eltik ta muk´ grazie per lottare contro la marginalizzazione e la povertà che viviamo per colpa dei governi, i ricchi" ha condiviso Xuno Lòpez, indigeno tzeltal del Chiapas. “Noi siamo piccoli di fronte a quelli che si credono i nostri padroni, quelli che ci ingannano, che tentano di venderci e comprarci con il denaro, per questo grazie per il fatto che ci riuniamo, organizziamo e perchè ci insegnate un cammino", ha detto.
Dalla Bolivia, il lottatore sociale Oscar Olivera, ha condiviso con un video che quella che viene chiamata la guerra dell’acqua del 2000, per la difesa del liquido vitale, li ha aiutato a recuperare la parola, la fiducia mutua e a perdere la paura del grande capitale rappresentato dalla banca mondiale, della trasnazionale Betel, così come dell’esercito e della polizia. Dieci anni dopo l’arrivo di un governo detto “progressista”, si sono ripetute le politiche di prima, di estrattivismo e distruzione della madre tierra, e per questo è necessario “alzarsi in piedi e recuperare quello che si è perso”, ha affermato l’ex-operaio.
Dal Perú è arrivata, con un video, la voce di chi resiste contro la distruzione della terra attraverso l’intervento del lottatore sociale ed ex-alunno dell’escuelita zapatista Hugo Blanco, che ha descritto la lotta contro le miniere. Da parte sua Juan Carlos Mijangos attivista dello Yucatán, ha descritto i differenti processi della lotta sociale indipendente della penisola, che non cercano nè la via armata nè quella elettorale, ma quella della vera organizzazione, che possa porre fine all’idra capitalista.
Pozol colectivo, con la colaboración de Nichim Ajaw.