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Continua a delinearsi in modo sempre più nitido il progetto inquisitorio del Sultano Erdogan. Le sue dichiarazioni sconcertanti, poche settimane dopo il provvedimento relativo alla censura di internet, lasciano increduli non solo i cittadini turchi ma anche le agenzie di stampa nazionali e internazionali. Oggetto delle recenti intimidazioni sono i social network e il ruolo di socialità, divulgazione e informazione che hanno avuto.
Dopo la pubblicazione di ulteriori telefonate che vedono come protagonista il Primo Ministro all’ interno di una inchiesta di corruzione, Erdogan ha affermato che "Se necessario, è disposto a censurare Facebook e Youtube pur di non sacrificare il popolo turco".
Accusati di essere piattaforme multimediali quali luoghi di immoralità, istigazione e violazione della privacy Erdogan afferma che l’ approvazione della recente legge è solo l’inizio di un percorso che sarà continuato dopo le elezioni amministrative del 30 marzo. E nell’ evocare tale evidente violazione della libertà, lo stesso partito, impone sottobanco un ridimensionamento dell’ utilizzo dei social network.
A distanza di 1 anno dall’ ordinanza che impediva l’acquisto di alcolici (dalle 22.00 alle 06.00 del mattino; disposizione che determinò all’ epoca la rivolta dei capulcu), sono iniziati i lavori ad un provvedimento che imporrà sanzioni pecuniarie onerose a chiunque pubblichi su facebook, twitter, istagram o blog immagini di alcolici, dalle quali si dedurrà la pubblicizzazione di marchi e l’ incitamento al loro utilizzo o al loro acquisto. Il partito Ak che detiene la maggioranza è disposto a tutto pur di non vedere diminuito il proprio bacino elettorale. E lo fà senza alcuna remora.
Notizia di poche ore fà annuncia che il Procuratore di Istanbul ha diramato questa mattina dei provvedimenti d’accusa contro 5 esponenti di spicco della "Taksim Solidarity" con l’ accusa di condurre un’ organizzazione criminale e di aver violato la legge relativa al divieto dei raduni. Il Procuratore Mesut Erdinç Bayhan, dopo aver già tentato lo scorso mese di accusare i manifestanti con degli atti che sono stati ritenuti dalla Corte insufficienti, ha chiesto oggi condanne che vanno dai 3 ai 13,5 anni di carcere.
Mücella Yapici, urbanista tra gli indagati di questa mattina, con sarcasmo ha twittato: "Grande notizia ! Abbiamo avviato un sistema di co-leadership [ basata sull’uguaglianza di genere ] nella nostra organizzazione criminale . ’ Abbiamo già compiuto la quota del 40 per cento [ per le donne ] ".
In attesa di capire la reazione, si preannuncia dunque l’ avvento di un weekend caldo e afoso a cominciare dalla manifestazione che ci sarà domani 8 Marzo, in occasione della festa della donna.
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