Dopo lo sgombero di martedí scorso, quando l’italiana Enel ha sollecitato l’intervento degli agenti anti sommossa contro pescatori e contadini che difendevano il fiume Magdalena, nel sud del paese, dal progetto idroelettrico El Quimbo, la partita sembra aprirsi. E la deviazione del fiume è stata, per il momento rinviata. Il progetto idroelettrico del Quimbo di proprietá dell’impresa spagnola Endesa - controllata dall’Enel - prevede di inondare 8500 ettari delle migliori terre agricole della regione del Huila per produrre energia in parte destinata all’esportazione e in parte alla copertura del fabbisogno interno che dovrebbe aumenterá in vista delle centinaia di progetti minerarioenergetici che occuperanno nei prossimi anni circa 25 milioni di ettari del territorio colombiano. Una energia destinata direttamente e indirettamente a beneficiare le finanze di multinazionali che da tutto il mondo accorrono per depredare il paese andino.
Dopo anni di resistenza pacifica e legale, il 14 febbraio l’impresa ha mandato esercito e squadre anti-sommossa a sgomberare 600 manifestanti accampati sulla sponda del fiume per impedirne con la propria presenza física la deviazione, prevista dal progetto.
Gli accampati hanno praticato una resistenza passiva, sedendosi sul bordo del fiume, «abbracciando» il Magdalena. Ma la non violenza ha dovuto fare i conti con le squadre anti-sommossa: manganelli, granate si stordimento, lacrimogeni. Il bilancio è stato di tre feriti. Uno di loro, un ragazzo di 20 anni, ha perso un occhio.
Inondando questa valle non solo si colpisce un eco-sistema delicato com’è quello intorno al fiume e una zona di protezione dell’Amazzonia, ma saranno sfollate 2000 persone e altre 3000 perderanno la loro fonte di sopravvivenza económica, sia essa la pesca o l’agricoltura. Ma il danno trascende le sorti personali degli abitanti, rappresentando la perdita di una grossa produzione agricola, garanzia alimentare per tutto il paese.
Il giorno successivo allo sgombero i contadini e i pescatori, attraverso sentieri nascosti per sfuggire ai posti di blocco con cui si sta militarizzando l’intera regione, sono arrivati di nuovo sulla riva del fiume. Dopo un primo violentissimo e rapidissimo sgombero, le comunitá hanno di nuovo occupato la spiaggia. La polizia a quel punto si è ritirata. Per oggi domani erano previste nuove manifestazioni di protesta.
Il direttore di Endesa ha più volte dichiarato che la mancata deviazione del fiume nei tempi previsti potrebbe mettere a rischio l’intero progetto. Nel frattempo il ministro dell’interno colombiano, German Vargas Lleras, responsabile della forza pubblica, è stato citato in parlamento per rispondere dell’accusa di conflitto di interesse, in quanto suo fratello è il direttore di Codennsa, una controllata di Endesa. Le comunitá impegnate contro la deviazione del Magdalena, organizzate intorno ad Asoquimbo, nonostante la prima «vittoria» del rinvio, sono decise a continuare la resistenza pacifia per difendere il grande fiume, il suo eco-sistema, proponendo che al posto della diga si costituisca nella zona una reserva campesina agro-alimentare.
video prodotto da Bladimir Sánchez Espitia xbladimir@gmail.com
sull’attacco ai resistenti