Un mese fa un gruppo di esponenti del movimento antinucleare e per i beni comuni italiano ha rivolto ai movimenti italiani ed europei un appello per rilanciare a livello Europeo la costruzione di una società nella quale i beni comuni siano parte costitutiva della cittadinanza ed il loro accesso sia libero e garantito, per noi e le generazioni future.
Rifiutare il nucleare, vi si diceva, è la conseguenza naturale dello scegliere un mondo in cui l’energia è un bene comune diffuso e che per questo non necessita intrinsecamente della guerra per garantirsene l’approvvigioanemtno e l’accesso.
Si tratta di una scelta di democrazia profonda, che parte dalla necessità di interrogarsi collettivamente e democraticamente sulle ragioni e i modi della produzione, dell’utilizzo collettivo e individuale delle risorse, e sulla conservazione degli equilibri globali dell’ecosistema che garantisce a noi e alle generazioni future la riproduzione della vita.
Una scelta di democrazia, di preservazione, di giustizia e di accesso libero ai beni comuni per tutti e per ciascuno è una scelta che coinvolge necessariamente tutti e non una sola regione o un solo paese.
Per questo dobbiamo, intanto, costruire un movimento europeo a partire dai movimenti e dalle associazioni che da lungo tempo costruiscono alternativa e conflitto, narrazione e possibilità, democrazia e pratiche diffuse.
Cominciamo questo percorso da Krško, in Slovenia, una delle più vecchie centrali europee, a pochi chilometri dal confine italiano. Cominciamo intrecciando pratiche e prospettive con i movimenti sloveni, che incontremo in assemblea a Ljubljana il 25 Maggio, attraversando il successivo 28 maggio con una carovana comune i territori che più di altri sono coinvolti dall’ombra della centrale.
Partiremo alle 12.00 del 28 Maggio, con auto, furgoni o trasporti collettivi autorganizzati da chi vorrà farlo, dalla sede del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, in piazza Oberdan a Trieste. Il Presidente del FVG Tondo ha annunciato la decisione di investire le risorse della regione in un ampliamento della centrale, cercando di eludere il confronto democratico con i cittadini italiani e sloveni, e di esportare la tipica prepotenza colonizzatrice delle corporations. Un fatto inacettabile, al quale rispondere con un ampliamento della democrazia e dei movimenti.
Alle 13.30 incontremo al valico di Fernetti la carovana Slovena, con la quale andremo, di paese in paese sino alla centrale di Krško alle 15.00, alla quale diamo apputantamento invitiando tutti e tutte a portare con sé un simbolo della terra e della riproduzione: una pianta, un fiore, un albero, da piantare di fronte alla centrale. Un messaggio inequivocabile: piantiamola!
Da Krško torneremo tutt@ insieme verso Ljubljana, alle 17.30, dove forse, così come a Krško, si farà vedere Gozzilla, dove faremo ciò che la fantasia ci suggerisce di fare per esclamare forte che la vita non è una merce.
Di sicuro faremo una grande festa, unendoci ad una festa per i diritti dei migranti, unendo, come deve essere, l’amore per i beni comuni all’amore per la dignità e di diritti di tutt@ e di ciascun@.
Comitato Fermiamo il nucleare Trieste
info e contatti fermiamoilnucleare.trieste@gmail.com
tel. 3200653039
A seguire il testo dell’appello lanciato un mese fa.
Fukushima ha tragicamente e bruscamente ricordato al mondo intero che il rischio nucleare è ingovernabile e le sue conseguenze sono inaccettabili.
Rifiutare la strada del nucleare non è solo un fatto tecnico, né è una decisione relegabile nella sfera limitata, per quanto importante, delle discussioni sui dettagli di costo, di efficienza, di prospettiva del combustibile.
Riguarda, piuttosto, una scelta complessiva di democrazia, radicale e intensa, che investe il modello di società che vogliamo, che ci meritiamo, di cui abbiamo bisogno.
Una società in cui i beni comuni siano parte costitutiva della cittadinanza ed il loro accesso libero e garantito – per noi e per le generazioni future – ne sia lo statuto materiale.
Accanto alla necessità di abbandonare gli idrocarburi reclamiamo l’abbandono di un intero paradigma in cui l’energia, ovvero la misura del possibile, ècontrollata – nelle sue fonti primarie, nelle sue trasformazioni, nella distribuzione – da una razionalità di mercato e di profitto.
Una razionalità guidata da una necessità bulimica di crescita che non ha nulla a che vedere con il benessere, la giustizia, la pace, la preservazione della vita e della sua riproduzione.
Il nucleare comporta la necessità intrinseca di mentire, di travisare, di nascondere le informazioni e la dimensione dei fatti così come abbiamo visto a Fukushima e così come WikiLeaks ci informa essere avvenuto entro la IAEA rispetto alla TEPCO: è questo l’unico modo con cui è possibile gestire l’impatto sociale e ambientale della filiera nucleare che è insieme e inseparabilmente militare e civile.
Rifiutare il nucleare è la conseguenza naturale di una scelta diversa.
La scelta di un mondo in cui l’energia è un bene comune diffuso, e che, per questo, non necessita delle guerre per garantire a pochi l’appropiazione – e la consunzione – di fonti limitate, localizzate ed esauribili.
La scelta di interrogarsi democraticamente sulle ragioni e i modi della produzione, dell’utilizzo collettivo delle risorse e sugli equilibri dell’intero ecosistema che garantiscono il perpetuarsi della vita.
La scelta di non arrogarsi il diritto di gettare un’ombra sulla vita di centinaia di generazioni future.
Così come i cambiamenti climatici o l’avvelenamento chimico o nucleare si estendono globalmente e a lungo nel tempo, la scelta che vogliamo coinvolge necessariamente tutti, non una sola regione od un solo paese.
È una scelta globale di democrazia, di preservazione, di giustizia, di accessolibero ai beni comuni per tutti e per ciascuno.
Per questo l’abbandono del nucleare è una scelta che, intanto, deve coinvolgere l’Europa e la cui costruzione parte, come sempre, dai movimenti e dalle associazioni che da lungo tempo costruiscono alternativa e conflitto, narrazione e possibilità, democrazia e pratiche diffuse.
È il tempo di dare un impulso a questa costruzione corale ed europea.
Rivolgiamo un appello ai movimenti italiani contro il nucleare e per i beni comuni a costruire insieme alle realtà europee una grande manifestazione alla centrale più prossima a noi per 29 maggio: a Krško, in Slovenia. Una centrale, che già in passato ha avuto diversi incidenti, sulla quale il presidente della
Regione FVG vorrebbe investire per raddoppiarla, usandone l’energia, dentro al piano nucleare del governo.
È un appello che rivolgiamo ai movimenti sloveni, austriaci e tedeschi, per costruire una grande appuntamento che sia l’occasione di rilanciare a livello europeo una storia, quella che vorremmo, che non parla di produrre ossessivamente ma altrettanto di riprodurre e ri-generare, non di consumare e
usare ma di godere e condividere.
Il 29 Maggio per rendere ancora più forte il nostro impegno perché il 12 e 13 Giugno nel referendum in Italia vinca il SI per fermare il nucleare.
Il 29 Maggio a Krško, oltre il nucleare, oltre il controllo dell’energia, per una costituente europea dell’energia bene comune.
Comitato vota SI per fermare il Nucleare di Trieste
PRIMI FIRMATARI
Mario Agostinelli, Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani, Angelo Baracca, Tiziana Cimolino, Federico Della Valle, Giuseppe de Marzo, Massimo Desanti, Alfiero Grandi, Alessandro Metz, Edoardo Milotti, Edoardo Pernici, Dario Predonzan, Lino Santoro, Massimo Scalia, Luca Tornatore, Sergio Ulgiati, Maurizio Fermeglia, Vilma Mazza, Luciana Boschin
Per adesioni di singoli, associazioni e comitati: